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La Palla Bianca con la parte superiore del percorso |
Regione: Trentino Alto Adige (Bolzano)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Palla Bianca Provincia: Bolzano Punto di partenza: Maso Corto (q. 2014 m) Val Senales Versante di salita: S-E-S Dislivello di salita: 1727 m - Totale: 3454 m Tempo di salita: 6-7 h - Totale: 11-12 h Periodo consigliato: estate |
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La Palla Bianca è la cima più alta delle Alpi Venoste e si trova al confine con l´Austria, a nord della Val Venosta. Da tutti i suoi versanti partono immensi ghiacciai e la sua forma arrotondata è sicuramente all´origine del suo nome. L´intinerario più semplice percorre il pendio ghiacciato e la cresta sud, che partono dal Passo della Vedretta. Questo passo può essere raggiunto da più parti: da nord, dalla Val Lunga attraverso la Forcella di Palla Bianca; da sud-ovest, dalla Val di Mazia, e da sud-est, dalla Val Senales. Quest´ultimo è l´intinerario che sarà descritto.
Dal parcheggio alla fine della Val Senales si sale lungo la strada asfaltata in direzione nord e oltrepassate le stazioni a valle delle funivie (la prima è quella delle piste da sci, la seconda è quella del rif. Bellavista)la strada diventa sterrata e prosegue (segnavia N.3 - indicazioni per il rif. Bellavista) divenedo un sentiero ben tracciato che risale a mezza costa i pendii di sinistra della valle, sotto il cono roccioso della Punta delle Frane. Dopo circa 2,30-3 ore di cammino si incontra il bivio dove parte, a sinistra, il sentierino (indicazioni) per la Palla Bianca. Ora, se si decide di spezzare in due giorni l´ascesa, si prosegue per circa 20 minuti fino al rifugio Bellavista (q. 2842 m - privato), lasciando a sinistra il sentierino.
Dal rifugio si ridiscende per lo stesso sentiero per circa 100 metri di dislivello fino al bivio dove si prende il sentierino che parte a destra e si comincia a salire in direzione ovest prendendo quota costantemente, attraversando conche ed avvallamenti detritici e, a seconda della stagione, attraversando numerosi nevai (attenzione a non perdere le tracce, non sempre evidenti e ben segnalate). Il sentiero continua a mezzacosta verso ovest, attraversando una ripida terrazza morenica alla base delle rocce della Cresta del Diavolo, che viene raggiunta dopo un erto pendio su un rialzo roccioso a quota 3170 m (ore 2 dal rifugio). Ora è evidente la parte successiva del percorso. La traccia (ometti) prosegue, sempre verso ovest, sulla cresta che fa´ da confine tra Italia e Austria, e scavalcando su terreno misto alcuni risalti secondari giungiamo alla Bocchetta delle Frane, una modesta forcella posta all´estremità occidentale della Cresta del Diavolo. Si scende di pochi metri sul ghiacciaio dell´Hintereis, in territorio austriaco, e compiendo un ampio giro in direzione della Bocchetta della Vedretta (attenzione ai crepacci), si percorre questo ghiacciaio in salita, prima dolcemente, poi, dopo aver incrociato le tracce che vengono da destra, dalla Forcella di Palla Bianca, via via con maggiore pendenza si percorre il ripido pendio che ci porta al passo. Giunti sulla Bocchetta della Vedretta (q.3471 ore 3-3,30 dal rifugio), si incrociano le tracce che giungono da sinistra ovvero dalla via normale che parte dalla Val Mazia. Si piega ora a destra dove ci aspetta un erto pendio ghiacciato di oltre 200 m di dislivello che si supera faticosamente e che a seconda delle stagioni e dell´innevamento può rivelarsi più o meno difficile. Superato il pendio si continua sul dorso della sovrastante cresta sud ed in leggera salita ci porta sull´anticima nevosa della Palla Bianca dalla quale parte l´ultimo tratto roccioso per la vetta. Questo tratto di circa 50-60 metri non è particolarmente difficile (I) ma può diventare pericoloso in caso di vetrato, nei punti più esposti, o di affollamento di cordate. Sulla poco spaziosa vetta ci attende la croce metallica ed un panorama fantastico su tutte la Alpi Venoste ed oltre (ore 4-5 dal rifugio).
Si può scendere per lo stesso intinerario oppure, avendo la possibilità di farsi venire a prendere, si possono seguire le tracce che scendono verso la Val Mazia o la Val Lunga, compiendo così una traversata molto appagante.
Intinerario da non sottovalutare per la lunghezza, l´altitudine e i pericoli legati all´attraversamento di ghiacciai.
Il pendio sotto la cresta finale. | Il tratto roccioso finale | In vetta |
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