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La via di salita alla Roccehtta |
Regione: Trentino Alto Adige (Trento)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Dosso della Torta-Tofino Provincia: Trento Punto di partenza: Biacesa (418 m) Versante di salita: S Dislivello di salita: 1100 m - Totale: 2200 m Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 5,00 h Periodo consigliato: primavera - autunno |
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La Rocchetta, localmente chiamata Cima Giochello e il cui nome è stata coniato durante la guerra del 1915-18, non è la più alta delle cime dell'omonimo gruppo montuoso che sovrasta Riva del Garda con una serie incredibile di pareti, torri e creste rocciose riempiendo di sé il paesaggio dell'Alto Benaco. E' infatti superata per pochi metri dalla vicina Cima Valdès, ma è comunque una delle più interessanti mete della zona. Oltre all'immenso e magnifico panorama che offre, la cima della Rocchetta è circondata da trincee, baraccamenti e gallerie, resti delle poderose fortificazioni con cui gli austriaci si erano arroccati durante la Grande Guerra.
Da Riva del Garda, superata la galleria che porta in Val di Ledro, girare a destra e raggiungere il paese di Biacesa (sinistra provenendo dalla Val di Ledro). Entrati in paese girare a destra fino all'ampio parcheggio presso il parco giochi.
Percorrere la via principale di Biacesa seguendo le indicazioni dei cartelli segnaletici per la Val Vasotina (sent. 417), a un fontanile girare a destra e seguire la stradina asfaltata fino al bivio con le Case Caregna, dove si lascia a destra il Senter del Bech (fontanella) e si va a sinistra salendo nel bosco per una mulattiera lastricata. A un altro bivio andare a sinistra (cartelli) e a uno successivo a destra (cartelli), salendo a un punto panoramico con crocifisso e tavolo. Proseguire in salita fino al bivio con il sent. 460 per il Biv. Arcioni e salire a sinistra per un bel bosco di faggi per poi piegare a destra in piano e risalire a svolte fino al bivio con cartelli per la Bocca Sperone o Bocca Pasumer (1,30 h). Qui andare a sinistra risalendo il bosco per ripido sentiero a svolte con brevi tratti rocciosi, piegando poi a sinistra in piano sotto la grigia e verticale parete ovest della Grotta Dazi, alla cui base sgorga una fresca sorgente. Si aggira a sinistra la parete e si raggiunge la selletta Bochèt dei Concolì (1207 m, 0,30 h, cartelli). Da qui andare a sinistra per il Sentiero Rino Zanotti che segue una trincea e risale a svolte un pendio fino a raggiungere la sovrastante dorsale. Seguirla verso sinistra raggiungendo i resti di alcune fortificazioni militari, dove girare a sinistra (segnavia su muretto) e proseguire per traccia lasciando a destra un promontorio roccioso sotto cui si attraversa per bosco. Scendendo un paio di strette svolte si continua sotto cresta sul versante occidentale per poi risalire fino alla cresta che la traccia segue a tratti e spesso evita a sinistra. E' questo il tratto più bello e panoramico dell'itinerario: nonostante la vista sia spesso disturbata dalla vegetazione il sottostante azzurro Lago di Garda è incredibilmente fotogenico. Accanto ai numerosi resti di trinceramenti austriaci, si accompagnano le immagini della lunga catena del Monte Baldo, del vicino Monte Stivo, della catena delle Alpi di Ledro tra cui si riconoscono il Monte Tofino e i Corni di Pichea, mentre a sud si stendono senza soluzione di continuità sino alla pianura i monti del Garda tra cui il Tremalzo, il Carone e la Cima al Bal. Passando per varie postazioni militari, fra cui una a semicerchio per cannone, si raggiunge un quadrivio con cartelli (0,45 h). Lasciare a destra il sentiero per Cima SAT e la Capanna S. Barbara e continuare dritti per il sent. 417 che aggira la cima a est in un boschetto di faggi, raggiungendo un panoramico pulpito roccioso con un alto monolite squadrato in basso a sinistra. Piegando a sinistra la traccia risale con alcune svolte e percorre una breve cengetta passando per una caverna sotto la cima, quindi si immette in una trincea ad arco che aggira la vetta. In pochi passi per zolle d'erba si guadagna la panoramica sommità con cartello (0,15 h). Panorama vastissimo dal Lago di Garda alle cime delle Alpi di Ledro con la Cima d'Oro in primo piano, le Dolomiti di Brenta in lontananza, il Monte Misone e il Monte Stivo con la piana di Arco e altri quattro azzurri specchi d'acqua: il Lago di Tenno, il Lago di Cavedine, il Lago di Molveno e il Lago di Toblino. Dalla vetta è anche possibile raggiungere le due punte della Cima Ovest (1541 - 1542 m) scendendo verso ovest per traccia.
Come per la salita.
La vetta e i suoi versanti sono disseminati di resti di fortificazioni austriache: le prime costruzioni risalgono al 1861, poi rafforzate durante la Grande Guerra in modo da farne uno dei luoghi più muniti di questa parte del fronte. Sulla vetta, collegata con una teleferica a Riva, sorgeva un osservatorio oltre a numerose postazioni d'artiglieria e le guarnigioni erano rifornite tramite l'acquedotto proveniente dalla Cima d'Oro. Tali fortificazioni furono attaccate dagli italiani, con scarso esito, nell'aprile 1916 e ancora oggi si possono visitare caverne, camminamenti, trincee, osservatori e resti di baracche.
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