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Regione: Lombardia (Lecco)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Grigne Provincia: Lecco Punto di partenza: Sonvico, frazione di Mandello del Lario (q. 390 m) Versante di salita: S, S-W Dislivello di salita: 1000 m - Totale: 2000 m Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 5,00 h Periodo consigliato: primavera - autunno |
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Lo Zucco di Sileggio è la montagna che si erge sopra Mandello del Lario. Eccezionale punto panoramico sul Lago stesso, sulle montagne che lo circondano, sulle Grigne, presenta, nelle giornate terse, un panorama che comprende, oltre alle montagne citate, il Rosa e gli altri 4000 tra Italia e Svizzera. Il fianco sud-ovest presenta un itinerario attrezzato di cresta che, passando per lo Zucco di Tura e lo Zucco di Mortirolo, porta con una ferratina senza particolari difficoltà tecniche alla cima. La quota relativamente bassa, il buono stato e la buona disposizione delle attrezzature, le ottime segnalazioni e le numerose possibilità di "fuga" fanno di questo itinerario una gita gettonata e gettonabile in quasi ogni stagione. Recentemente (2007) proprio sotto la vetta, subito a Nord, è stato eretto un Bivacco fisso, utile in caso di maltempo per gli escursionisti o per chi volesse passare la notte per vedere i giochi di luce che un´alba su questo belvedere può offrire.
Da Sonvico (parcheggio con non grande disponibilità di posti) si seguono i segnavia ed i cartelli che, passando per il paese, si dirigono verso la Via Crucis (segn. 15) che, in pendenza continua ma mai eccessiva, in circa 40 minuti porta al ricovero ed alla chiesa di Santa Maria. Si segue ancora per pochi metri il sentiero 15 che continua per la Val d´Era, fino a trovare a sx. un cartello che indica il sent. 17b - Zucco di Sileggio cresta sud-ovest. Si sale per tracce ben più ripide fino ad un ripiano con teleferica posto proprio sopra la chiesa di Santa Maria e si volge verso nord, per ripidissime tracce. Inizia qui (10 min. da Santa Maria) la salita che ci porterà a scavalcare lo Zucco di Tura, lo Zucco di Mortirolo e, infine, lo Zucco di Sileggio.
Partiti dal ripiano con teleferica, con ottimi segnavia celesti (a minio e paline) dopo circa 30 min., ormai sulla cresta sud dello Zucco di Tura (prima delle tre elevazioni che toccheremo), incontriamo un primo, facilissimo tratto di roccette, al limite inferiore del I grado UIAA, cui segue un altro tratto di sentiero ripido ed una seconda placchetta appoggiata, anch´essa di I grado, attrezzata con catena. In questi punti, poco esposti, non si sente la necessità di assicurarsi e le roccette offrono appigli e appoggi che rendono la salita molto più agevole che a far trazione sulla catena. Dopo un ulteriore tratto di ripido sentiero, inizia un tratto attrezzato ben più lungo ed esposto che, pur non presentando difficoltà tecniche, si svolge tra roccette e pendii erbosi con pietrisco, quindi piuttosto infidi e che "caldeggiano" l´idea di indossare imbrago, kit e caschetto. Circa 100 mt di catena accompagnano l´escursionista, che farà, comunque, bene a non utilizzare le catene se non per l´autoassicurazione: le catene, infatti, pensate più per garantire sicurezza in caso di neve o bagnato, sono piuttsto lasche e non si prestano alla risalita "di braccia". In poco tempo, tuttavia, le prime difficoltà finiscono e ci si trova sulla piatta cima dello Zucco di Tura (q. 1051 m), da dove possiamo osservare la prosecuzione dell´itinerario proprio di fronte a noi. Il sentiero scende leggermente ad Est, per pochi metri, ad incontrare a destra una possibile deviazione, segnata e con una fune metallica per assicurare e facilitare l´eventuale discesa verso la Val d´Era. Dal bivio si sale a prendere un´altra traccia, anch´essa ripida, che in breve ci porta sulla vetta dello Zucco di Mortirolo (q. 1157 m). Il percorso attrezzato che ci attende per completare l´ascesa diventa ora evidente: sulla parete dello Zucco di Sileggio sono ben visibili due scale, il cavo e la catena. Prima di arrivare alle scale, tuttavia, bisogna superare un passaggetto divertente e simpatico, una fessura-camino di tre-quattro metri che richiede un minimo di attenzione nel saper trovare gli appoggi alla partenza e per la quale le catene presenti risultano in realtà fuorvianti: tenendosi un po´ a destra, seguendo la salita naturale della fessura camino, il passaggio si risolve con due passi di poco più di un secondo grado UIAA. Dopo questo piacevolissimo passaggio, in breve si giunge alla base delle due scale, la prima delle quali un po´ strapiombante, la seconda un po´ più appoggiata, unite da una barra di ferro che facilita il passaggio da una scala all´altra. Al termine delle scale, ancora poche decine di metri di roccette attrezzate, poi altri cinque-dieci minuti di salita per ripida traccia con davanti la grande croce metallica che segna, a circa due dalla chiesa di Santa Maria, la fine della salita e la possibilità di gustarsi, col riposo, panorami che sembrano infiniti.
Scesi dalla cima in direzione N, dopo aver lasciato a destra il Bivacco Sforza, si incontrano presto i segnavia che indicano la possibilità di scendere, con ripida traccia, verso W (via più rapida per tornare a Sonvico). Tempo permettendo, conviene scendere fino alla Bocchetta di Verdascia e da qui continuare prima verso E e poi verso S per il sent. 17a in direzione Somana. Un sentiero ben tracciato, molto ripido all´inizio, porterà velocemente alla Casera di Angiolitt e alle case di Era Alta. Altri cartelli indicatori ci indicano di continuare la discesa verso S, al di sopra della Val d´Era. Dopo un tratto pianeggiante, il sentiero si abbasserà fino a ricongiungersi con il sent. 15, percorso all´andata, poco prima della chiesa di Santa Maria, da dove, in al massimo un´altra mezz´oretta di riposante camminata. per un totale di circa due ore di discesa, si torna a Sonvico.
Escursione impegnativa, in quanto i sentieri, molto ripidi, se da un lato permettono di prendere velocemente quota, dall´altro risultano, tuttavia, abbastanza faticosi. La ferratina dello Zucco di Sileggio è da considerarsi poco difficile (A con un paio di passaggi B), anche se lo superamento delle due scale può fare "impressione" ad eventuali neofiti. Nel complesso, un´escursione molto piacevole, gratificante per il fisico e, soprattutto, per gli occhi: i panorami - se la giornata è tersa - permettono di osservare da un punto privilegiato il Grignone, la Grignetta, i monti lariani e, a distanza ma molto ben distinguibili il Rosa, il Cervino ed i 4000 svizzeri, fino a riconoscere, a nord, la piramide del Finsteraarhorn... Ideale a primavera ed in autunno.
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