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In avvicinamento alla Seconda Torre del Sella. In rosso l´attacco della Via Demetz |
Regione: Trentino Alto Adige (Trento)
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Sella Provincia: Trento Punto di partenza: P.so Sella (q. 2244 m) Versante di salita: W-SW Dislivello di salita: 450 m - Totale: 900 m Tempo di salita: 5,00 h - Totale: 6,30 h Periodo consigliato: estate |
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Il gruppo montuoso del Sella è costituito da una serie di torrioni lungo i quali sono state aperte numerose vie di arrampicata da parte di importanti e famosi alpinisti del passato.
La Via Demetz alla Seconda Torre del Sella, aperta nel 1930 da Demetz e Delago, è un itinerario classico e assolutamente da non sottovalutare: la chiodatura, infatti, è praticamente inesistente e anche sui tiri più duri è ridotta al minimo.
Da Canazei seguire la strada che sale verso il Passo Sella. Numerose possibilità di posteggio in corrispondenza del Passo.
Dal Passo Sella (q. 2244 m), imboccare la traccia di sentiero che si stacca alle spalle dell'Albergo Maria Flora. Salire per prati puntando alla buffa e inconfondibile struttura della Locomotiva, per poi svoltare decisamente a sinistra al primo bivio.
Proseguire in mezzacosta e in leggera discesa transitando alla base della Prima Torre del Sella.
L'ambiente diviene ora più severo e selvaggio, e i verdi pascoli lasciano spazio ad ampi ghiaioni. Seguendo tracce o comunque per percorso non obbligato, abbandonare il sentiero e puntare al profondo canalone che si origina tra la Prima e la Seconda Torre del Sella.
Costeggiare la base della Seconda Torre del Sella, fino ad incontrare un marcato canaletto (faccia a monte, sulla sinistra del canalone che divide le due Torri) che permette l'accesso alla parete e che si trova più o meno sotto la verticale di evidente caminetto fessurato (L2): qui si trova l'attacco della Via Demetz.
Il marcato canaletto si trova poco sopra ad una scaglia di roccia giallognola staccata della parete (attacco della Via Gluck).
L1: risalire direttamente il caminetto o le roccette alla sua destra per poi obliquare leggermente verso sinistra su terreno via via sempre più verticale ma mai troppo impegnativo. Per caminetti e facili risalti raggiungere la sosta a due chiodi posta alla base del camino-fessura visibile già dal basso - 50 m, III, III+
L2: vincere il camino fessurato a sinistra della sosta con bella arrampicata in spaccata, quindi uscire per rocce più semplici a sinistra fino alla comoda sosta in uno spiazzo - 25 m, IV, III
L3: spostarsi a destra della sosta e, per rocce semplici, portarsi alla base di uno strapiombino (possibilità di proteggersi alla base con cordino attorno ad un sasso incastrato). Vincere lo strapiombo con passaggio fisico e delicato, poi per rocce più semplici si è alla comoda sosta posta sulle rocce di destra -30 m, III, IV+, IV-
L4: risalire brevemente il canale sopra lo sosta, per poi rimontare la parete rocciosa sulla destra non appena possibile. Proseguire per rocce verticali ma ben gradinate fino ad un'ampia cengia detritica. Raggiunto un cordino in clessidra sulle rocce di sinistra, svoltare decisamente in questa direzione e, per facili risalti, raggiungere la sosta su clessidra (cordino rosso + fettuccia vecchia: da rinforzare!) - 35 m, III
L5: proseguire dritti sopra la sosta (fare attenzione alla roccia che, in questo tratto, risulta essere decisamente marcia) fino a raggiungere una piccola terrazza ove la verticalità diminuisce sensibilmente. Qui traversare verso destra portandosi alla base di un diedro (1 chiodo), vincerlo e raggiungere la sosta ad 1 spit su una comoda cengia sovrastata da alcuni strapiombi - 30 m, III+, IV
L6: dalla sosta traversare per circa 5 metri verso sinistra seguendo la facile ma esposta cengia. Doppiare lo spigolo, quindi riprendere a risalire verso destra seguendo un bel diedro obliquo che si trasforma poi in un bel traverso (esposto ma ben appigliato). Sosta in una nicchia gialla posta sopra a verticale della sosta precedente (per raggiungere questa sosta, è possibile seguire una variante di V+/VI-: dalla sosta al termine di L5, spostarsi di poco verso sinistra portandosi alla base di una netta e strapiombante fessura (1 dado incastrato), al termine della quale ci si ricongiunge alla sosta) - 30 m, IV-, IV
L7: salire dritti sopra la sosta entrando in un bel diedro fessurato (1 chiodo + 1 cuneo in legno), al termine del quale si esce a destra. Per rocce un po' più semplici, portarsi verso detsra alla base di una bellissima fessura staccata (da proteggere!): vincerla e proseguire su rocce verticali e leggermente strapiombanti verso destra fino alla sosta su cengia (al termine della fessura, poco sopra, è presente un chiodo nascosto sulla sinistra) - 40 m, IV+, V
Da qui è possibile abbandonare la via seguendo la cengia verso destra (faccia a monte) e ricongiungersi con la via di discesa dalla Prima Torre del Sella.
L8: risalire il diedro soprastante sino alla sosta - 35 m, IV-, IV
L9: proseguire nella bellissima fessura diedro, al termine della quale, con passaggio delicato, ci si sposta sulle rocce di sinistra. A questo punto non resta che proseguire per facile cresta fino alla vetta della Seconda Torre del Sella (tiro lungo, possibilità di dividerlo attrezzando una sosta sugli spuntoni in cresta) - 65 m, IV, V-, II
Dalla vetta della Seconda Torre del Sella (q. 2598 m), seguire le tracce in direzione del Piz Ciavazes fino a raggiungere un caminetto (III oppure doppia). Raggiunta una forcella, proseguire la discesa verso il Piz Ciavazes, fino a ricongiungersi con le tracce della Via Normale alla Prima Torre del Sella. Prima di raggiungere la base di quest´ultima, effettuare un'ultima doppia (20 metri), quindi per comodo sentiero si torna al Passo Sella (q. 2244 m).
Le soste sono tutte da attrezzare su vecchi chiodi (buoni) o su spuntoni; utili cordini e friends fino al 2 BD.
Al termine di L7, in caso di necessità o brutto tempo, è possibile abbandonare la via seguendo una stretta, esposta ma semplice cengia verso destra (faccia a monte), lungo la quale si trovano anche gli attacchi di altri itinerari quali il Diedro Kostner e il Diedro Gluck.
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