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Obergabelhorn visto dalla Wellenkuppe |
Regione: Estero (Vallese - Zermatt)
Alpi e Gruppo: Estere - Estere Svizzere - Gruppo Mischabel Provincia: Vallese - Zermatt Punto di partenza: Zermatt (Svizzera) Versante di salita: NE Dislivello di salita: 2300 m - Totale: 2300 m Tempo di salita: 7,30 h - Totale: 15,00 h Periodo consigliato: luglio - settembre |
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È il 3 settembre 2005 alla Rothornhutte e sto guardando il diario del rifugio. Ora capisco perché a casa ho avuto l’impressione di una montagna poco conosciuta. Cercando su internet la documentazione per l’ascensione a questa vetta, ho trovato solo quelle in tedesco. In effetti, dal diario si contavano molte firme nell’arco di un anno (di cui solo 20 erano italiane), e solo il 5% dichiarava di salire l’Obergabelhorn, mentre tutti gli altri erano diretti alla più conosciuta Zinalrothorn.
Iin macchina attraverso il Passo del Sempione fino a Tasch, poi in treno destinazione Zermatt.
Per salire al rifugio Rothornhutte si parte da Zermatt; dopo aver lasciato la stazione ferroviaria che arriva da Tasch a Zermatt, si procede in paese per qualche minuto e, dopo aver superato la casa delle guide, sì svolta a destra (attenzione il cartello è posto molto in alto) seguendo le indicazioni per Trift e Edelweiss. Si prosegue sulle sponde del Triftbach fino al rifugio Edelweiss (q. 1961 m). Da qui si prosegue sul bel sentiero che conduce al Trifthotel (q. 2337 m). Questo sentiero è ricco di flora alpina segnalata da degli esaustivi cartelli indicatori. Al Trifthotel ci fermiamo un’oretta per rifocillarci, stando seduti nell’erba bassa possiamo ammirare davanti a noi le pareti Sud dell’Hobergabelhorn e dello Zinalrothorn. Si vede anche la nostra destinazione d’oggi: alla fine della morena che sale davanti a noi c’è il rifugio Rothornhutte, circa 800 metri più in alto. Dal Trfthotel parte un ampio sentiero fino al laghetto del Triftsee e da qui sulla morena fino a raggiungere il rifugio a 3178 m, in tutto 1700 m e circa 5 ore. Sveglia alle 4:30, alle 5:00 partenza alla luce delle frontali, dopo 100 metri mettiamo piede sul ghiacciaio del Trift Gletscher. Ci sono molti crepacci e bisogna stare attenti. Con un percorso a semicerchio in salita raggiungiamo sul ghiacciaio una spalla nevosa a circa 3650 m sulla cresta ENE della Wellenkuppe. Da qui proseguiamo per la crestina (II) fino ad una spalla, poi per belle placche (qualche passo di III) raggiungiamo la vetta della Wellenkuppe a 3903 m. Abbassandoci per la cresta nevosa fino al Gran Gendarme lo risaliamo fino alla cima (IV+, volendo ci si può aiutare con delle corde fisse messe dalle guide svizzere nei passaggi più difficili). Diversi passaggi su roccia si trovano ricoperti da un sottile strato di ghiaccio/neve caduto nella notte. Di là dal Gran Gendarme proseguendo per la ripida cresta tra neve e roccia (50°) arriviamo fino alla sottile cima. In cima ci troviamo alle 11:30 in tre cordate: noi dalla ENE Wellenkuppe, una dalla NNW Coeurgrat ed una dalla parete Sud. Dopo il the caldo, le foto e i classici complimenti, iniziamo la discesa per lo stesso itinerario di salita. Scendiamo con diverse doppie; anche se purtroppo ogni tanto le corde s’incastravano, obbligandoci a tornare su per districarle. Con calma, per evitare passi falsi, ripassiamo tutte le rocce e, arrivati sul ghiacciaio, ci becchiamo anche una bella nevicata, così bianchi e stanchi arriviamo al rifugio verso le 18:00. Un’altra notte al rifugio ricordando i momenti della salita, ed il giorno dopo in mezzo agli stambecchi ripartiamo alle 9:00 per rientrare a Zermatt e quindi a casa.
Come per la salita.
L’Obergabelhorn insieme al Weisshorn, allo Zinalrothorn e alla Dent Blanche fanno parte del gruppo di montagne denominate "La corona Imperiale ": vette sopra i 4000 m che dividono la Mattertal dalla val d’Herens. Rispetto all’Italia si trovano a Nord del Cervino. Queste montagne sono in condizioni più naturali e selvagge rispetto alle celebri vette vicine (Cervino e Monte Rosa), difatti nessuna funivia o cremagliera ha sfigurato i loro pendii. I rifugi sono alti rispetto ai paesi vicini e i sentieri per raggiungerli lunghi. L’Obergabelhorn tra queste vette è quella meno conosciuta. È una piramide simmetrica con quattro facce, una bella parete Nord ed un’assolata parete Sud. Nella classifica delle più belle montagne molte persone mettono questa vetta al primo posto davanti al Weisshorn ed al Cervino.
Il rifugio Rothornhutte è gestito da una coppia giovane e simpatica. Si capisce che c’è la mano di una ragazza perché è tutto ben pulito ed in ordine, alle finestre ci sono delle tendine di pizzo e nei lavatoi oltre al necessario per rendere il locale profumato, c’è il sapone liquido e la crema protettiva per tutti. I servizi igienici però, come nella maggior parte dei rifugi svizzeri, lasciano un po’ a desiderare, i prezzi invece sono in linea con quelli italiani. Per quanto riguarda il mangiare invece, una buona minestra di verdure, la pastasciutta senza condimento, un arrosto con abbondante sugo (che serve per condire la pastasciutta), tanta verdura ed il dolce, tutto molto abbondante e con la possibilità di fare il bis.
Il gran gendarme dopo la Wellenkuppe | Discesa dalla vetta | Tratto della Corona Imperiale |
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