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Il Campanile Toro salendo all´attacco della via. |
Regione: Veneto (Belluno)
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Clautani Provincia: Belluno Punto di partenza: Rif. Padova (q. 1300 m) Versante di salita: N Dislivello di salita: 160 m - Totale: 2100 m Tempo di salita: 3.30 h - Totale: 6.15 h Periodo consigliato: estate |
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Bellissima salita a questo Campanile che da lontano sembrerebbe opporre ben altre difficoltà. Via d’ambiente remunerativa anche se faticosa nell´avvicinamento in uno dei posti più belli delle Dolomiti di Sinistra Piave. La via è stata recentemente sistemata con il posizionamento di nuove soste lungo il percorso (v. note per gli aggiornamenti sullo stato del percorso).
L’attacco si raggiunge salendo dal rifugio Padova il sentiero CAI 357 fino alle tabelle che indicano il Cadin di Toro. Qui si devia a destra per buona traccia fin quando questa sale per ghiaie. Da qui non si sale il ghiaione che si ha di fronte ma bisogna andare alla destra del Campanile Toro e risalire le ghiaie che scendono da forcella Le Corde. Prima per evidente traccia, poi seguendo più faticosamente qualche bollo e qualche ometto, si perviene alla base del campanile. Si attacca qualche decina di metri sotto la forcella poco sopra una terrazza di ghiaie (ore 2).
La salita, date le difficoltà non certo escursionistiche, può essere così divisa in tiri di corda:
L1: dalla nicchia nei pressi del bollo una cengetta verso sinistra porta sotto una paretina ove si perviene la sosta (20 m, II).
L2: salire da prima una facile paretina (II) e poi il camino/diedro che sale obliquo a destra (II). Continuare ancora lungo la stessa linea ove il diedro lascia spazio a una larga fenditura (III+, chiodo) che risale fino alla sosta su comoda cengia (30 m, III).
L3: ci si sposta a sinistra di un paio di metri e si risale a destra una rampa gradonata fino al suo termine sulla grande cengia mediana (30 m, II con un passo di III).
Trasferimento: lungo la cengia mediana in conserva per 50 metri verso destra fino a trovare un ometto poco prima dell’interruzione della cengia. Nessuna difficoltà. Eventualmente sosta da attrezzare.
L4: salire il largo camino tenendosi a sinistra (I/II). Lasciarsi il fondo di questo alla propria destra e rimanere sullo spigolo che viene a formarsi sopra (II). Effettuare un passaggio aereo a sinistra (II+) e continuare fino alla grande cengia (II) dove si trova lo sosta (50 m, II/II+).
L5: continuare qualche metro lungo la cengia e attaccare l’evidente rampa che sale verso la cima fin sopra il masso incastrato dove si nota la sosta (30 m, II con passo di III).
L6: salire il camino a sinistra della sosta (III) fino alla sosta poco sopra (20 m, III).
L7: seguire la cengia verso destra (I) e poi salire il canalino a sinistra fino alla vetta (30 m, II). Possibile forte attrito della corda.
Per la discesa è bene scendere a corda doppia. Ecco come impostarle con una corda da 60 metri:
CD1 (20 m): dalla nuova sosta sulla cima fino alla sosta del sesto tiro. Attenzione a non pendolare e soprattutto non scendere assicurandosi alla campana!!!
CD2 (20 m): calarsi fino alla sosta sopra al masso incastrato.
CD3 (30 m): sempre utilizzando le nuove soste e non le vecchie, scendere lungo la rampa oppure più facilmente lungo la fessura che sale verticale sotto la rampa.
CD4 (30 m): dalla sosta lungo il camino di salita per 30 metri per poi arrampicare in discesa gli ultimi 10 metri (I/II).
CD5 (20 m): ci si porta alla sosta sopra la terzo tiro, da questa si scende appena a destra (faccia alla parete) rispetto alla linea di salita.
CD6 (25 m): ci si porta alla sosta sopra al secondo tiro, da questa si scende appena a destra (faccia alla parete) rispetto alla linea di salita.
CD7 (20 m) dalla sosta fino alle ghiaie sottostanti evitando così di rifare la cengia iniziale.
Finite le calate a corda doppia si rientra al Rif. Padova per il medesimo itinerario fatto in precedenza.
Lungo la salita, a parte le nuove soste, non sono presenti chiodi tranne in quello che può essere definito come passaggio chiave lungo il secondo tiro. La via è più una via alpinistica che una via di roccia. Oltre alla normale NDA sono utili un paio di chiodi e qualche cordino, anche se assolutamente non indispensabili.
Vorrei precisare che la via in origine attaccava sotto al camino/diedro del secondo tiro e non dalla nicchia per poi tagliare lungo la cengia. Consiglio quindi di iniziare sotto a esso, dalle ghiaie basali, salendo un camino di circa 20 metri con difficoltà fra il II e il II+ che deposita proprio sulla sosta.
Le soste sono tutte nuove a spit e catena, ma sono presenti anche le vecchie (da evitare!).
Se si sale con due corde da 50 metri o più consiglio inoltre di fare la CD4 non lungo il camino di salita ma direttamente sulla parete verticale (esattamente dietro di voi con il viso rivolto alla sosta) che deposita sulla cengia mediana con 40 metri circa di calata, più semplice e con maggiore facilità di recupero della corda.
Fare molta attenzione ai sassi, soprattutto nelle calate e/o se vi sono altri salitori.
La cima del Campanile Toro illuminata dal sole e il Castellato alla destra | La campana di vetta | Scendendo dalla rampa diagonale, in alto è la cima. |
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