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Pizzo di Vogorno - dal versante SE e per la cresta SSE - 2442 m


Relazione della salita - Cima n° 3382


Via Normale Pizzo di Vogorno - dal versante SE e per la cresta SSE

Il Pizzo di Vogorno da E, dai pendii sommitali del Madone
Regione: Estero (EsteroSvizzere

Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Verzasca

Provincia: Estero

Punto di partenza: Vogorno (q. 495 m)

Versante di salita: SE-SSE

Dislivello di salita: 2000 m - Totale: 4000 m

Tempo di salita: 5,30 h - Totale: 10,00 h

Periodo consigliato: da giugno a ottobre

Punti di appoggio: Nessuno
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Sentiero segnato
Difficoltà:   EE (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: si
Cartografia: CARTA NAZIONALE DELLA SVIZZERA N. 1313 – Bellinzona 1:25000
Autore: Piero V.  Profilo di Piero V. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 28/02/2020
Data pubblicazione: 01/03/2020
N° di visualizzazioni: 3236
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Introduzione:

Maestosa piramide dalle lunghe creste e dall’impareggiabile panorama sull’Arco Alpino, su gran parte del Lago Maggiore e sul Lago di Vogorno che da lassù appare sospeso sopra il vuoto. È una delle montagne simbolo della Val Verzasca, che si lascia raggiungere senza difficoltà particolari ed è quindi molto ambita. Le due vie normali, la prima dal versante SW ed infine per la cresta NNW e quella proposta qui di seguito, dal versante SE ed infine per la cresta SSE, avendo in comune il medesimo punto di partenza, si prestano ad un’interessante e facile (EE) traversata, sconsigliata però in presenza di neve per via della ripidezza che assume il versante occidentale nella parte sommitale. Tuttavia, è proprio in condizioni invernali, magari accentuate dall’imperversare di una tempesta di Föhn, che la salita al Pizzo di Vogorno sa offrire grandi emozioni. Le baite dell’Alpe Lòcia sommerse in questo bianco candore, il turbinio che solleva la neve dal Pizzo di Vogorno, dai vastissimi pendii ondulati di Pianca e dalle creste del Madone che da questa prospettiva assume forme assai slanciate, in aggiunta al grande isolamento dei luoghi, rendono l’ascesa indimenticabile e proiettano in una dimensione di montagne ben più elevate e impegnative. Ma in definitiva, anche in condizioni di innevamento e di forte vento, il versante SE e l’ultimo tratto della cresta SSE non presentano difficoltà rilevanti (F/F+), basta prestare le dovute attenzioni nel risalire il ripido canale che permette di accedere alla cresta sommitale. Quest’ultima è larga, non particolarmente ripida e conduce direttamente in vetta. In presenza di neve ghiacciata è ovviamente richiesta massima prudenza e, se necessario, l’utilizzo della corda.


Accesso:

Dall’autostrada Como - Chiasso – San Gottardo si esce allo svincolo di Bellinzona Sud, dove si imbocca la strada cantonale per Locarno. Si prosegue per un lungo tratto seguendo sempre le indicazioni per Locarno e si arriva alla grande rotonda presente nei pressi dell’aeroporto di Magadino. Qui si prende la prima uscita per Gordola e Valle Verzasca e giunti a Gordola si seguono le indicazioni per la valle. La strada sale con diversi tornanti e conduce a Vogorno, esattamente sotto la chiesa si imbocca la via Sant’Antonio e si sale verso le case alte del paese. Cinquanta metri dopo aver superato il terzo tornante sinistrorso, sulla destra ci sono diversi cartelli segnaletici ed uno spiazzo dove parcheggiare l’auto.


Descrizione della salita:

Si seguono le indicazioni dei cartelli che tra le diverse destinazioni riportano quelle che fanno al caso nostro: Colletta 15 min, Rienza 2 h 20 min, Alpe Lòcia 3 h 15 min e Pizzo di Vogorno 5 h 10 min (gli orari sono abbastanza realistici). Dal parcheggio si risale quindi una breve gradinata che si trasforma ben presto in un sentiero pianeggiante che, dopo essere passato in mezzo ad alcune case, traversa in piano nel bosco. Si supera un piccolo torrente sopra un ponticello e si arriva ad una cappella, a cui fa seguito una scalinata che conduce al bell’oratorio di Colletta (q. 671 m). Al bivio presente in questa località, si prende a destra e poco più avanti ci si abbassa leggermente ad un torrente, che si guada.
Inizia ora “l’ingegnoso sentiero”, così definito da Giuseppe Brenna autore della Guida delle Alpi Ticinesi, che risale le gole incassate della Val della Porta con ripide e lunghe gradinate. Si approda quindi alle baite di Mosciöi, da questa località il sentiero prosegue in salita nel bosco, poi compie un traverso pianeggiante e conduce alla vasta e bellissima radura di Rienza (q. 1411 m), prima si passa dalle baite inferiori e poco avanti si arriva a quelle superiori, dove, ad un bivio segnalato si prende a sinistra, il cartello riporta: Alpe Lòcia 1 h e Pizzo di Vogorno 2 h 55 min. Circa 80/100 metri lineari sopra questo cartello, c’è un altro bivio, con le destinazioni segnate in vernice bianca sui massi, a destra per l’Alpe Lòcia, a sinistra per l’Alpe Stavascio.
Il sentiero di destra, segnalato con le solite bandierine bianche-rosse-bianche, è più diretto ed è anche riportato sulla CNS, sale nel bosco in direzione NNE, passa dalla (q. 1612 m) e poi prosegue fino all’Alpe Lòcia (q. 1779 m). Mentre il sentiero di sinistra, anch’esso segnalato, è un po’ più lungo ed è solo in parte riportato dalla CNS, ma è ben evidente anche con la neve, dato che è abbastanza largo. Esso sale nel bosco in direzione NW fino ad approdare all’Alpe Stavascio (q. 1610 m), poi prosegue ancora per un breve tratto sempre in direzione NW, quindi inizia un lungo traverso a ENE e nell’ultimo tratto, con un percorso in lieve discesa conduce anch’esso all’Alpe Lòcia.
In ogni caso, da questo alpe si risalgono a lungo i dolci pendii ondulati di Pianca, volgendo gradualmente a sinistra, verso l’evidente e ripido canale posizionato a sinistra della verticale della vetta. In condizioni normali il canale è di detriti malfermi, se innevato si presenta abbastanza ripido nella parte superiore, circa 45°, ma l’uscita sulla destra è semplice. Raggiunta quindi la sommità del canale, si approda sulla cresta SSE che si trasforma ora in un largo pendio, non eccessivamente ripido anche in presenza di neve, che si risale fino al suo vertice, dove c’è la croce di vetta.


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Nota 1
Il considerevole dislivello in salita, che con i saliscendi è di circa 2000 metri, richiede un adeguato allenamento.
Nota 2
In presenza di neve sono ovviamente indispensabili piccozza e ramponi. Potrebbero essere utili anche le ciaspole, dove la neve non regge.
Nota 3
È importante che l’ingegnoso sentiero fra le località di Colletta e quella di Mosciöi, sia in buone condizioni, dato che le gradinate in alcuni tratti sono sospese sopra il vuoto, o lo fiancheggiano.


© VieNormali.it

Via Normale Pizzo di Vogorno - dal versante SE e per la cresta SSE - L’Alpe Lòcia e il Pizzo di Vogorno, nell’imperversare di una tempesta di Föhn
Via Normale Pizzo di Vogorno - dal versante SE e per la cresta SSE - Il panorama verso E, dalla vetta
Via Normale Pizzo di Vogorno - dal versante SE e per la cresta SSE - Il canale appena sceso
L’Alpe Lòcia e il Pizzo di Vogorno, nell’imperversare di una tempesta di Föhn Il panorama verso E, dalla vetta Il canale appena sceso

Zoom immagini: passare col mouse sopra le immagini per vedere un ingrandimento (attendere il completo caricamento della pagina).

Revisione: relazione rivista e corretta il 02/03/2020 dalla redazione di VieNormali.it

  



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