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Pizzo Coca - dalla Valmorta - 3050 m


Relazione della salita - Cima n° 3432


Via Normale Pizzo Coca - dalla Valmorta

Il Pizzo Coca dall’Alta Valmorta, dalla conca detritica a (q. 2443 m)
Regione: Lombardia (BergamoItaliane

Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie

Provincia: Bergamo

Punto di partenza: Valbondione (BG) (q. 900 m)

Versante di salita: E-SE

Dislivello di salita: 2250 m - Totale: 4500 m

Tempo di salita: 6,30 h - Totale: 11,00 h

Periodo consigliato: luglio-settembre

Punti di appoggio: Rif. Curò (q. 1895 m) e Rif. Consoli (q. 1890 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Sentiero segnato
Difficoltà:   EE - A - I+ - F (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: si
Cartografia: KOMPASS N. 104 – Alpi Orobie Bergamasche 1:50000
Autore: Piero V.  Profilo di Piero V. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 27/08/2020
Data pubblicazione: 29/08/2020
N° di visualizzazioni: 5982
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Introduzione:

Vetta molto rinomata e frequentata, la più alta delle Orobie, non ha certo bisogno di presentazione. L’itinerario proposto dal Rifugio Curò e per la desolata ma bellissima Valmorta, infine per la cresta SE, è una variante dell’altrettanto classico itinerario che sale dal Rifugio Merelli al Coca. Entrambe le vie convergono alla Bocchetta del Camoscio all’inizio della cresta SE, la parte finale lungo tale cresta è quindi la medesima.
Ecco alcune precisazioni per chi intende raggiungere il Pizzo Coca dalla Valmorta:
- L’itinerario di salita, dalla partenza alla vetta, è interamente segnalato con cartelli, con le solite bandierine di colore rosso-bianco-rosso e con bolli bianchi o rossi. Dalla Bocchetta del Camoscio alla vetta, principalmente con bolli rossi. Anche la consigliabile discesa dal Rifugio Merelli al Coca è ovviamente interamente segnalata.
- Il percorso classico di salita al Rifugio Curò sulla stradina sterrata che poi diventa una mulattiera, è monotono, ma allietato dalla spettacolare visione delle Cascate del Serio, le più alte in Italia e le seconde in Europa. Dal Piano del Barbellino si sviluppano con 3 salti successivi per un’altezza totale di 315 m, precipitando in uno splendido anfiteatro di rocce scure, erba e rade macchie di faggi. Con la costruzione delle dighe le cascate vennero interrotte. Attualmente vengono riaperte in concomitanza con la stagione turistica. Lo spettacolo, uno tra i più belli d’Italia, richiama ogni anno migliaia di turisti.
- L’accesso alla Bocchetta del Camoscio è decisamente più semplice dal versante W, mentre dalla Valmorta è un pò più complicato, sia per la presenza nella parte superiore di una paretina rocciosa di I°, sia per i traversi franosi, un pò ripidi, che precedono il valico. Tuttavia, la salita di questo tratto la si affronta senza particolari patemi, mentre la discesa richiede sicuramente maggiore prudenza. Alcuni passaggi sotto la bocchetta stanno comunque per essere attrezzati con catene.
- La cresta SE presenta 2 tratti di I°+ che richiedono un pò di attenzione. Il primo è il canaletto, alto una trentina di metri, che si trova poco sopra la Bocchetta del Camoscio. Il secondo è un risalto verticale di una quindicina di metri che si trova più avanti. Entrambi dispongono comunque di buoni appigli ed in effetti non presentano particolari difficoltà nemmeno in discesa.
- La corda per un escursionista esperto non dovrebbe essere necessaria. In vetta ci siamo ritrovati in una ventina di persone ma nessuno l’ha utilizzata né in salita né in discesa. Tra l’altro, personalmente non l’avevo nemmeno al seguito. Comunque è sempre una valutazione soggettiva quella di portarla o meno. Sicuramente utile il casco, a causa anche delle numerose comitive che potrebbero smuovere le pietre.
- La discesa dal Rifugio Merelli al Coca, come già accennato, è da consigliare, sia per diversificare l´itinerario, sia perché il sentiero è più semplice e diretto, sebbene costantemente ripido.
- Il notevole dislivello consiglia, se non fisicamente ben preparati, di suddividere l´ascesa in 2 giorni.


Accesso:

Da Bergamo e dintorni si prende la SP ex SS 671 della Valle Seriana, fino al bivio per Clusone, poi la SP 49 fino a Valbondione, località Bondione. Al bivio che c’è all’entrata di questo paese si prende a destra, si attraversa subito sopra un ponte il Fiume Serio e poco più avanti si curva a sinistra della chiesa. Dopo circa un centinaio di metri in salita, sulla sinistra c’è un grande parcheggio dove lasciare l’auto e il palazzetto dello sport all’interno del quale c’è l’ufficio turistico, dove si può acquistare il Pass parcheggio, valevole su tutto il territorio del comune di Valbondione. Il prezzo per un giorno è di € 5.00, per 2 o 3 giorni € 10.00. All’esterno dell’ufficio turistico, eventualmente, c’è anche una cassa automatica per l’acquisto del Pass.


Descrizione della salita:

Dal parcheggio nei pressi del palazzetto dello sport ci s’incammina in salita lungo la strada asfaltata e s’imbocca la via on.le T. Pacati. Un centinaio di metri più avanti si compie un tornante destrorso e si prosegue ancora per un altro centinaio di metri, fino ad un bivio, dove si prende, a sinistra, la via Curò che all’inizio riporta diversi cartelli indicatori per i Rifugi Curò, Consoli e Barbellino; ci troviamo in località Beltrame. Si segue la strada che sale con pendenza costante, inizialmente ancora asfaltata, poi sterrata e che si addentra in un fresco bosco (segnavia 305). Si segue a lungo la sterrata, dentro e fuori da numerosi valloncelli ma sempre in direzione NE.
Oltrepassata la Valle Veggiolo la stradina si trasforma in una larga mulattiera e si compie il primo tornante che è destrorso. Poco più avanti c’è un bivio, la mulattiera prosegue comodamente a destra. Se invece si vuole abbreviare un pò il percorso, si prende, a sinistra, la variante con segnavia 305 A. Questo sentiero, non riportato sulla carta della Kompass, sale ripidamente e in alcuni tratti è attrezzato con catene, ma in condizioni normali è elementare. Ad ogni modo, dopo circa h 2.30/2.40 di cammino si arriva, prima all’Ostello Curò e 30 metri dopo al Rifugio Curò (q. 1895 m) che si trova alto sopra la sponda meridionale del Lago artificiale di Barbellino.
Si segue ora il sentiero pianeggiante con i segnavia 303 / 323 che aggira il rifugio da S a N in senso antiorario e si prosegue con percorso un pò altalenante, alti sopra la riva meridionale del lago artificiale. Il sentiero in questo tratto è un poco impervio e attrezzato in alcuni punti con catene ma è sempre abbastanza largo. Al suo termine si arriva alla casa dei guardiani, in prossimità della corona del muraglione della diga. Per entrare in Valmorta sarebbe sufficiente attraversare la comoda corona della diga e poi prendere il sentiero, inizialmente pianeggiante, che si stacca verso sinistra, all’altezza della corona, ma l’accesso non è consentito ed è sbarrato da cancelli.
Bisogna quindi scendere l’evidente sentiero che conduce a metà strada, tra il laghetto della diga di Valmorta a sinistra e la base dell’alto muraglione della diga del Barbellino a destra, perdendo circa un centinaio di metri di dislivello. Si risale poi senza percorso obbligato il pendio di erba e detriti, a sinistra dell’alto muraglione, fino ad imboccare la traccia, ora ben segnalata che si stacca a pari altezza della corona della diga. In effetti il pendio di erba e detriti di fianco al muraglione è l’unico tratto dove i segnavia sono quasi del tutto assenti, ma il percorso è facile ed evidente. Si prosegue poi lungo lo stretto sentiero (segnavia 323) che inizialmente traversa pianeggiante verso W e poi sale in direzione NW.
Si superano alcuni facili passaggi rocciosi attrezzati con catene e si entra a mezzacosta nella desolata ma bellissima Valmorta. Più avanti ci si abbassa brevemente nella conca al centro della valle, dove si trova il piccolo Lago di Valmorta (q. 2148 m). Poi, dopo aver aggirato il laghetto a destra, si seguono i numerosi segnavia e si inizia a rimontare un lunghissimo pendio di detriti e ghiaie, in direzione SW. Dopo circa 300 metri di dislivello dal laghetto, si approda in una vasta conca detritica a (q. 2443 m). Da qui è ben evidente il nostro prossimo obiettivo, la Bocchetta del Camoscio (q. 2719 m).
Dopo un’iniziale risalita su detriti al centro del vallone, i segnavia conducono alla base di una paretina rocciosa che si trova a destra del canalone principale che scende dalla bocchetta. Si arrampica facilmente (I°) questa paretina, senza troppa esposizione e seguendo ovviamente i segnavia. Si prosegue poi sulla destra, si attraversano alcuni tratti franosi ed infine si arriva alla Bocchetta del Camoscio, dove converge anche la via, molto più frequentata, che sale dal Rifugio Merelli al Coca. Inizia ora la divertente scalata della cresta SE. Appena sopra il valico precitato (vedi 1a immagine di dettaglio) c’è un ripido canaletto che è il tratto più impegnativo dell’intera salita, ma che in effetti non pone particolari difficoltà (I°+).
Poco più avanti c’è un bivio segnalato sui sassi, con la scritta “difficile” a destra e “facile” a sinistra. La variante di destra presenta difficoltà di II°, quella di sinistra di I°, poi le due vie convergono. Si prosegue per canaletti detritici e poco sopra si affronta un risalto roccioso assai ripido e un pò esposto di I°/I°+ ma ben gradinato e con buoni appigli. Si segue poi senza problemi un tratto di cresta quasi pianeggiante (vedi 2a immagine di dettaglio) e si continua seguendo sempre i segnavia, per canaletti e brevi saltelli, senza più particolari difficoltà, fino a raggiungere la croce di vetta.


Discesa:

Si offrono 2 possibilità:
1) Come per la salita.
2) Dal Rifugio Merelli al Coca. In questo caso si ridiscende fino alla Bocchetta del Camoscio, poi si seguono i segnavia in direzione WSW, inizialmente su pietraie, poi traversando a destra un pendio erboso, quindi si scende lungamente un ripido costone. Poco prima di raggiungere il lago di Coca (q. 2108 m) si affronta un canaletto roccioso di I°, poco più in basso si guada il torrente emissario del lago e si prosegue sul versante destro orografico, fino al pianoro erboso sottostante al cui termine, sopra una rupe, si trova il Rifugio Merelli al Coca (q. 1892 m). Si continua la discesa su sentiero ben marcato e sempre con sostenuta pendenza. Si affronta un tratto roccioso e umido attrezzato con catene, comunque elementare in condizioni normali e poco sotto si entra in un bosco di faggi che si scende a lungo con numerosissime svolte. Nella parte inferiore il bosco si dirada, fino ad arrivare sulla sponda destra orografica del Fiume Serio. Si segue poi, verso destra, il sentiero pianeggiante che costeggia costantemente la riva destra del fiume, per circa 1 km o poco più e si arriva al paese di Valbondione, esattamente al ponte che precede di un centinaio di metri la chiesa e da qui in breve si raggiunge il parcheggio.


Note:

NOTA 1
Il Rifugio Curò è aperto tutti i giorni da inizio giugno a fine settembre, solo nei fine settimana a maggio e da fine settembre ad inizio novembre. Tel: 0346 44 076
Il Rifugio Consoli (nell’estate 2020 chiuso per ristrutturazione) è aperto tutti i giorni i mesi di luglio e agosto e solo nei fine settimana in giugno, settembre e ottobre. Tel: 328 96 65 944
NOTA 2
Ulteriori informazioni o immagini di questa o di altre ascensioni da me effettuate e presenti su vienormali.it, possono essermi richieste all’indirizzo email: vardinellipiero@gmail.com


© VieNormali.it

Via Normale Pizzo Coca - dalla Valmorta - A centro immagine il canaletto di I+, dalla Bocchetta del Camoscio
Via Normale Pizzo Coca - dalla Valmorta - Un tratto quasi pianeggiante nella parte mediana della cresta SE
Via Normale Pizzo Coca - dalla Valmorta - Panorama di vetta, verso NW
A centro immagine il canaletto di I+, dalla Bocchetta del Camoscio Un tratto quasi pianeggiante nella parte mediana della cresta SE Panorama di vetta, verso NW

Zoom immagini: passare col mouse sopra le immagini per vedere un ingrandimento (attendere il completo caricamento della pagina).

Revisione: relazione rivista e corretta il 29/08/2020 dalla redazione di VieNormali.it

  



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