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Il versante N della Cima Centrale del Calvo |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Masino Provincia: Sondrio Punto di partenza: Bagni del Másino (q. 1175) m Versante di salita: N-NNW Dislivello di salita: 1850 m - Totale: 3700 m Tempo di salita: 6,30 h - Totale: 12,00 h Periodo consigliato: da luglio a settembre |
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Il nodo del Calvo è formato da tre cime, la NW (q. 2943 m), la Centrale (q. 2967 m) e la E (q. 2873 m). Si trovano sulla catena che divide la Valle dei Ratti dalla Val Másino e sono ben individuabili sia dal Lago di Como che dalla Valtellina. La Cima Centrale è la seconda per altezza, dopo il Ligoncio, di questo settore meridionale del Gruppo del Másino, ma anche il gestore del rifugio Omio ha confermato che è raramente frequentata, nonostante il notevole panorama circolare. In effetti, tranne la Guida del CAI datata 1977, è stata trascurata da tutte le successive guide escursionistiche e alpinistiche.
Negli anni 60 del secolo scorso il Ghiacciaio del Calvo si era separato in due apparati ben distinti, il glacionevato del Calvo (nevaio inferiore, nell´immagine principale) e il glacionevato del Calvo NW (nevaio superiore). Quest’ultimo, all’epoca, ammantava ancora il pendio sottostante la Bocchetta del Calvo (tra la Cima Centrale e la Cima NW) ma attualmente si è completamente estinto lasciando scoperte le rocce di accesso alla bocchetta. Le uniche difficoltà, seppure relative (I+), si riscontrano nell’ascesa di questa paretina rocciosa, incisa comunque da diversi canaletti e saltelli ed è quindi abbastanza semplice individuare la via da seguire per giungere al valico. La successiva cresta NNW che conduce in vetta, di per sé è molto impegnativa, ma i vari risalti vengono facilmente aggirati senza eccessiva esposizione, grazie ad una cengia trasversale presente sul versante N, pochi metri sotto la cresta.
Percorrendo la SS 38 dello Stelvio in località Ardenno s’imbocca la strada per Val Másino e si prosegue fino ai Bagni del Másino, dove sono presenti diversi parcheggi (attualmente gratuiti).
Dal parcheggio dei Bagni del Másino, passando davanti agli stabilimenti termali, si seguono le indicazioni dei cartelli per Rifugio Omio. Il sentiero, sempre ben segnalato e tracciato sale ripido e con numerose svolte la rinomata Foresta del Másino. Superato il pianoro prativo con la baita di (q. 1590 m), il sentiero entra di nuovo nel bosco per uscirne definitivamente a poca distanza dall’Alpe dell’Oro (q. 1767 m), dove sono presenti alcuni caratteristici ricoveri del bestiame, ricavati sotto le volte di enormi massi. Sopra questo alpe la traccia prosegue verso W, su dossi erbosi, fino a raggiungere il Rifugio Omio (h 2.30 dalla partenza, anche meno).
Dal rifugio, seguendo le indicazioni per Sentiero W. Bonatti e Bocchetta del Calvo, si sale per un breve tratto, per circa 70/80 metri (invero la scritta sul cartello: Bocchetta del Calvo è errata, è Passo del Calvo). Le tracce segnalate traversano ora in leggera discesa in direzione S, poi proseguono a lungo in piano per prati e pietraie fino a raggiungere le morene del vallone sottostante le Cime del Calvo (ma in dislivello non abbiamo ancora guadagnato nulla). I segnavia risalgono ora un ripido pendio sfruttando le strisce erbose, poi obliquano a sinistra giungendo in prossimità del nevaio inferiore. Qui si abbandonano i segnavia (condurrebbero al Passo del Calvo e al Passo Spluga) e si attraversa il nevaio, verso destra. Di seguito si risale con un po’ di fatica, ma facilmente, un ripido e lungo pendio di erba e detriti e si giunge al nevaio superiore. Si prosegue sulla sinistra, sfruttando un pendio detritico e si arriva sotto la parete N. Da qui, volgendo a destra, si arrampicano trasversalmente facili rocce ed infine per ripido canaletto (I°+) si arriva in cresta, a sinistra della massima depressione della Bocchetta del Calvo.
Si sale lungo la cresta (I°) sfruttando la cengia e i canaletti presenti sul lato della Val Másino. A circa metà percorso di cresta la cengia termina, bisogna scavalcare la dorsale utilizzando un canaletto e aggirarla per un breve tratto sul lato meridionale. Si potrebbe proseguire su questo versante ma bisogna traversare ripidi prati esposti, meglio scavalcare di nuovo la cresta e proseguire sulla cengia che riappare di nuovo sul lato settentrionale e che conduce in vetta senza particolari difficoltà (circa h 4.00 dal rifugio).
Come per la salita.
NOTA 1
Avendo affrontato l’ascesa in solitaria ho portato al seguito corda, imbrago e ramponi, ma non li ho utilizzati. Da valutare se portarli o meno.
NOTA 2
Ulteriori informazioni o immagini di questa o di altre ascensioni da me effettuate e presenti su vienormali.it, possono essermi richieste all’indirizzo email: vardinellipiero@gmail.com
L’itinerario di salita dal versante N e per la cresta NNW | Particolare della cengia sotto la cresta NNW | Panorama di vetta, verso NW |
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