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L’itinerario di salita al Piz Por per la parete NW |
Regione: Estero (Estero) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Avers Provincia: Estero Punto di partenza: Lago di Monte Spluga (q. 1910 m) Versante di salita: NW Dislivello di salita: 1200 m - Totale: 2400 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 8,30 h Periodo consigliato: da luglio a settembre |
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Dal punto di vista topografico il nodo del Suretta ha una forma ondulata. Per un lungo tratto segna il confine di stato, poi si protende verso E interamente in territorio elvetico. Il Piz Por è la massima elevazione di questo lungo tratto di cresta, sebbene sia più alto di un solo metro rispetto alla Punta Nera del Pizzo Suretta ed è interamente in territorio elvetico.
È una montagna appartata, selvaggia, dall’accesso non del tutto semplice ma proprio per questo, attraente. Le rocce sono degradate, sia sulla via normale dello sperone NW sia sulla parete NW e richiedono attenzione. L’avvicinamento comporta pericoli oggettivi da non sottovalutare. Infatti, per poter accedere alla base della parete NW o dello sperone, bisogna traversare in piano l’ultimo ramo ad E del Surettagletscher, sotto la parete NW e in questo traverso le scariche di sassi sono frequenti. Mentre il settore più orientale della parete, dove ho scelto di salire, è abbastanza protetto.
Il panorama di vetta è sorprendente, estesissimo, unico quello sul ghiacciato versante orientale del Pizzo Suretta.
Ecco alcune precisazioni per chi intende raggiungere il Piz Por dalla parete NW:
- La mia intenzione iniziale era di salire lungo la via normale dello sperone NW, ma avevo notato che su internet non esistevano relazioni di salita della parete NW, nemmeno le Guide Alpinistiche del CAI e del CAS contemplano itinerari su questa parete. Così mi sono lasciato avvincere da una possibile prima assoluta. Tuttavia, credo che qualcun altro in precedenza, forse, avrà percorso quella via che mi è apparsa subito logica e fattibile in solitaria. La soddisfazione comunque rimane.
- Dalla partenza fino al Passo di Suretta (q. 2582 m) il sentiero è ottimamente segnalato, all’inizio da un cartello, poi esclusivamente con segnavia. Dal valico precitato fino alla Bocchetta del Piniròcolo si sale a vista, bisogna dapprima traversare in piano le pendici meridionali del Piz Ursaregls, poi salire alla bocchetta e l’intero percorso si svolge su sfasciumi e gande un po’ faticose, ma senza difficoltà, sebbene la risalita del pendio finale sia un po’ ripida. Scavalcata la Bocchetta del Piniròcolo bisogna traversare in piano il Surettagletscher ed è meglio affrontare questo tratto quando sul ghiacciaio è ancora presente una sufficiente copertura nevosa, piuttosto che a stagione inoltrata. Avevo sottovalutato questo fattore e il ghiacciaio si è puntualmente presentato di ghiaccio vivo e ripido. Per fortuna la cresta che si forma contro la parete verticale era ancora in buona parte innevata, ma ho dovuto seguirne costantemente il filo sia all’andata sia al ritorno e talvolta ho dovuto appoggiare dentro la crepaccia terminale. Se è presente una sufficiente copertura nevosa si può scendere sul ghiacciaio senza particolari problemi e poi traversare in piano, i crepacci in questo settore sono del tutto assenti, solamente qualche avvallamento poco profondo.
- Il passaggio maggiormente impegnativo (II+) ed esposto si trova al termine della cengia, da destra verso sinistra, che permette di accedere alla parte mediana della parete NW. Poi diventa più semplice ma costantemente ripido e con pietrisco mobile (I°/II°).
- Avendo affrontato la salita in solitaria, la corda l’avevo nello zaino ma non l’ho adoperata. Il consiglio è ovviamente di portarla assieme a imbrago e caschetto. Piccozza e ramponi sono ovviamente indispensabili.
- Lungo la parete è utile erigere alcuni ometti di pietre, come riferimento per la discesa.
Da Chiavenna (SO) si prosegue sulla strada per il Passo dello Spluga fino al muraglione della diga del Lago di Monte Spluga. Qui la strada diventa pianeggiante, si prosegue per poco più di 1 km, fino ad individuare ed imboccare una stradina sterrata pianeggiante che in breve conduce allo sbocco della Valle Suretta. Si parcheggia in prossimità del ponte sul torrente che scende dalla valle.
A sinistra (W) del ponte inizia il sentiero contrassegnato da un cartello che indica Bivacco Suretta h 2,30. Si sale per il pascolo poco ripido e poi sui dossi in parte sassosi. In alto sulla destra si potrà notare l’alta cascata formata dal torrente, il sentiero ci condurrà alla sua sommità. Dapprima, seguendo i segnavia e la traccia ben marcata, si risale un ripido prato sulla sinistra, poi si traversa a destra. Si supera facilmente un tratto prudenzialmente attrezzato con catene, ma in condizioni normali non si usano, poi si prosegue e si arriva sulla sommità della cascata.
Qui inizia un vasto piano alluvionale con le anse del torrente, distese erbose e grossi massi. Al suo termine si piega a destra e si sale in un largo corridoio pietroso che conduce al pianoro superiore. Poco più avanti bisogna prestare attenzione ai segnavia che si sdoppiano e non ci sono cartelli. Si abbandonano quelli che, verso sinistra, conducono al Bivacco Suretta e si prosegue seguendo quelli di destra, che su detriti e resti di neve conducono al Passo di Suretta (q. 2582 m anch’esso non segnalato da alcun cartello).
Da questo valico si seguono i segnavia che scendono verso il Lai Ghiacciato e il Pizzo Spadolazzo, per un breve tratto, per circa 40 metri. Non appena possibile si abbandonano i segnavia e si traversa in piano il detritico versante meridionale del Piz Ursaregls. Senza difficoltà si accede poi al largo vallone detritico, con resti di neve (vedi 1a immagine di dettaglio) che ha origine dalla Bocchetta del Piniròcolo (q. 2850 m). Senza percorso obbligato si va a raggiungere questo valico che si trova a sinistra di un monolito perfettamente triangolare della cresta.
Il pendio che precede il valico è ripido ma facile, bisogna solamente aggirare delle placche. Dalla bocchetta si scende un breve canaletto franoso e si accede al ghiacciaio, qui senza problemi. Lo si attraversa come citato nell’introduzione in direzione NE, paralleli alla cresta SW. Al termine di questo ramo del ghiacciaio (il Surettagletscher è ormai separato in diversi settori) si risale un ripido pendio di sfasciumi e si arriva su di un colletto da dove è finalmente possibile vedere la nostra meta (immagine principale). Si attraversa in piano il ramo più orientale del ghiacciaio, dove ci sono scariche di sassi e si arriva in prossimità dello sperone NW.
Prima di attraversare una costola rocciosa che permetterebbe l’accesso allo sperone, si sale a destra su resti di neve e detriti. Quindi si prosegue verso destra sfruttando un sistema di cenge. Al termine della prima si sale un facile canaletto e si percorre la successiva, questa volta verso sinistra. Nell’ultimo tratto questa seconda cengia diventa un po’ esposta e termina contro la parete verticale. Qui inizia il passaggio più delicato dell’intera ascensione. Di fronte c’è un ripido canaletto ma è formato da sfasciumi e terriccio impraticabile.
Bisogna aggirare questo risalto a destra, con un passaggio esposto (II+) utilizzando come appoggio per i piedi 2 sassi che sporgono sul vuoto. Ad ogni modo ci sono sufficienti appigli per le mani. Dopo aver superato questo passaggio, un breve canaletto porta sopra un terrazzino. Per mezzo di una cengia si traversa a sinistra e poi, con percorso un po’ più semplice e ben individuabile, si sale per canaletti e costole rocciose non difficili ma che ovviamente richiedono attenzione per la friabilità delle rocce, fino a raggiungere la vetta sormontata da un omino in pietre. Sulla cresta appaiono altri spuntoni che sembrano della stessa altezza.
Come per la salita.
L’itinerario di salita alla Bocchetta del Piniròcolo | Panorama di vetta, verso W | In discesa, all’inizio del tratto impegnativo ed esposto (II+) |
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