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![]() Cresta di salita |
Regione: Trentino Alto Adige (Bolzano) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Retiche - Gruppo Ortles Cevedale Provincia: Bolzano Punto di partenza: Rif. Città di Milano (q. 2581 m) Versante di salita: N Dislivello di salita: 780 m - Totale: 1560 m Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 7,00 h Periodo consigliato: estate |
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Cima d´interesse secondario che viene toccata in prevalenza per la traversata della costiera del Madriccio oppure dalla Val Martello dove presenta un accesso escursionistico. Verso N offre invece una cresta piuttoso affilata che riserba un carattere seriamete alpinistico, non tanto per le difficolta tecniche ma per i detriti veramente insidiosi che la ricoprono. Davanti all´escursionistico Beltovo una cima severa e poco frequentata che offre un pò di avventura.
Da Merano, seguendo le indicazioni per Passo Resia e Passo Stelvio si percorre tutta la Val Venosta fino al bivio per Prato allo Stelvio. Si segue per questo paese, lo si attraversa (seguendo per Passo Stelvio) e si sale la valle che porta a Trafoi. Giunti al paesino di Gomagoi si segue la strada per Solda che si percorre fino a quest´ultimo (13 km da Prato), si attraversa il paese fino alla funivia di Solda.
Dalla stazione a monte della funivia (rifugio Città di Milano) si sale lo stradone che punta verso il Passo del Madriccio ( la cima è quella che appare sulla destra del passo) che si raggiunge dopo 1,00 h di monotona salita sotto gli skilift. Dal passo in salita a destra per roccette fino a dove compaiono i primi segnavia gialli. in salita per queste roccette per scendere poi rapidamente a sinistra per una ripida traccia nei ghiaioni. Si aggira uno spigolo della cresta per poi rimontare la cresta lungo uno stretto e ripido canalino (girato lo spigolo, il secondo canalino, in alto a sinistra). Si seguono i bolli gialli fino ad un profondo intaglio della cresta. Sulla roccetta di destra (molto esposto, II, bollo) si guadagna una cengetta e poi si scala una successiva roccetta (I, roccia rotta) per giungere ad un terrazzo. Proseguendo per blocchi e sfasciumi si giunge alla sommita di un canalone aperto nel fianco E del monte. Sul lato opposto c´è una paretina con un bollo giallo che va superata direttamente lungo un´evidente fessura (III-, 4 m). Sopra la parete una traccia di sentiero che poi si perde tra gli sfaciumi porta in cima alla spalla. Si segue a questo punto il filo della cresta, aggirando a sinistra uno spuntone di rocce rotte per guadagnare il ghiaione sommitale della cima. Di qui, per roccette (I) si attacca il castello sommitale. Si supera una prima paretina di blocchi accatastati (II, 4 m) e successivamente una seconda più ripida (II+, 6 m, molto esposto) e si sbuca sul pianoro sommitale con la grande croce.
Come per la salita. Se si vuole evitare la discesa lungo gli sfasciumi appena percorsi si scende il largo pendio E lungo i ghiaioni e la lunga Valle del Pozzo per arivare in Val Martello in prossimità del rifugio Corsi (ore 3,00 dalla cima, molto faticoso). Per chi vuole proseguire la traversata della costiera del Madriccio può scendere lungo la cresta S per blocchi e sfasciumi fino al passo Pozzo e di qui risalire all´omonima cima per un erto pendio di blocchi (circa II, roccia malsicura, ore 1,30-2,00 dalla cima Madriccio).
Le roccie sfasciate ed il ghiaino che ricopre la cresta richiedono attenzione. Sebbene la via non sia difficile è meglio munirsi dell´attrezzatura da roccia (meglio averla che soffrirne la mancanza).
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