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L´impervia Parete N del Gran Zebrù e il tracciato della Via Minnigerode |
Regione: Lombardia (Sondrio) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Ortles Cevedale Provincia: Sondrio Punto di partenza: Parcheggio sotto l´Albergo del Ghiacciaio dei Forni (q. 2161 m) Versante di salita: N-NE Dislivello di salita: 2600 m - Totale: 5200 m Tempo di salita: 12,30 h - Totale: 15,30 h Periodo consigliato: aprile - inizio giugno |
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Il Gran Zebrù (conosciuto anche come Königspitze) è un imponente piramide rocciosa che si erge maestosa nella suggestiva Val Cedec.
Altrettanto suggestiva e imponente, è la sua Parete Nord, che domina l´abitato di Solda.
Lungo la Parete Nord del Gran Zebrù sono state aperte vie che hanno scritto la storia dell´alpinismo su ghiaccio e misto: la Via Minnigerode è una di queste. Si tratta di un itinerario salito per la prima volta nel 1879 ad opera di Baptist Minnigerode, Alois Pinggera e Peter Reinstadler. L´aspetto straordinario di questa mitica salita fu che i tre alpinisti vinsero la parete senza ramponi e intagliando 1500 gradini nel ghiaccio.
Per motivi logistici viene presentato l´accesso alla Parete dal versante lombardo, anche se l´avvicinamento è decisamente più breve dal versante Trentino, e quindi da Solda.
Da Sondrio percorrere la SS38 fino a Bormio, dove si seguono le indicazioni per S. Caterina Valfurva. All´entrata del paese, deviare a sinistra per la località Forni (ticket all´inizio della strada: €3,00 per 24 ore; €5,00 per 48 ore). La strada, stretta e tortuosa ma sempre asfaltata, termina nel parcheggio sterrato sotto l´Albergo del Ghiacciaio dei Forni.
Dal parcheggio, risalire sino all´Albergo del Ghiacciaio dei Forni, dove s´imbocca la sterrata (in alternativa è possibile percorrere anche il sentiero panoramico) che, percorrendo la lunga ed interminabile Val Cedec, conduce al Rifugio Pizzini-Frattola (q. 2706 m). Splendido panorama sul gruppo Tresero-S. Matteo e Gran Zebrù.
Portarsi alle spalle del Rifugio, quindi proseguire in direzione nord-est, lasciando sulla sinistra le tracce che salgono al Passo Zebrù e la traccia per l´omonima montagna.
Seguire la strada sterrata in leggera salita sino a raggiungere la stazione a valle della teleferica (q. 2850 m circa) che sale al Rifugio Casati. Qui abbiamo due possibilità per raggiungere la Casati:
1) seguire il sentiero estivo, ripido ma più breve (consigliato solo in assenza di neve causa pericolo slavine);
2) seguire il sentiero invernale che, su pendenze inizialmente dolci, aggira sulla destra il pendio, per poi congiungersi (q. 3190 m circa) col precedente sentiero nei pressi di una cresta rocciosa attrezzata con catene e scalini in legno.
Guadagnato il Passo del Cevedale (q. 3256 m), svoltare decisamente a sinistra e, in breve, raggiungere il Rifugio Casati (q. 3269 m).
Portarsi sul ghiacciaio ai piedi del Rifugio, quindi traversare in direzione nord lungo la Vedretta Lunga, passando alle pendici della Cima Solda.
Cercando di perdere quota il meno possibile, puntare ad un intaglio con paletto in legno posto appena a destra della cresta NE della Cima Solda.
Valicare l´Oberer Eisseeepass (q. 3235 m) e scendere lungo la Vedretta di Solda tenendosi bene sulla destra (faccia a valle).
Raggiunta la q. 3000 m circa, lasciare sulla destra le tracce che portano al Rifugio Città di Milano (q. 2591 m), quindi traversare decisamente verso sinistra (direzione NW), puntando all´impervio contrafforte roccioso che sorregge la maestosa seraccata della Vedretta del Gran Zebrù. Tenendosi a debita distanza dalla seraccata e seguendo alcuni paletti in legno con segnavia bianco-rossi, oltrepassare alcune morene e avvallamenti, portandosi all´estrema destra del contrafforte roccioso sopracitato fino ad incontrare una rampa nevosa ascendente verso sinistra ove si attacca (q. 2750 m circa).
Seguire il canale (45° con brevi saltini più ripidi) per circa 200 metri, fino a guadagnare un esile colletto nevoso. Dal colletto, seguire l´esile e breve crestina nevosa verso destra, quindi risalire le soprastanti rocce (IV) (cordone con chiodi, utile un friend), raggiungendo una cengia detritica, ove è possibile sostare su uno spit.
Qui si trova il passaggio chiave dell´intera salita: un tiro di 15/20 metri di IV+ (3 spit e 1 chiodo) su tacchette e roccia non sempre di buona qualità.
Per raggiungere l´attacco della Via Minnigerode (q. 3200 m circa) abbiamo due possibilità:
1) in caso di buona copertura nevosa del ghiacciaio, è possibile attraversare il Ghiacciaio direttamente zigzagando tra i seracchi e puntando al conoide di attacco della Via Minnigerode (q. 3200 m circa);
2) non sempre il passaggio diretto risulta possibile, di conseguenza è necessario rimanere sulla sinistra orografica della Vedretta, aggirare sulla destra un grosso isolotto roccioso, per poi traversare nuovamente verso sinistra (faccia a monte) lungo il pianoro nevoso sottostante la mitica Via Ertl (il cui attacco è posto proprio sotto la verticale della vetta). Attraversare il ghiacciaio e, in leggera discesa, raggiungere il conoide di attacco della Via Minnigerode (q. 3200 m circa).
Con attenzione, oltrepassare la crepaccia terminale, quindi compiere un breve traverso ascendente verso destra fino a guadagnare la base di un ripido (circa 80°) saltino ghiacciato, oltre il quale si entra nel canale nevoso della Minnigerode. Seguire lungamente il canale nevoso su pendenze nevose costanti di 55°/60°, intervallate da qualche saltino più ripido e ghiacciato (75°/80°).
Vinte anche le roccette instabili della parte alta, si guadagna l´aerea cresta est, che si segue lungo il filo fino ad intercettare le tracce che salgono dalla via normale del Gran Zebrù. Da qui, in breve, si è alla croce di vetta del Gran Zebrù (q. 3851 m).
La discesa si svolge lungo la via normale.
Dalla vetta seguire interamente l´affilata cresta (attenzione ad eventuali cornici e alla forte esposizione sulla Parete Nord della montagna), fino a raggiungere l´ingresso all´ampia pala. Scendere lungo la pala (max 40°/45°) mantenendo il suo margine destro (faccia a valle) fino a guadagnare il famoso Colle di Bottiglia (q. 3490 m).
Facendo attenzione ai detriti instabili e alle possibili scariche di sassi, scendere lungo il canalino (45°/50°) posto sotto al Colle, quindi fare ritorno alla Pizzini e poi alla macchina
1) Per la progressione sono utili 2/3 chiodi da ghiaccio, qualche cordino e 2 o 3 firends medio/piccoli per attrezzare eventuali soste.
2) E´ necessario tenere presente che da inizio maggio in poi si presenta il problema logistico della chiusura del Rifugio Città di Milano, privo di locale invernale.
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