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Il Pizzo Tambò e la sua cresta N. Da NE, dal Tamboalp |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Catena Mesolcina Provincia: Sondrio Punto di partenza: Passo dello Spluga (q. 2115 m) Versante di salita: N Dislivello di salita: 1439 m - Totale: 2878 m Tempo di salita: 5,30 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: da metà luglio a fine settembre |
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Il Pizzo Tambò è un’elegante piramide rocciosa formata da quattro creste, la più elevata della regione. Non ha rivali in altezza a N e a S, a W fino all’Adula, a E fino al Piz Platta, il panorama che si gode dalla vetta è quindi estesissimo e giustamente celebrato. Molto frequentato dalla via normale della cresta E, meno dalle altre creste che comportano difficoltà alpinistiche di un certo rilievo. L’itinerario proposto della Cresta N è presentato da Giuseppe Brenna, l’autore della Guida delle Alpi mesolcinesi 4, con queste testuali parole “Itinerario alpinisticamente poco difficile ma comunque di gran pregio: si svolge su quella cresta che incanta chi si trova all’Areuapass poiché è bella, s’innalza lineare verso il cielo ed è sostenuta alla base da un bastione ardito con cascate di quarzo”.
Aggiungerei che, l’itinerario è riservato ad alpinisti preparati e allenati, il dislivello in salita non è comunque eccessivo, 1439 metri, compreso i vari saliscendi e lo sviluppo totale, compreso la discesa dalla Via Normale della Cresta E, è di 15 km.
Ecco alcune precisazioni per chi intende raggiungere il Pizzo Tambò dalla Cresta N:
- La partenza la si può effettuare sia dalla dogana italiana al Passo dello Spulga, sia dalla sottostante dogana svizzera (Berghus). Noi abbiamo preferito parcheggiare al passo e scendere a piedi la strada asfaltata al mattino fino alla dogana svizzera. Tra la dogana italiana (q. 2115 m) e quella svizzera (q. 2022 m) la strada è lunga 750 metri.
- La Cresta N ha un profilo rettilineo ma come tutte le ascensioni in ambiente in alcuni tratti non obbligati è soggetta a diverse interpretazioni.
Le maggiori difficoltà possono essere aggirate. In particolare le Guide Alpinistiche del CAI e del CAS indicano: i 2 bizzarri gendarmi che si trovano poco oltre la (q. 2620 m) possono essere aggirati a sinistra, compresa la successiva torre. Un gendarme a (q. 2760 m) può essere aggirato ad W. Noi, dopo aver aggirato i due gendarmi all’inizio, abbiamo cercato di rimanere il più possibile sulla cresta che presenta divertenti passaggi. Il gendarme a (q. 2760 m) lo abbiamo arrampicato per una parete fessurata di III°.
- Riguardo al materiale da portare al seguito: il caschetto è raccomandabile. Imbrago e corda sono consigliabili ma non indispensabili, questa è una scelta soggettiva. Noi l’abbiamo utilizzata per affrontare in sicurezza i passaggi di II+ e il muretto (evitabile) di III°. Utili alcuni friend piccolo/medi, un paio di rinvii, moschettoni e cordini. Ramponi e piccozza non sono necessari, ma lo potrebbero essere in discesa dalla Cresta E, se c’è neve dura sul nevaio che bisogna traversare prima della Spianata.
- Dalla dogana svizzera fino all’Areuapass il sentiero è ben segnalato da bandierine di colore bianco-rosso-bianco e da precisi cartelli svizzeri.
Da Chiavenna (SO) si prosegue sulla strada per il Passo dello Spluga fino a raggiungere questo valico. Nei pressi della dogana italiana sono presenti diversi parcheggi dove lasciare l’auto.
Dalla dogana italiana al Passo dello Spluga si segue a piedi la strada asfaltata che in poco più di 10 minuti conduce alla dogana svizzera (Berghus). Qui si abbandona la strada e, seguendo le indicazioni dei cartelli per Tamboalp 1h e i segnavia, si imbocca il sentiero che inizialmente risale una valletta in direzione SW poi compie un lungo traverso a destra per aggirare a N l’Alpetlistoch (q. 2394 m).
Raggiunti i bellissimi pianori erbosi di Bi den Trög (q. 2132 m), si scende nella vastissima conca prativa del Tamboalp (q. 2032 m). Da qui, seguendo le indicazioni per Areuapass, si prende l’evidente pista sterrata (Stotxhalia) che sale in direzione SW e che poi si trasforma in sentiero. Si seguono i ben evidenti segnavia che su pascolo risalgono, sempre in direzione SW, la Hintertälli, fino a raggiungere l’ampia sella dell’Areuapass (q. 2509 m, h 2.30 dalla partenza).
Senza aggirare a W la cima (q. 2620 m) che comporterebbe l’attraversamento di ripidissimi pendii erbosi, si segue l’elementare cresta che in breve conduce in cima alla precitata (q. 2620 m). Da questa cima si scende su vaste pietraie perdendo non più di 10 metri di dislivello e si arriva all’inizio della vera e propria cresta N del Tambò.
Si tiene il filo della cresta a blocchi, poi si aggirano a sinistra i 2 bizzarri gendarmi. La torre successiva la si aggira ancora a sinistra su facili rocce e cenge. Poi si riprende la cresta e la si arrampica con brevi ed evidenti aggiramenti. Si prosegue cercando di tenere il filo roccioso, sempre con brevi spostamenti a destra e sinistra (fin qui massimo II°+).
Giunti alla base del gendarme a (q. 2760 m), lo si può aggirare a destra, ma è più bello risalirlo (5/6 metri) per un’evidente fessura di III° e poi si prosegue con passaggi al massimo di II°. Nella parte superiore la cresta diventa più facile (I°/I°+) ma un poco più aerea e si arrampica quasi sempre leggermente a destra del filo. Gli ultimi 80 metri sono elementari (h. 2,30/3,00 dall’Areuapass).
Dalla via normale della Cresta E (difficoltà: F)
Venti metri ad W della croce di vetta si scende per circa 30 metri, verso S, su facili rocce gradinate. Poi, seguendo gli ometti si traversa brevemente a sinistra e si accede al versante E della montagna. Qui la cresta si trasforma in un vasto pendio detritico che si percorre sulle tracce di un sentierino. Al suo termine si scende a destra del filo di cresta che si impenna e poco più in basso si attraversa orizzontalmente un nevaio. Si arriva in questo modo su vaste pietraie quasi pianeggianti che richiedono brevi risalite, fino a pochi anni fa questa era la sede della Vedretta della Spianata, ormai del tutto estinta. Seguendo poi i numerosi ometti si scende per canaletti in parte rocciosi e in parte nevosi, fino a portarci sotto il Tamborello. Si prosegue su pietraie, sotto il versante S di questa montagna, per un lungo tratto. Infine, per prati e su sentiero ben tracciato si scende più ripidamente al Passo dello Spluga. (h 2,00 dalla vetta).
Ulteriori informazioni o immagini di questa o di altre ascensioni da me effettuate e presenti su vienormali.it, possono essermi richieste all’indirizzo email: vardinellipiero@gmail.com
La cresta N del Pizzo Tambò, dalla (q. 2620 m) | Io, sulla cresta N del Tambò | La parte superiore della cresta N del Tambò |
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