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Il percorso tra le 3 cime da sotto il Passo Brizio |
Regione: Lombardia (Brescia)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Adamello Provincia: Brescia Punto di partenza: Malga Caldea (q. 1584 m) Versante di salita: Vari Dislivello di salita: 2250 m - Totale: 4500 m Tempo di salita: 9,30 h - Totale: 14,30 h Periodo consigliato: da luglio a settembre |
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Bella e facile ascensione che permette di concatenare le 3 cime che separano il Ghiacciaio Pisgana Ovest dal Ghiacciaio dell’Adamello. Il primo lambisce ancora le creste settentrionali delle montagne, mentre il Ghiacciaio dell’Adamello ha completamente abbandonato il vastissimo anfiteatro compreso tra la cresta SE del Monte Venezia e il Passo Brizio, dove si svolge l’itinerario proposto qui di seguito. In effetti, tranne un breve traverso sotto questo valico dove il ghiacciaio è cosparso di massi, il percorso si svolge su ghiaioni, detriti, dossi arrotondati e facili rocce.
Il percorso integrale di cresta non ho potuto realizzarlo, in quanto la cresta W del Monte Narcanello che scende al Passo della Tredicesima è impegnativa ed esposta. Se non si è alpinisti provetti bisogna affrontarla almeno in due e avere al seguito corda e tutto il materiale necessario. Questo tratto ho dovuto bypassarlo sotto le scogliere del Narcanello, per poi risalire al Monte Venerocolo dal versante SE. La discesa avviene naturalmente dal Passo del Venerocolo.
Questa traversata è anche un viaggio nella storia della Grande Guerra. Infatti, la zona tra il Passo Brizio e il Passo del Venerocolo all’inizio delle ostilità rappresentava la prima linea di difesa e diverse sono ancora le testimonianze dell’occupazione di questi luoghi da parte degli Alpini. Come non ricordare poi che nella sola notte del 6 giugno 1917 più di duecento tra artiglieri e alpini, dal Passo del Venerocolo, attraverso il Passo della Tredicesima, trainarono il Cannone dell’Adamello fino alla selletta della Cresta Croce, dove si trova tutt’ora. Fu un’impresa memorabile ma senza particolari difficoltà, in quanto, a quell’epoca, il livello del Ghiacciaio dell’Adamello era molto più elevato. Attualmente il Passo della Tredicesima è difeso da una bastionata rocciosa alta circa un centinaio di metri e non è facilmente accessibile nemmeno dal Ghiacciaio del Pisgana Ovest.
Da Edolo si prosegue sulla strada per il Passo del Tonale fino a Temù e da questo paese si svolta a destra, seguendo le indicazioni per Rifugio Garibaldi. Inizialmente la strada è asfaltata poi sterrata e con il fondo molto sconnesso, fino al parcheggio di Malga Caldea. D’estate le auto sono numerose ed è permesso parcheggiare anche nelle piazzole e negli slarghi lungo la strada. Attualmente l’accesso è gratuito.
Da Malga Caldea si raggiunge a piedi la sbarra che chiude ai veicoli l’accesso alla stradina asfaltata di servizio ai bacini artificiali. Si segue questa stradina impervia, monotona e con numerosi tornanti che supera il ripido fianco W della valle e conduce ai pianori superiori dove continua, ora sterrata, a W del primo invaso, il Laghetto dell’Avio (q. 1869 m). La strada prosegue pianeggiante sulla sponda W del successivo Lago d’Avio e verso la fine di questo la si abbandona e si imbocca la mulattiera segnalata che costeggia il terzo bacino, il Lago Benedetto.
Si oltrepassa il Rifugio Malga di Mezzo (q. 1950 m) e al termine di quest’ultimo lago la mulattiera, ben tracciata fino al Rifugio Garibaldi, supera un ripido gradino roccioso in prossimità di una cascata e conduce alla distesa prativa di Malga Lavedole (q. 2044 m). In prossimità di un traliccio dell’alta tensione si attraversa il torrente sopra un ponticello e si prosegue sulla mulattiera che sale inizialmente verso NE, passando vicino a secolari esemplari di larici e cembri. Segue un tratto quasi pianeggiante in direzione SE, al termine del quale bisogna affrontare il famoso “calvario”, battezzato con questo nome dagli Alpini durante la Grande Guerra. Si tratta del ripido fianco N della Valle di Venerocolo che la mulattiera supera con numerose svolte, fino a raggiungere la diga del Lago Venerocolo e il vicino Rifugio Garibaldi (q. 2550 m, circa h 3,00 da Malga Caldea).
Poco prima del rifugio s’imbocca il sentiero segnalato che percorre la corona della diga del Lago Venerocolo e poi sale in obliquo il pendio morenico a destra del lago. Seguendo i segnavia fra placche rocciose, saltelli e piccoli ripiani si punta verso l’evidente Passo Brizio. Giunti nelle vicinanze del valico è meglio indossare il casco e prestare le dovute attenzioni per le possibili scariche di sassi. Di seguito, si risale il pendio detritico, a volte innevato e con neve dura il mattino, che conduce allo zoccolo roccioso dove inizia il ripido sentiero attrezzato con catene e pioli metallici. Al termine delle catene il percorso diventa meno impegnativo e si sale su detriti fino a raggiungere il Passo Brizio (q. 3149 m, circa h 2,00 dal rifugio).
Dal valico, su sentiero segnalato e attrezzato con corde e pioli metallici, si scende obliquamente in direzione del Corno Bianco. Purtroppo il ghiacciaio in questi ultimi anni si è molto abbassato, lasciando scoperte le ripide rocce dello zoccolo. Ad ogni modo, con l’aiuto di alcune corde da arrampicata presenti in loco e traversando il più possibile verso il Corno Bianco, si riesce poi a scendere sul ghiacciaio. Valutata la necessità o meno di calzare i ramponi, si attraversa il breve tratto di ghiacciaio quasi pianeggiante e poi si inizia a salire a vista il largo anfiteatro morenico, in direzione NE. Il pendio non è uniforme, presenta avvallamenti e dossi trasversali, dove bisogna cercare il percorso migliore per non perdere troppo dislivello.
Si passa nelle vicinanze di un laghetto proglaciale e di seguito si aggira a sinistra una placca di ghiaccio isolata. Poi si traversa subito a destra, in direzione della cresta SE del Monte Venezia. Si risale senza percorso obbligato il ripido pendio detritico che precede la cresta che viene raggiunta a sinistra di un tratto dentellato. Si segue poi la facile cresta con percorso evidente. Di seguito, si aggira a sinistra l’anticima e si sale all’intaglio (I°+) tra questa e la vetta. Da ultimo, un breve risalto di qualche metro, un poco esposto, conduce sulla cima del Monte Venezia (q. 3290 m). La discesa avviene dalla stretta ma facile (I°) cresta W. Si scende sempre lungo il filo aereo con brevi ed evidenti aggiramenti e in 20 minuti si arriva al Passo Venezia (q. 3226 m).
Da qui si aggirano facilmente a destra i primi metri del filo della cresta E del Monte Narcanello, su blocchi accatastati, quasi al limite con il ghiacciaio. Poi la cresta si allarga e diventa detritica fino all’anticima. Il risalto finale viene superato facilmente a destra (I°) e si arriva sulla stretta vetta del Monte Narcanello (q. 3291 m). Come già citato nell’introduzione, la cresta W di questa montagna non è semplice, si ritorna quindi al Passo Venezia.
Da questo valico si scende con attenzione la rampa detritica trasversale da E a W che conduce nel vasto anfiteatro sottostante. Si traversa poi quasi in piano in direzione dell’evidente canaletto detritico (vedi 1a immagine di dettaglio) che permette di superare la fascia rocciosa del versante SE del Monte Venerocolo. Al disopra del canaletto si sale senza percorso obbligato il vasto pendio di blocchi accatastati e con un percorso a semicerchio, da sinistra verso destra, si arriva sulla vetta del Monte Venerocolo, senza alcuna difficoltà (q. 3323 m, circa h 4/4.30 dal Passo Brizio). Panorama circolare eccezionale.
Dalla vetta del Monte Venerocolo si scende sugli sfasciumi della cresta NW, sempre molto larga e segnalata da ometti di pietre (EE/F). In breve si arriva al Passo del Venerocolo e da qui, seguendo i frequenti segnavia si ritorna al Rifugio Garibaldi e poi a Malga Caldea.
NOTA 1
Dal ghiacciaio in poi, fino al Passo del Venerocolo, non è presente alcun segnavia, si sale e si scende a vista.
NOTA 2
Le immagine delle relazioni: Monte Venezia e Monte Narcanello, possono fornire utili dettagli.
Vista dalla vetta del Monte Venezia | Vista dal versante SE del Monte Venerocolo | Vista dalla vetta del Monte Venerocolo |
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