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Monte Adamello (cresta E) - 3539 m


Relazione della salita - Cima n° 329


Via Normale Monte Adamello (cresta E)
Percorso dal P.so degli Italiani
Regione: Lombardia (BresciaItaliane

Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Adamello

Provincia: Brescia

Punto di partenza: Malga Caldea (q. 1574 m) - Val d´Avio

Versante di salita: N-E-S

Dislivello di salita: 2200 m - Totale: 4600 m

Tempo di salita: 9,00 h - Totale: 16,00 h

Periodo consigliato: giugno - agosto

Valle: Val Avio - Altre cime della Val Avio
Punti di appoggio: Rif. Garibaldi (q. 2550 m) - Biv. Ugolini (q.3240 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia su ghiacciaio
Difficoltà:   EEA - AG - II- - PD- (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Cartografia: KOMPASS N. 638 - Adamello, Val di Fumo, Val di Genova - 1:25000
Autore: Roberto C.  Profilo di Roberto C. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 02/07/2006
Data pubblicazione: 05/07/2006
N° di visualizzazioni: 29571
N° voti: 2 - Voto medio: Voto 4 stelle

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Introduzione:

Il M. Adamello è la cima più elevata di tutto il Gruppo dell'Adamello e domina la grande distesa ghiacciata del Pian di Neve, il più esteso ghiacciaio italiano. La salita può essere effettuata da diversi versanti e valli, con i relativi rifugi come punti di appoggio (Rif. Garibaldi da N, Rif. Gnutti per la via attrezzata Terzulli da NW, Rif. Ai Caduti dell'Adamello da E e Rif. Prudenzini da S), con percorsi più o meno difficoltosi che richiedono in ogni caso notevoli dislivelli. La salita per la via normale dal Rif. Garibaldi rappresenta un percorso alpinistico piuttosto lungo e con qualche difficoltà, soprattutto in stagione avanzata, per la presenza di ghiaccio e tratti rocciosi, nonché crepacci nella zona del M. Falcone. Richiede 5-6 h dal rifugio alla cima e 4-5 per il ritorno, a seconda delle condizioni del ghiacciaio. Nel computo del dislivello di salita tenere conto dei 200 m totali da risalire per tornare al P.so degli Inglesi e al Passo Brizio.


Accesso:

Da Temù alla Malga Caldea seguendo i cartelli segnaletici (strada sterrata molto stretta e disconnessa). Dal parcheggio seguire la strada sterrata di servizio delle dighe, che dopo un ponte diviene asfaltata e con ripidi tornanti sale al piazzale della diga del primo lago artificiale. Proseguire lungo la strada (sent. n. 11) nuovamente sterrata che costeggia in alto il lago dell’Avio e poi diviene sentiero, costeggia in alto il secondo lago Benedetto fino alla cascata in fondo alla valle. Si risale con qualche tornante fin sopra la cascata che si attraversa su un ponticello e si entra in un pianoro dove il sentiero diviene lastricato, presso la Malga Lavedole, lo si attraversa e si risale con vari tornanti il pendio che adduce al Rif. Garibaldi, detto "Calvario" ma che in effetti non è poi così faticoso come il nome lascerebbe pensare e si giunge infine al rifugio presso la diga del lago artificiale del Venerocolo (3,00 h).


Descrizione della salita:

Poco prima del rifugio, sulla destra, attraversare la diga e presso un paletto con cartelli segnaletici seguire a sinistra un sentierino che risale in obliquo il lato della morena sopra il lago e prosegue risalendo tutta la morena (segnavia e qualche ometto), passando a destra della tomba di cinque soldati austriaci sepolti dagli alpini italiani durante la Prima Guerra Mondiale. La traccia risale in direzione dell'evidente e profonda forcella di cresta del Passo Brizio, attraverso massi e rocce montonate la parte superiore della morena, facendosi più incerta (qualche ometto e palo di legno, campi di neve fino a metà luglio), fino al nevaio che risale più ripidamente verso la parete rocciosa (massi e sfasciumi a estate inoltrata). Dalla fine del nevaio (crepaccio periferico se con neve o rocce se senza neve) si risale la parete rocciosa, lasciata scoperta dal ritiro del ghiacciaio, con l'aiuto di catene e due scalette di ferro (un po' rovinate), traversando poi verso sinistra per una esposta cornice con gradini di ferro e catena, fino ad uscire sul pendio di sfasciumi che scende dal passo. Per ripido sentiero a svolte si risale fino al passo (2 h), da cui si apre una bellissima vista sul ghiacciaio dell'Adamello e il Dosson di Genova, e si scende dalla parte opposta, senza traccia, per un centinaio di metri per instabili sfasciumi e blocchi (pericolo di caduta sassi e frane) fino al sottostante ghiacciaio. Scendere di pochi metri lungo il ghiacciaio e piegare a destra in direzione del visibile pendio ghiacciato che sale alla cresta W del Corno Bianco, traversando sotto le pareti e risalendo verso la cresta rocciosa dei Corni di Confine (crepaccia terminale da superare a destra sotto la cresta). Con percorso ad arco sotto la cresta rocciosa si sale fino al pendio ghiacciato del versante E del Corno Bianco (ghiaccio vivo già da fine giugno) e lo si risale all'estrema destra lungo un ripido pendio di 20 m con pendenza fino a 50° dove si attarda la neve (ghiaccio sottostante), fino ad un masso squadrato sulla cresta. Traversando brevemente verso sinistra per oltrepassare il masso (un po' esposto) si guadagna la cresta di neve o blocchi di roccia a seconda della stagione. Se tutto il pendio risulta ghiacciato conviene risalirlo al centro o con traversata ascendente verso sinistra fino alla cresta (salita su ghiaccio vivo con minore pendenza, 20 m a 40°). Seguire la cresta verso sinistra risalendo per sfasciumi e ghiaccio ad uno stretto intaglio fra i blocchi rocciosi della cresta (Passo degli Italiani), da scavalcare (II-, un po' esposto) giungendo ad un forcellino (1,15 h), oltre il quale si scende per ripido canale con placca rocciosa sulla sinistra (possibile ghiaccio, neve ad inizio stagione), raggiungendo il sottostante ghiacciaio, parte superiore del lato settentrionale del Pian di Neve. Traversare in discesa verso destra, in direzione della visibile forcella innevata del Passo degli Inglesi, da lasciare a destra con percorso ad arco dirigendosi verso l'evidente sperone roccioso che scende dalla cresta E del M. Falcone, si traversa sotto lo sperone alto una trentina di metri e lo si aggira con percorso in salita, puntando alla forcella fra il M. Falcone e la cima del M. Adamello (1,15 h). Risalendo verso la forcella per sfasciumi si raggiunge la ripida cresta E del M. Adamello, da risalire con attenzione per rocce e blocchi cercando i segni di passaggio (I+/II) e raggiungendo il costone innevato sotto la cima, da cui per blocchi di roccia in breve si raggiunge il traliccio della vetta con la campana (45'). Variante: si può evitare la salita per la cresta E mediante un percorso più lungo ma più facile, sebbene con qualche insidia di crepacci. Poco prima di raggiungere lo sperone roccioso sopra detto, scendere direttamente a sinistra lungo il ghiacciaio (alcuni crepacci nascosti dalla neve, scoperti a stagione inoltrata; evitare di traversare verso destra in quanto si troverebbero i crepacci disposti proprio lungo la direzione di marcia) fino a raggiungere il pianoro sottostante del Pian di Neve (traccia del percorso proveniente dal Rif. Ai Caduti dell'Adamello) (1 h). Risalire la parte finale del Pian di Neve fino alle rocce del versante S del M. Adamello (eventuale crepaccia terminale a stagione inoltrata) (45'). Raggiunte le rocce risalire tutta la cresta SW rimanendo sotto cresta (destra) e seguendo qualche ometto di sassi fra i blocchi, senza percorso obbligato. Traversando un paio di nevai, o pietraie a seconda della stagione, si raggiungono i blocchi di roccia sotto la vetta ed in breve la cima (40').


Discesa:

Come per la salita o, se si è saliti per la cresta E, scendere più facilmente per la cresta S, compiendo la traversata della cima. Si consiglia di tornare al P.so Brizio per il percorso di salita attraverso il Corno Bianco, a meno che il pendio di salita non sia completamente in ghiaccio vivo, nel qual caso si può evitarlo scendendo per il Pian di Neve ed aggirando il versante E del Corno Bianco per poi risalire verso NW al Passo Brizio. In tal caso tenere presente una perdita di dislivello di circa 300 m, il maggior rischio nell'attraversare le zone crepacciate sotto il Corno Bianco nelle ore più calde ed un ulteriore aumento del tempo di percorrenza, dislivello e fatica necessari per il lungo aggiramento.


Note:

Data la lunghezza del percorso si consiglia di partire entro le 4,30 del mattino dal Rif. Garibaldi. Per la risalita al Passo Brizio è necessario l'utilizzo di caschetto, imbraco, cordini e moschettoni per il tratto attrezzato un po' esposto, prestare massima attenzione a non far cadere pietre; il pendio ghiacciato di risalita alla cresta W del Corno Bianco è in ghiaccio vivo già dalla fine di giugno e può richiedere l'assicurazione con corda e viti da ghiaccio; l'attraversamento del ghiacciaio sotto il M. Falcone richiede attenzione per la presenza di crepacci. In generale un percorso lungo e molto vario che richiede ottimo allenamento ed una certa esperienza su ghiacciaio. Si consiglia di evitare il Pian di Neve in caso di nebbia e assenza di traccia per oggettive difficoltà di orientamento. In caso di necessità fra il Corno Miller e la cresta E dell'Adamello è presente il Biv. Ugolini e un altro bivacco, lo Zanon-Morelli, è presente poco sotto a sinistra del P.so Brizio.


© VieNormali.it

Via Normale Monte Adamello (cresta E) - Discesa dal P.so degli Italiani Via Normale Monte Adamello (cresta E) - Ultimo tratto sulla cresta S Via Normale Monte Adamello (cresta E) - Il traliccio sulla cima
Discesa dal P.so degli Italiani Ultimo tratto sulla cresta S Il traliccio sulla cima


  



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