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Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Cima di Piazzi Provincia: Sondrio Punto di partenza: Parcheggio di servizio al Rif. Schiazzera (q. 2000 m) Versante di salita: NW-SW-S Dislivello di salita: 860 m - Totale: 1720 m Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 5,45 h Periodo consigliato: da luglio ad ottobre |
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È la montagna più a meridione della lunga catena che separa la Val Poschiavo dalla Valle Grosina, un balcone panoramico sulla Valtellina da Tirano a Grosio e oltre. La caratteristica principale del Masuccio è la lunga ed arcuata cresta SW che forma un immenso catino ingombro di detriti, dove passa la via normale proposta che è la più facile in assoluto e che si svolge da NW, poi SW ed infine per l’ultimo tratto della cresta S.
Riguardo la segnaletica: l’itinerario è segnalato fino al Lago Schiazzera. Da questo lago si scende a vista al sottostante Lago Brodego e fin sotto la verticale di un evidente spuntone roccioso a forma di pollice. Da qui si seguono i numerosi ometti di pietre che facilitano il superamento della breve fascia rocciosa sopra il lago, per mezzo di un elementare canaletto e segnalano tutto l’itinerario fin sulla cresta S, a poche decine di metri dalla vetta. Quest’ultimo tratto di cresta è facile ma non segnalato.
Dalla superstrada Tirano-Grosio si esce a Vervio. All’entrata di questo paese si prende a sinistra, seguendo sempre ai vari bivi le indicazioni per Rifugio Schiazzera o semplicemente Schiazzera. Per transitare su questa stradina c’è l’obbligo di permesso, disponibile al distributore automatico ubicato in piazza della chiesa di Rogorbello che s’incontra dopo circa 4/5 km di salita. Il costo del ticket giornaliero è di € 3,00. Munirsi di monete in quanto il distributore non accetta banconote e non da resto. La stradina è lunga e stretta ma interamente asfaltata, tranne alcuni tornanti e gli ultimi 100 m che sono acciottolati. Al termine della stradina si arriva al parcheggio sottostante il Rifugio Schiazzera. Da Vervio al parcheggio prevedere circa 40 minuti.
Dal parcheggio si segue la pista acciottolata che in 10 minuti di cammino conduce al Rifugio Schiazzera (q. 2079 m). Da qui, seguendo le indicazioni dei cartelli per Lago Schiazzera h 1.10 in breve si raggiunge il vicino Alpe Schiazzera (q. 2109 m). Circa 50 metri dopo questo alpe il sentiero si biforca. Si tralascia la traccia che continua diritta e poi sulla destra e si attraversa, a sinistra, il torrente sopra un ponticello in legno. Poco oltre la traccia diventa ben evidente e più avanti si immette in una mulattiera che proviene da sinistra. Si prosegue lungo questa mulattiera che supera il primo gradone della valle e prosegue in direzione W, fino a raggiungere la conca del Lago Schiazzera (q. 2396 m).
In effetti, circa 150 m prima di raggiungere questo lago si potrebbe abbandonare la mulattiera, traversare a sinistra e raggiugere in piano il Lago Brodego (q. 2355 m), si risparmierebbero 40 metri di dislivello, ma vale la pena visitare la conca del Lago Schiazzera. Ad ogni modo, da quest’ultimo lago si scende un facile pendio erboso e si approda nella sottostante conca dove c’è il Lago Brodego. Da qui è ben evidente lo spuntone roccioso a forma di pollice, a sinistra del quale c’è un elementare canaletto detritico che permette di
superare la breve fascia rocciosa che sostiene la conca N della montagna.
In pratica, dalla riva E del lago si sale sotto la verticale di questo spuntone roccioso (ometti), poi si traversa a sinistra sotto lo spuntone e si entra nel canaletto (numerosi ometti). Al termine del canaletto un tratto in falsopiano conduce ad un ometto alto circa 1 m, importante punto di riferimento per la discesa. Si prosegue verso sinistra nella vastissima conca di detriti, seguendo sempre i numerosi ometti, con alcuni traversi in piano e senza mai perdere dislivello. Si sale poi gradatamente con percorso a semicerchio verso sinistra, sempre su blocchi e detriti.
Già da lontano si riesce ad individuare il punto esatto dove raggiungere la cresta S del Masuccio, rappresentato da un ometto di pietre ben visibile in quanto si staglia contro il cielo e che si trova a sinistra di un tratto frastagliato di questa cresta (vedi 1a e 2a immagine di dettaglio). Si risale quindi un ripido ma facile pendio di detriti, dove sono presenti i soliti ometti e tracce discontinue, fino a raggiungere la cresta S dove c’è questo ometto, a circa 50 m di dislivello dalla vetta. Inizialmente sul filo e di seguito con alcuni brevi aggiramenti a destra, si rimonta la cresta senza particolare esposizione e senza difficoltà, fino in vetta.
Come per la salita.
In salita, nella vastissima conca di detriti | In salita, in prossimità della cresta S | Panorama di vetta, verso NE |
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