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Via normale in rosso. Cresta sud in giallo. |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Ortles Cevedale Provincia: Sondrio Punto di partenza: Rif. Berni al Passo del Gavia (q. 2541 m) Versante di salita: SW Dislivello di salita: 1200 m - Totale: 2400 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: estate |
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Dal passo del Gavia, la Punta San Matteo si presenta come una piramide rocciosa che domina il ghiacciaio di Dosegù. Teatro di aspri combattimenti durante la prima guerra mondiale tra truppe Italiane ed Austriache, in una galleria sotto la cima, vi trovò la morte il capitano degli alpini Arnaldo Berni al quale è stato intitolato il rifugio vicino al passo del Gavia. Zona ricca di storia e vetta tra le più importanti della famosa traversata delle 13 cime.
In auto si raggiunge il rifugio Berni al Passo del Gavia (rifugio CAI 60 posti letto), punto di partenza della nostra salita, da Ponte di Legno in Vallecamonica (BS) o da Santa Caterina Valfurva (SO).
Si segue il sentiero n°42 con indicazione San Matteo, si supera il rudere del vecchio rifugio con un tratto in falsopiano, si scende nella vallata di Dosegù e poi si prosegue attaccando la ripida morena che porta alla vedretta (ore 1,30). Messo piede sul ghiacciaio si risale fino sotto la seraccata che si supera sulla destra, nel tratto meno ripido (30°,stare subito a sinistra di un isolotto roccioso). Fare attenzione soprattutto in discesa in presenza di ghiaccio vivo. Adesso si prosegue lungo il ghiacciaio in direzione della cima, si superano due tratti un po’ ripidi e si arriva sotto la piramide della vetta. Da qui, la via normale, sale sempre più ripida verso una punta rocciosa a sinistra della cima, un breve canalino (45°) porta in cresta, la si segue e poi si risale la pala (45°) fino alla croce di vetta (q. 3678 m - ore 2,30).
VARIANTE PER LA CRESTA SUD: giunti sotto la piramide della vetta, si punta a destra verso il colle alla base della cresta sud. Si risale la cresta poco definita su terreno misto un po’ friabile con qualche passo di I e II e si arriva alla base di un salto di roccia più compatta dove la cresta si fa più marcata. Questo tratto si supera sulla destra per una spaccatura di circa 30 metri (II), con un saltino verticale verso la fine, un po’ più impegnativo ( un passo di III-). Appena sopra si trova un chiodo per una eventuale sosta. Ora si prosegue più facilmente lungo una cengia e poi lungo la cresta fino in vetta (q. 3678 m - ore 3).
Lungo la via normale.
Percorrendo la variante della cresta sud e scendendo dalla normale si compie certamente una salita più completa e gratificante. Fare particolare attenzione al primo tratto di cresta un po’ friabile dove può venire utile il caschetto e alla ripida discesa dalla normale. Portare qualche cordino per rinviare su spuntoni nel tratto più impegnativo dove comunque la roccia è abbastanza solida. Sul ghiacciaio la pista è in genere ben tracciata.
Salendo la cresta sud. | In vetta. | Discesa lungo la normale. |
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