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La Cima del Cavrè da SW, dall’itinerario di salita |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Masino Provincia: Sondrio Punto di partenza: Strada per Valle dei Ratti (q. 912 m) Versante di salita: W Dislivello di salita: 1700 m - Totale: 3400 m Tempo di salita: 5,00 h - Totale: 8,30 h Periodo consigliato: da giugno a ottobre |
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Bella montagna, ben individuabile dalle pianure dell’alto Lario in direzione NE. Stupenda è la visione di questa cima da questa prospettiva, in particolare d’inverno, quando il versante W è interamente innevato. Affiancata a N dall’imponente castello roccioso del Sasso Manduino, forma un quadro d’altra montagna difficilmente eguagliabile per cime di questa altezza. È una montagna poco frequentata, soprattutto per la mancanza di sentieri di avvicinamento e per il considerevole dislivello. L’itinerario proposto per il versante W è la via normale per eccellenza e non comporta particolari difficoltà (EE+), ma è riservato ad escursionisti esperti, in quanto l’avvicinamento da SW comporta il superamento di ripide chine erbose, senza traccia per diverse centinaia di metri di dislivello. Il pendio finale, sopra la Sella (q. 2350 m circa) è facile, mai esposto. Bellissima la vista sulle cime alla testata della Valle dei Ratti, impressionante quella sul Sasso Manduino.
Da Sorico per chi proviene da Como, o da Colico per chi proviene da Lecco, si prende la Statale 36 dello Spluga. Giunti a Verceia si abbandona la statale e si devia sulla Via Serto che sale quasi rettilinea per alcune centinaia di metri, fino ad un quadrivio. Qui si imbocca la strada, a pagamento, per Valle dei Ratti (Via Vico). La strada sale con numerosi tornanti, inizialmente asfaltata, poi sterrata e con alcuni tratti cementati. Si sale a lungo, fino ad un tornante sinistrorso che funge da piazza di giro, dopo venti metri la strada è infatti sbarrata. Si parcheggia poco prima della curva, ai lati della sterrata, siamo ad una quota di m 912. Il permesso di accesso sulla strada (€ 5,00) viene rilasciato dai bar e ristoranti di Verceia. Se si sale presto, il permesso può essere pagato al ritorno, attenzione perché ci sono le telecamere che riprendono le auto che salgono.
A destra del tornante si imbocca l’evidente e largo sentiero che poco sopra è segnalato da dei cartelli che riportano Frasnedo a h. 1,00. Il sentiero si trasforma ben presto in una larga mulattiera che sale in direzione NE e conduce a Frasnedo (q. 1287 m). Dalla cappella che precede questo abitato, la Cima dei Cavrè è ben individuabile sopra la verticale del campanile della chiesa, a destra della parete meridionale della costiera formata dal Monte di Frasnedo. Si segue il sentiero che traversa in basso sotto la chiesa e in breve si arriva alla stazione di arrivo della teleferica, trenta metri più avanti c’è il Rifugio Frasnedo.
A metà strada tra queste due costruzioni si prende, verso sinistra, una larga pista che conduce ad una fontana, trenta metri ad E della chiesa. Da qui si segue, verso destra, un sentiero (indicazioni per zochetta gaiun) che conduce alle ultime case a NE del borgo. Cinquanta metri a NE delle case si potrà notare una specie di avvallamento caratterizzato dalla presenza di grossi massi e da alberi di betulle sulla sinistra e di larici sulla destra. Il sentiero da seguire traversa in direzione E, esattamente sulla sommità del dosso che si trova a destra dell’avvallamento.
Si segue questo sentiero, non segnalato, che compie un lungo traverso semipianeggiante, a destra della conca che funge da deposito dei massi che cadono dalla parete soprastante. Più avanti si sale con alcune svolte tra grossi faggi e si arriva in una piazzola dove c’è un masso che riporta la scritta Cima Cavrè, verso destra. Si prosegue quindi in questa direzione, la traccia diventa un po’ meno evidente e invasa dalle felci, ma si riesce a seguirla senza particolari difficoltà.
Si sale per un buon tratto tra arbusti e radi alberi, sotto le pareti verticali del Monte di Frasnedo. La traccia risale poi ripida un dosso e sbuca in un pianoro erboso (vedi prima immagine di dettaglio) dove c’è un grosso masso con una fontanella ricavata da un tronco di legno. Da qui è ben individuabile l’itinerario che ci attende, la Sella (q. 2350 m circa) e la nostra cima. Si abbandona quindi la traccia che prosegue a destra e si prende quella che sale sopra la verticale della fontanella.
La traccia diventa ora ancor più labile, aggira a destra il rilievo roccioso soprastante, poi termina. Si prosegue allora per ripide chine erbose, aggirando a destra o sinistra le rocce soprastanti, fino a giungere nei pressi della cresta spartiacque. Da qui (vedi immagine principale) abbiamo 2 possibilità per raggiungere la larga Sella erbosa (q. 2350 m circa) situata alla base del pendio finale della montagna:
1) si va a raggiungere la cresta e la si segue fedelmente, magari aggirando facilmente a destra, su prati, l’ultimo tratto. Lungo la cresta bisogna però superare passaggi di II/II+ un po’ esposti, è quindi un itinerario riservato ad escursionisti molto esperti (il mio itinerario di salita);
2) si cerca di individuare un sentierino degli animali che traversa verso destra, 80/100 metri sotto la cresta, su pendii erbosi nemmeno troppo ripidi, poi su prati si sale alla Sella 2350 m (il mio itinerario di discesa). Probabilmente questo traverso lo si può effettuare anche più in basso.
In ogni caso, dalla Sella (q. 2350 m circa) è evidente l’itinerario da seguire sul ripido, ma assolutamente facile, pendio sommitale, alto circa 250 m. Si sale a sinistra del canalone centrale che si ramifica, quasi in linea retta, su erba e facili saltelli rocciosi da aggirare. Giunti ad un centinaio di metri dalla vetta abbiamo 2 possibilità per raggiungerla.
La prima è di proseguire il più possibilmente diritti e giunti a 20 metri dalla cresta SW, che qui assume orientamento S, salire facilmente verso sinistra. Si arriva sulla vetta, che è sormontata da un piccolo omino di pietre, senza alcuna difficoltà.
La seconda è di obliquare verso destra senza percorso obbligato, fino a raggiungere la cresta S che si segue poi facilmente fino a 20 metri dalla vetta, dove c’è un intaglio di 4 metri, verticale, difficile da superare direttamente. Bisogna allora retrocedere una decina di metri e aggirarlo sul lato W, poi si sale facilmente in vetta.
Come per la salita.
Il punto in cui si abbandona la traccia che traversa a destra e si risalgono i prati | L’itinerario, dalla Sella (q. 2350 m circa) | Panorama di vetta, verso NE |
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