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La cresta finale di salita alla vetta |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Agneda (q. 1220 m) Versante di salita: S Dislivello di salita: 1850 m - Totale: 3700 m Tempo di salita: 5,00 h - Totale: 10,00 h Periodo consigliato: Estate |
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Il Pizzo di Rodes fa parte delle Orobie Valtellinesi, ed offre uno spettacolare panorama sul gruppo dello Scais, Pizzo del Salto, Redorta, Pizzo Coca, Diavolo e Diavolino.
Dalla SS 36 ed SS 38 si giunge a Sondrio e quindi si abbandona la suddetta SS per seguire le indicazioni per Pianeda/Agneda. Dopo l´abitato la strada sale ed è abbastanza ben asfaltata, sino a quando si restringe un pò per divenire cementata e poi sterrata (breve tratto ed in piano), in prossimità del parcheggio ove posteggiamo la vettura. Qui troveremo anche il divieto di transito e ampie zone pic-nic e campeggio. E´ preferibile avere un´auto adatta a percorrere questi ultimi tratti, sebbene, con attenzione la si possa percorrere anche con una normale vettura. Dal parcheggio proseguiamo lungo la mulattiera, inizialmente in falso piano, poi con graduale ripidità e lungo tornanti, sino a quando, alla nostra sx, troviamo l´indicazione su un paletto di legno che ci indica il Rifugio Mambretti. Imbocchiamo quindi questo sentiero, abbandonando la mulattiera. Il sentiero sale nel bosco sino a giungere alla diga Edison, alla casa dei guardiani ed al lago di Scais (mt 1510). Qui, in falso piano lasciamo la casa ed il lago sulla nostra dx e proseguiamo lungo il comodo sentiero sempre ben segnato. Oltrepassiamo dei pianori erbosi e delle malghe con mucche al pascolo, sino a giungere ad un bivio ove un cartello ci indica che se andiamo a sx perveniamo all´Alpe di Rodes. Noi ignoriamo questo sentiero e continuiamo a percorrere il sentiero principale, sino a quando, dopo circa 1.45 di cammino dalla macchina perveniamo a Rifugio/Bivacco Mambretti (mt. 2000). Segnalo che il rifugio è privo di gestione e quindi chiuso.
Dal Rifugio imbocchiamo i segnavia alle sue spalle (sentiero Bruno Credaro), che ripidamente risale dossi erbosi, alternando salite a falsi piani, sino a portarci alla base dei pendii che scendono dal Pizzo di Rodes (che vediamo alla nostra sx) e dal Pizzo Biorco (che vediamo alla nostra dx). Noi dobbiamo puntare alla sella tra i due pizzi (Passo del Biorco), ed il sentiero infatti ci conduce qui. Parte del sentiero è anche la GVO (Gran Via Orobie) quindi ogni tanto troviamo anche i bolli gialli, che si sovrappongono a quelli classici bianchi e rossi. Saliamo piuttosto ripidamente lungo il pendio erboso, in alcuni punti una catena ci viene in aiuto. Giungiamo quindi al Passo del Biorco (mt. 2620). Qui attacchiamo direttamente la cresta alla nostra sx, che con delicati passaggi di II grado, a tratti anche piuttosto esposti, ci conduce direttamente alla nostra meta. Segnalo che la cresta non è sicuramente semplice, occorre essere abituati all´esposizione, tuttavia gli appigli sono buoni e la roccia solida, quindi, in caso di difficoltà, si riesce sempre a trovare un punto di salita in base alla nostra percezione di maggiore o minore difficoltà.
Per la discesa si compie il giro ad anello. Dalla vetta scendiamo lungo il versante opposto (nord), seguendo la traccia fatta di ometti e bolli rossi, lungo sfasciumi e roccette, sino a pervenire alla Bocchetta di Reguzzo (mt. 2621), ove alla nostra sx troviamo la Punta di Santo Stefano (volendo si può anche salire). Noi non saliamo ma dalla bocchetta seguiamo il sentiero che scende, in maniera piuttosto ripida, lungo un pendio erboso (attenzione a che l´erba non sia bagnata e quindi scivolosa), e poi lungo un traverso di rocce e sfasciumi puntando in direzione del piccolo lago di Reguzzo e del Rifugio Donati (mt 2500, anche questo chiuso). Giunti al laghetto, non andiamo verso il rifugio (a meno che non ci si voglia andare appositamente), ma continuiamo a seguire i bolli della GVO che ci fanno costeggiare e lasciare sulla nostra sx il piccolo lago. Saliamo il ripido ghiaione, puntando alla sella sopra di noi (Passo del Biorco, ove eravamo arrivati anche in salita), vedremo anche una catena che ci aiuterà ad affrontare il tratto più ripido che precede la sella. Giunti al suddetto passo, torniamo a scendere lungo lo stesso sentiero della salita, sino al Mambretti e quindi alla macchina.
Il giro qui descritto è un anello, quindi i dati indicati in termini di tempo e dislivello fanno riferimento al giro intero, completo di vari sali-scendi. E´ un giro piuttosto faticoso ed impegnativo, ma molto bello. Segnalo che, nei brevi tratti ove è presente la catena, alcuni punti di ancoraggio sono saltati, rendendo la stessa un po´ lassa. Attenzione quindi dal farne completo affidamento.
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