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Il versante nord dell´Ortles con parte della via normale |
Regione: Trentino Alto Adige (Bolzano)
Alpi e Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Retiche - Gruppo Ortles Cevedale Provincia: Bolzano Punto di partenza: Solda (q. 1861 m) Valle di Solda Versante di salita: N Dislivello di salita: 2100 m - Totale: 4200 m Tempo di salita: 8-9 h - Totale: 15-16 h Periodo consigliato: estate |
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L´Ortles è la cima più alta dell´Alto Adige nonchè di tutte le alpi ad oriente del Bernina. E´ una montagna possente e maestosa, adornata di ghiacciai su tutti i suoi versanti. Numerose sono le vie di salita alla vetta, tutte di notevole impegno, sia per il dislivello, sia dal punto di vista tecnico. Anche la via normale, che sale da nord, pur essendo la più facile tecnicamente, non è assolutamente da sottovalutare in quanto essa si presenta varia, a tratti esposta, pericolosa in alcuni punti sul ghiacciaio per via dei serracchi e dei crepacci, nonchè per la pendenza. Il continuo abbassamento dei ghiacciai alpini ha infierito anche sulla via normale dell´Ortles, rendendola più difficile di un tempo. Infatti, nel tratto che precede il Bivacco Lombardi, a 3316 m, il ritiro del ghiacciaio ha lasciato scoperta la roccia per circa una decina di metri, e le difficoltà su questa sono valutate intorno al III°. Tuttavia, i tratti su roccia precedenti a questo passaggio sono attrezzati con funi metalliche, scalette e catene. Altro aspetto da non sottovalutare è l´affollamento della via che può rallentare e creare pericoli di caduta sassi. In caso di cattivo tempo o nebbia, la parte alta della via, poichè si svolge su un plateu ghiacciato con scarsa pendenza e senza punti di riferimento, può trasformarsi in una trappola da cui è difficile sfuggire. Ascensione da intraprendere, quindi, con tempo assolutamente sicuro.
Da Solda, in prossimità della chiesetta di S. Geltrude, parte il sentiero N.4, che risale indirezione nord un bel bosco di pini cembri, fino a sbucare in prossimità delle morene glaciali della Vedretta del Marlet, che si attraversano con dei saliscendi fino ad arrivare sotto un pendio che si supera con corti zig-zag. Alla fine del pendio si incontra il Rifugio Tabaretta (q. 2556 m). Oltre il rifugio, il sentiero continua, sempre verso nord, in leggera salita, attraversando un pendio ghiaioso, poi per un ultimo tratto ripido in un canalino si perviene su una sella (Forcella dell´Orso q. 2871 m), sulla cresta della Tabaretta. Si continua verso sud, a destra del crestone (tratti attrezzati) fino a toccare il Passo della Tabaretta (q. 2903 m). Il sentiero quindi si innalza sulla cresta fino ad arrivare al Rifugio Payer (q. 3029 m) dopo circa 3,30-4,00 di cammino da Solda.
Partiti di buon´ora dal rifugio (il primo tratto di solito si fa´ con le pile frontali), si attraversa in salita (spesso neve) il versante nord di Punta Tabaretta, fino ad un intaglio roccioso. Si scende qualche metro e si procede sul sentiero che attraversa ora lo scosceso versante ovest della Punta T., fino ad una prima sella dove si riprende la cresta. Con passaggi di facile arrampicata, si rimane sul filo di questa o nelle sue prossimità (evidenti tracce di passaggio). Qui la via diviene più esposta e dopo alcuni passaggi piuttosto aerei, si scende ad una seconda sella dalla quale si deve prendere una via attrezzata con scale e catene, che risale prima una parete di circa 60 metri, e poi attraversa a destra della cresta, sempre con catene e funi metalliche in aiuto, delle placche esposte che portano fino ad una spalla dalla quale ora si mette piede sul ghiacciaio (q. 3204 m). Da qui si attraversa in piano verso destra il ghiacciaio per potersi inoltrare in un largo canalone ghiacciato (la Eisrinne) dominato dai serracchi i quali ne fanno un punto piuttosto pericoloso, da percorrere alquanto in fretta. Lo si rimonta tutto facendo un percorso a semicerchio per poter raggiungere una spalla, a sinistra, sulla quale sorge il Bivacco Lombardi (q.3316 m). Qui il ghiacciaio si è assottigliato, lasciando scoperti circa 10-15 m di roccia che non è stata ancora attrezzata tranne che per il chiodo di calata in corda doppia da usare in discesa. Qui la difficoltà massima è valutata sul III°. Dal bivacco si riprende a salire sul ghiacciaio che ora diviene ripido (40° max) e crepacciato (a seconda dell´innevamento si possono presentare problemi per attraversare, su ponti di neve, i crepacci più larghi). Passata la zona più tormentata del ghiacciaio, a una quota di circa 3600 m, i pendii si fanno più dolci, e compiendo un ampio giro a semicerchio verso SX, sempre su ghiacciaio, si arriva comodamente sulla vetta (3,00-4,00 ore dal Rifugio Payer).
Come per la salita. In discesa, sul ghiacciaio, occhio al tratto più ripido: è molto facile scivolare a causa della neve che, vista l´ora del ritorno, può diventare molle e creare pericolosi zoccoli sotto i ramponi.
Con giornata ideale, panorama stratosferico a 360°.
Tratto aereo della cresta | La parete attrezzata | In vetta. |
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