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Verso la cima |
Regione: Piemonte (Torino)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Cozie - Gruppo Assietta Rocciavrè Provincia: Torino Punto di partenza: Piazzale dell'Alpe Colombino (q. 1250 m) - Val Sangone Versante di salita: N Dislivello di salita: 885 m - Totale: 1770 m Tempo di salita: 2,00 h - Totale: 3,00 h Periodo consigliato: tutto l'anno |
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Questo suggestivo monte si eleva a SW di Giaveno (TO) e, con il suo profilo ben definito, con profili morbidi orientati verso Nord è ben visibile da tutta Torino. Rappresenta la massima elevazione dello spartiacque tra la Valsangone e la bassa Val Chisone, notevolissimo punto panoramico sull’intera pianura torinese.
Dal piazzale dell'Alpe Colombino bisogna avviarsi verso W seguendo l'evidente carrareccia che, con una lunga mezzacosta e passando a sin. della torre della ex seggiovia, conduce al colletto del Pian del Secco ben visibile dal piazzale (q. 1434 m; 20').
Piegando a sinistra si segue la cresta N della Punta Aquila. Larga come un vero pendio, di media e uniforme inclinazione, adduce ad una prominenza (q. 1600 m; 35') seguita da un crinale più marcato. Si attacca così direttamente la seconda e più decisa rampa che termina ai fabbricati oggi in rovina della ex-stazione d'arrivo della seggiovia ubicata nei pressi di Punta delle Lese (q. 1857 m; 1,10 h). Passando fra i due fabbricati si avanza poi in piano sul vicino filo di cresta che, poco oltre, si allarga in un pendio di media pendenza convesso e con ripide fiancate in un tratto che culmina con un'altra prominenza (q. 2000 m; 1,20 h). Da qui è possibile seguire due vie che giungono entrambe ad un casotto di cemento armato posto sulla cresta a q. 2115 m:
- sulla sinistra si segue un dolce e rettilineo percorso che giunge sino alla ben visibile cappella della Madonna della Pace presso il Colle dell'Aquila a q. 2065 m; da qui poi, piegando a destra si percorre il filo di cresta molto elementare sino al casotto
- sulla destra invece, la via di solito più seguita, continua sul crinale largo e poco ripido della cresta N che termina direttamente al casotto di cemento armato, senza passare alla chiesetta. Superato un breve tratto di crestina rocciosa, da percorrere con molta attenzione in presenza di neve, si giunge così in breve ad un piccolo spiazzo dove si eleva una croce metallica (q. 2125 m; 2 h).
Come per la salita.
L’itinerario nel suo sviluppo non presenta alcuna difficoltà di orientamento, in quanto segue fedelmente la cresta N che unisce le cime sino alla vetta dell'Aquila.
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