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Resegone - Sentiero delle Creste - 1875 m


Relazione della salita - Cima n° 707


Via Normale Resegone - Sentiero delle Creste
Il Sentiero delle Creste ed il Rifugio Azzoni
Regione: Lombardia (LeccoItaliane

Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Prealpi Lombarde - Gruppo Resegone

Provincia: Lecco

Punto di partenza: Erve (q. 566 m)

Versante di salita: S

Dislivello di salita: 1309 m - Totale: 2620 m

Tempo di salita: 5,30 h - Totale: 8,00 h

Periodo consigliato: primavera - estate - autunno

Valle: Valle del Vajont - Altre cime della Valle del Vajont
Punti di appoggio: Rifugio Alpinisti Monzesi (q. 1173 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Sentiero segnato
Difficoltà:   EE (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: si
Cartografia: KOMPASS - Lago di Como, Lago di Lugano 1:50000
Autore: Guido C.  Profilo di Guido C. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 16/05/2008
Data pubblicazione: 09/06/2008
N° di visualizzazioni: 58824
N° voti: 12 - Voto medio: Voto 4 stelle

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Introduzione:

Pur non essendo una "via normale" abbiamo deciso di inserirla sia per la sua innegabile bellezza e varietà, sia perchè in effetti può essere considerata a tutti gli effetti la via normale di salita alla Punta di Piazzo, estrema propaggine meridionale della frastagliata catena del Monte Resegone.
Escursione impegnativa per la sua lunghezza e per i passaggi di roccette che si incontrano sul percorso di cresta e faticosa anche sotto un profilo più prettamente “atletico”. Interessante però senza dubbio per la singolare prospettiva di ascesa a questa nota montagna di manzoniana memoria e per gli scorci che il percorso potrà di sicuro donarci.


Accesso:

Avvicinamento automobilistico.

Percorrere la superstrada Milano – Lecco, oltrepassando la galleria del Monte Barro ed imboccando la prima uscita a destra (Lecco Bione – Bergamo). Seguire le indicazioni per Bergamo, costeggiando la riva sinistra dell’Adda, sino al Lago di Garlate. Seguire per un tratto la SS 639 oltrepassando l’abitato di Calolziocorte ed imboccando sulla sinistra (indicazioni) la SP 181 per Erve. Giunti al piccolo abitato (grazie ad una ardita strada) lo si attraversa lungo la direzione principale, parcheggiando al termine della strada asfaltata nei pressi di una piccola rotatoria.


Descrizione della salita:

Prima parte: al Rifugio Alpinisti Monzesi

Partenza: 566 m., Erve.
Arrivo: 1173 m., Rifugio Alpinisti Monzesi.
Profilo altimetrico: 607 m.
Tempo medio di percorrenza: 2 ore.
Tipo ambiente: sentiero.
Difficoltà: E.
Segnaletica: bandierine rosse e bianche, rosse bianco gialle, segnali a vernice.

Lasciata l’auto si attraversa un bel ponte a schiena d’asino portandosi sulla riva destra del torrente Galavesa. Proseguendo poi in falsopiano si ignora la deviazione a destra per il Pian Munik e si prosegue giungendo dopo circa 20 minuti ad un ampio pianoro, piegando verso destra e risalendo il versante destro idrografico della Val Galavesa. Si oltrepassa una baita con fontana (Prà della Cà), ignorando la variante a sinistra per il sentiero Prà di Ratt) ritornando sulla riva del torrente sino ad oltrepassarlo al bel ponte del Bruco. Sull’altra riva un affluente del Galavesa getta le sue acque nel torrente principale e, tra quest’ultimo ed il primo, sgorga la buonissima acqua della sorgente San Carlo. Risalendo a mezza costa e guadando più a monte il torrente si ritorna sul lato sinistro della valle imboccando una comoda traccia di sentiero, dapprima in non pronunciata ascesa, poi in più sostenuta, ma mai eccessivamente faticosa, salita. Si piega dapprima verso destra (si incontrano le indicazioni verso sinistra per il rifugio), poi verso sinistra, per coronare la testata della valle, poi ancora verso destra in più rapida salita verso un crocefisso ligneo. Si taglia il pendio boscoso oltrepassando una deviazione a sinistra (Monte Magnodeno, cartello giallo) e, poco oltre, si supera una piccola baita, un boschetto di conifere e si raggiunge il Rifugio Alpinisti Monzesi (1173 m., 2 ore circa).

Seconda Parte: il Sentiero delle Creste

Quota di partenza: 1173 m., Rifugio Alpinisti Monzesi.
Quota Cima: 1875 m., vetta.
Profilo altimetrico: 700 m. circa di dislivello, escludendo numerosi saliscendi.
Tempo medio di percorrenza: 3 ore e mezza.
Tipo ambiente: cresta.
Difficoltà: EE
Segnaletica: bandierine rosse e bianche, traccia di sentiero.

Dal rifugio si prosegue verso destra (ballatoio del rifugio) sino ad imboccare il sentiero che oltrepassa il canale di Val Nigra portandosi a mezza cosa (corrimano) sulla testata della Val Galavesa. Si oltrepassano alcune vecchie ed oramai abbandonate miniere di piombo (Miniere della Passata, risalenti alla fine dell’800) e si raggiunge il pianoro della Passata (1244 m., 35’ dal rifugio). Qui è presente un antico cippo di confine dello Stato di Milano, risalente agli ultimi decenni del XVIII secolo. Poco prima del pianoro, sulla sinistra, un cartello indica il sentiero delle creste che dovremo imboccare. In rapida ascesa dapprima nel bosco, poi tra vegetazione più rada, si risale con fatica, incontrando alcune catene ed inerpicandosi su terreno prativo sempre più erto e faticoso sino a culminare nella Punta di Piazzo (1645 m., cippo di vetta, 1 ora dalla Passata). Da qui è possibile sorprendersi, osservando la mole del Resegone e la lunghezza del percorso che ancora ci attende. Si ridiscende per una sessantina di metri (che poi, purtroppo andranno risaliti, ma questa è una costante dei percorsi di cresta), proseguendo a volte in cresta ed a volte a mezza costa (sul versante orientale), oltrepassando la Porta di Serrada, il Pizzo Brumano, il Pizzo Dàina, e la Torre di Val Nigra. I passaggi impegnativi sono pochi (perlopiù presenti nell’ultimo tratto, quando la risalita di alcuni canalini rocciosi richiede l’aiuto anche delle mani, con difficoltà che non oltrepassano mai il II°- U.I.A.A.); il percorso è sempre fisicamente faticoso, seppur “artisticamente” molto piacevole, svolgendosi in quota, tra porzioni di prato, di roccia ed erica; e, se percorso in primavera (attenzione ad eventuale neve residua), offre la possibilità di assistere ad un vero e proprio risveglio della natura. Oltrepassata la Torre di Val Nigra, proprio al di sopra del Rifugio Alpinisti Monzesi, ci si avvicina sempre più alla Cresta Ovest del Resegone e, poco dopo, con un tratto a mezza costa, si raggiunge il Rifugio Azzoni (1860 m.). Da qui altri 25 metri di dislivello condurranno alla vetta del Monte Resegone (1875 m., 3 ore e 30’ circa dal Rifugio Alpinisti Monzesi).


Discesa:

Terza parte: discesa

Partenza: 1875 m., vetta.
Arrivo: 566 m., Erve.
Profilo Altimetrico: 1309 m.
Tempo medio di percorrenza: 2 ore e 30’ circa.
Difficoltà: EE, poi E.
Individuazione del percorso: segnavia 11, bandierine bianco-rosse, traccia di sentiero.

Dal Rifugio Azzoni ci si affaccia verso Ovest, scendendo la balconata antistante al rifugio e percorrendo il Canale di Val Nigra. Il canale può essere percorso senza seguire un itinerario obbligato (attenzione ad eventuali escursionisti che precedono ed alla caduta sassi). Ci si mantiene al centro, (segnavia 11) evitando di imboccare verso destra il sentiero che oltrepassando la cresta occidentale si porta verso il Passo del Fò ed i Piani d’Erna. Scosceso e sdrucciolevole ci conduce in circa 30’ all’imbuto mediano, laddove il canalone si fa più stretto e difficile (passaggi di II°). Individuando il percorso più semplice si continua a scendere, affiancati da impressionanti pareti e giochi di rocce, sino a confluire su di un percorso meno accidentato ed addentrandosi nel bosco. Altri trenta minuti ci permetteranno di raggiungere il rifugio Alpinisti Monzesi. Da qui l’itinerario di discesa non si discosta dal primo tratto affrontato in questa escursione e, in ulteriore 1 ora e 15’ di discesa, saremo condotti al nostro tanto agognato veicolo di trasporto.


Note:

I tempi di percorrenza, per quanto concerne la seconda parte (ascesa vera e propria per cresta), sono stati un poco dilatati: l´obiettivo è infatti quello di una descrizione "escursionistica" (e per ciò culturale, coscienziosa, rispettosa) e non invece "sportiva". Spesso infatti, in talune relazioni anche autorevoli stampate su libri, vengono riportati tempi di percorrenza fattibili solo se in possesso di spiccate doti atletiche o di preparazioni simil-agonistiche. Non si comprende il perchè di questa scelta. Preferiamo che il lettore si ponga nei confronti della montagna con quel rispetto che a volte potrà anche imporre una rinuncia, ma che di sicuro si rivelerà maggiormente proficuo e per la propria soddisfazione e per la propria sicurezza. A volte "esagerare" (ma non troppo) può difatti servire a riconsegnare quella giusta dimensione globale che troppi pseudo escursionisti troppo impegnati nella prestazione a volte dimenticano...


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