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Il Ciarido |
Regione: Veneto (Belluno)
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Marmarole Provincia: Belluno Punto di partenza: Pian dei Buoi (q. 1800 m) Versante di salita: S, E, NE Dislivello di salita: 850 m - Totale: 850 m Tempo di salita: 2,15 h - Totale: 4,00 h Periodo consigliato: primavera - autunno |
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Il Monte Ciarido, o Ciareido, fa parte del selvaggio gruppo delle Marmarole ed è la la prima cima che a nord delle stesse, supera i 2500 m di altitudine. Si presenta come un´ insieme di slanciati campanili e torrioni dalla roccia giallastra, posto proprio alle spalle del Rifugio omonimo.
Da Lozzo di Cadore si seguono le indicazioni per il Pian dei Buoi, fino a raggiungerlo per stretta e tortuosa strada asfaltata. Parcheggiare nello spiazzo che sta a lato del grande cartello in legno del rif. Ciareido.
Dal parcheggio si risale la strada, inizialmente asfaltata, che in 15 minuti conduce al Rifugio Ciareido. Poco prima di raggiungerlo, si prende a sinistra, il sentiero CAI 272 che conduce alla forcella San Pietro. Aggirata la parete Est del nostro monte, a circa 15/20 minuti dalla forcella, si perviene a un grande ghiaione che sale in direzione nord. Abbandoniamo il sentiero 272 e lo risaliamo tutto, tenendoci al centro di esso, fino a poche decine di metri dalle rocce. Ci giriamo verso destra e individuiamo il primo canalone (N-E), proprio sotto al campanile del Comunello (freccia rossa sbiadita e ometto). Qui inizia la via normale. Arrampichiamo le roccette a destra del grande masso incastrato e risaliamo tutto il canalone fino a pochi metri da una forcelletta. Da qui arrampichiamo a sinistra fin sotto la parete rocciosa e poi a destra fino ad arrivare a un canalino erboso che, risalendolo, ci porta alla forcella del Comunello. Scendiamo dalla parte opposta per tracce e superiamo il canalone (ometti e bolli rossi) fino all´inizio del prato. Qui si gira a sinistra (Ovest) e si risale il pendio erboso, rimanendo sempre vicini al canalone, fin sotto le rocce. Si entra nel canalone e lo si risale tutto fino ad un´altra forcella. Prendiamo quindi la delicata cengetta a sinistra, sotto l´imponente parete rocciosa, fino ad oltrepassare un´ altra volta il canalone (già passato in precedenza) e per tracce perveniamo ad un altro prato. Si continua per tracce in orizzontale fino ad una paretina (sulla destra) che poi diventa canale (ometti e bolli rossi). Si risale anche questo canalone fino ad individuare sulla destra un altro pendio erboso. Si entra su prato e lo si risale tutto, seguendo sempre gli ometti e i bolli rossi, fino ad obliquare a sinistra e ci si ferma poco prima del canale che abbiamo dinnanzi. Qui prestare attenzione perchè la via non è facilmente individuabile! Prendiamo una breve ma esposta e sottile cengetta, di roccia salda, scavata sulla parete e la percorriamo (10m) fino ad entrare nuovamente nel canalone abbandonato precedentemente (passaggio delicato ed esposto). Risaliamo tutto il canalone fino a scorgere, finalmente, sulla sinistra in alto, la madonnina di vetta. Ora ci divide dalla cima solamente una breve paretina di 4/5 metri (p. III) che arrampichiamo senza particolari problemi.
Come per la salita. E´ possibile effettuare una calata (consigliata), su spit e catena, fino alla base della breve paretina finale. Vi sono eventualmente altre possibilità di calata lungo il percorso, ma tutte da attrezzare su spuntoni e clessidre.
Salita tecnicamente non difficile, ma che richiede passo fermo data la friabilità del terreno e un minimo di nozioni di arrampicata. I passaggi di I e II sono distribuiti qua e là in tutta la lunghezza della via, ed è quindi impossibile riportarli esattamente. Attenzione in caso di nebbia perchè, essendo una via normale molto articolata, è un attimo uscire dall´itinerario e ritrovarsi in spiacevoli situazioni. Sono comunque presenti ometti e bolli lungo tutta la salita.
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