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![]() Il Pelmo visto dal Monte Rite |
Regione: Veneto (Belluno) ![]() Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Dolomiti di Zoldo Provincia: Belluno Punto di partenza: P.so Staulanza (q. 1766 m) o Zoppé in Val di Zoldo (q. 1545 m) Versante di salita: E-S Dislivello di salita: 1400 m - Totale: 2800 m Tempo di salita: 7,00 h - Totale: 11,00 h Periodo consigliato: luglio - settembre |
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Il Monte Pelmo è una delle ciclopiche vette oltre i 3000 m delle Dolomiti, ufficialmente salita per la prima volta da John Ball il 19 settembre 1857 per la vertiginosa cengia rocciosa che porta il suo nome. Cima lunga ed impegnativa da salire, che richiede allenamento, passo sicuro ed assenza di vertigini, assolutamente da non sottovalutare sia per la lunghezza che per l´esposizione dei passaggi in roccia.
Dal passo seguire il sentiero n. 472 che aggira a sud Pelmetto e Pelmo, attraverso boschi e ghiaioni. A metà percorso, in corrispondenza del canalone fra Pelmetto e Pelmo, indicazione per tracce di dinosauro sotto il Pelmetto. Il sentiero conduce fino al Rif. Venezia (2-2,30 h). Da Zoppé al Rif. Venezia per stradina sterrata in ca. 1,45 h, 200 m di dislivello in più.
Dal Rif. Venezia seguire il sentiero n. 480 a destra (NW) fra i mughi e poi la traccia per ghiaione verso sinistra (all´attacco 20´). Per cengia a gradoni, che man mano si restringe, fino a delle placche chiare da risalire a destra (30 m, 1 chiodo), raggiungendo così la cengia di Ball. Seguire la cengia verso sinistra in traversata pianeggiante per ca. 900 m, sopra alte pareti sul versante S, aggirando alcune sporgenze ed i rientramenti di tre canali successivi, con percorso molto esposto e qualche gradino (I). Il secondo rientramento è il P.so dello Stemma, il terzo è il famoso P.so del Gatto (cengia a tetto), da superare strisciando carponi o stando all´esterno su roccia lisciata e oltremodo esposta (II, 1 chiodo). Si raggiunge così il canalone al limite inferiore del ghiaione centrale che scende nel grande vallone detritico, lo si rimonta interamente per tornanti (ometti) fino ai piedi di una parete, poi a sinistra per roccette e detriti fino ad entrare nella conca del nevaio superiore; passare in alto a destra su gradoni rocciosi e strati inclinati fino al nevaio. Risalire tutto il nevaio in obliquo verso sinistra (W), tenendosi a sinistra fino a raggiungere la cresta W nel punto in cui è più bassa (ometti e tracce di passaggio, percorso non sempre obbligato). Da qui seguire la cresta finale SW, un po´ affilata ed aerea (un ultimo passaggio è reso più semplice dalla presenza di uno spezzone di corda), fino alla cima.
Come per la salita, in 2,30 - 3 h al Rif. Venezia. Possibilità di tornare al P.so Staulanza per la Forc. Val d´Arcia o la Forc. Rossa, ma richiede una ulteriore faticosa salita su ghiaioni.
Salita lunga e fisicamente impegnativa, richiesta attenzione lungo la cengia di Ball, molto stretta ed esposta nei tre tratti interrotti e con appigli lisciati dall´uso. Lungo la cengia sono presenti una decina di chiodi in alcuni punti esposti (negli attraversamenti dei tre canali), ma non in tutti i punti non facili (obiettivamente improteggibili). Utili anche un paio di cordini lunghi per le numerose clessidre (spesso evidenziate da macchie a vernice) che possono essere usate lungo la cengia. Nel Passo del Gatto è presente una corda fissa abbastanza vecchia. Presente anche un chiodo (giallo) nella cresta terminale. Utile la piccozza ad inizio stagione.
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Vista dal Bosconero | Lungo la cengia di Ball | Uscita dalla cengia di Ball |
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