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La vetta dall’anticima S |
Regione: Friuli Ven. Giulia (Pordenone)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Venete - Gruppo Col Nudo Cavallo Provincia: Pordenone Punto di partenza: Pineda (q. 774 m) Versante di salita: S Dislivello di salita: 1283 m - Totale: 2566 m Tempo di salita: 6,30 h - Totale: 11,30 h Periodo consigliato: giugno - settembre |
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Faticosa ma remunerativa ascensione alla maggiore delle due sorelle di pietra che il Col Nudo protende verso N, a separare la Val Mesaz dalla Val Vajont. Probabilmente salita in antico da cacciatori locali.
Dalla ss 251 tra Erto e Longarone, superata la deviazione per Casso, imboccare a sinistra la strada per Pineda. Poco prima delle case (774 m) una rotabile chiusa al traffico sale sulla d. (tabelle). Seguire la rotabile, che si inoltra per alcuni Km. in Val Mesaz, quindi abbandonarla per l'ottimo e ben tracciato sent. 905. Dopo circa 1 h si lascia sulla sin. il Rif. Ditta, si prosegue sul greto del torrente attraversandolo più volte fino alla confluenza da d. di un rio, dove il sentiero inizia a guadagnare quota sulla d. Si oltrepassa la diruta casera De Gaspre 1105 m.c., si prosegue lungamente a mezza costa quindi si passa un rugo e risalendo la boscaglia bassa sulla d. orografica in circa 2 h si perviene ad un allargamento ghiaioso, alla confluenza di tre valloni detritici (1300 m. c). Il sentiero segnato qui prosegue alla volta della visibile forc. della Meda, cui fa capo il canale di d., noi invece imboccheremo il vallone di sin., che origina dal grande colatoio obliquo che solca la par. NO della Cima sora il Ciot (alcuni ometti, indicazioni su un masso). Si risale agevolmente il canale (sorgente) fino quasi alle pareti quindi lo si abbandona per un esile rugo asciutto sulla sin. che ci guida attraverso una breve fascia boscosa, alla base delle Pale del Pecòl. Si risale l'erto canalone (Pale dei Ròndoi) per terreno franoso e macchie prative fino alla Forc. dei Ròndoi, 1963 m. (h 4 - 4.30 da Pineda).
Per terreno friabile si guadagna la sommità di un colle immediatamente a N della forcella (ometto con ramo), dal quale appare finalmente la nostra cima (foto1). Visione grandiosa delle nord di Col Nudo e di Cima sora il Ciot. Si traversano i ripidi pendii erbosi sul versante W del colle e si risale brevemente per mughi ad un secondo dosso. Da quest’ultimo si prosegue cautamente in discesa lungo il filo di cresta aiutandosi con i baranci fino ad un salto strapiombante su un intaglio a S della cima, al quale ci si può calare con una doppia di 20 m. (III+, roccia friabile: conviene lasciare qui la corda, che sarà utile per il ritorno). Dall’intaglio innalzarsi con tendenza a sin. attraversando faticosamente una ripida fascia di mughi fino ad una schiarita sovrastata da una parete aggettante. Si aggira la parete sulla sin. quindi per pendio di roccette (I) ed altri mughi alla vetta (h 1.30 - 2 dalla Forc. dei Ròndoi, h 5.30 - 6.30 da Pineda).
Come per la salita, facendo attenzione ai punti dove scendere tra i mughi, per non finire sopra strapiombi.
Escursione di grande fascino ambientale e in ambiente selvaggio. Orientamento non troppo difficile, nonostante le scarse tracce. Conveniente una corda di almeno 40 m. per la calata e un autobloccante per la risalita. I tempi indicati non tengono conto di eventuali errori di percorso e pause. Dato il notevole sviluppo orizzontale dell'itinerario, prevedere h 4.30 - 5 anche per il ritorno a Pineda
Le Cime di Pino dal Pian di Mesàz | La Cima sora il Ciot, con in basso Forc. dei Ròndoi, dalla vetta | La Cima di Pino Nord, dalla vetta |
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