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L’itinerario, da NW |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Circa 1 km dopo Bondone (q. 1250 m) Versante di salita: NW-N Dislivello di salita: 1600 m - Totale: 3200 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 8,30 h Periodo consigliato: dai primi di luglio a fine settembre |
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La Cima del Bondone è la montagna più elevata della valle omonima, posizionata sulla catena principale spartiacque delle Orobie. È anche un importante punto nodale dal quale si stacca verso N la cresta dentellata che va a formare il Gruppo della Cima Tresciana e che divide la testata della Val Caronella da quella della Val Bondone. L’itinerario si svolge in una zona di particolare bellezza ambientale, la Val Bondone è infatti tra le più splendide, selvagge e incontaminate valli orobiche e rimarrà a lungo nei ricordi di chi percorrerà questi luoghi. L’itinerario della via normale proposta, da sopra il Lago Selù dove per la prima volta si riesce a distinguere la vetta, potrebbe sembrare complicato, invero, salendo ci si accorge che è facilmente individuabile e non pone particolari difficoltà. Il tratto che richiede un po’ di attenzione è la breve cresta sommitale rivolta a N che è abbastanza affilata e presenta un breve passaggio di II-, comunque nulla di problematico.
Data l’esposizione a NW dei pendii di accesso, la neve persiste a lungo ed è quindi utile avere al seguito piccozza e ramponi.
Bellissimo il panorama, su questo settore orientale delle Orobie e sul versante retico.
Provenendo da Sondrio, si oltrepassa Chiuro e più avanti in località San Giacomo, seguendo le indicazioni per Carona, si abbandona la S.S. 38 e si svolta a destra. Si oltrepassa l’Adda sopra un ponte e poi si sale con numerosi tornanti in direzione ESE. Giunti poco prima dell’abitato di Carona, si prende a destra e sempre su strada asfaltata si arriva a Bondone. Oltrepassata la bella chiesa di questo borgo, la strada presenta il fondo in parte cementato e in parte sterrato, si tralascia quasi subito una deviazione a sinistra e si prosegue in direzione S per circa 1 km, fino al cartello di divieto di transito per gli autoveicoli, posto in prossimità di un tornante. Si parcheggia ai lati della strada.
Dal parcheggio si segue la stradina, ora sterrata, che sale inizialmente sul versante destro orografico della valle, per poi attraversare sul versante opposto per un breve tratto. Si tralasciano le indicazioni dei cartelli per alcune baite e quindi si ritorna sul versante iniziale. Si sale per un buon tratto fino a raggiungere le 3 baite allineate di Monte Basso (q. 1551 m), dove termina la stradina sterrata. Cinquanta metri prima di queste tre baite, si prende una traccia sulla destra, non ben definita ma che poche decine di metri più avanti si trasforma di nuovo in una pista sterrata, ben evidente anche dai pressi delle tre baite, che inizialmente sale in obliquo verso destra. Si segue sempre questa pista che presenta alcuni tornanti e termina in prossimità di un corso d’acqua, trasformandosi in un sentiero.
Si sale ora lungo questo sentiero, i segnavia sono rari e un po’ sbiaditi ma la traccia è sempre ben evidente. Si prosegue a lungo fino ad arrivare nella vasta conca dov’è ubicata la Baita Cantarena (q. 2071 m), che appare all’improvviso, dietro ad alcuni enormi massi. Da qui la Cima del Bondone non è visibile in quanto rimane nascosta dietro la Cima Tresciana Nord, bisogna salire un centinaio di metri sopra il Lago Selú per poterla finalmente individuare. Dalla Baita Cantarena si prosegue sulla destra e si va ad attraversare il torrente sopra un ponticello in legno e poi si sale ad un primo dosso, dove sono posti diversi cartelli. Si seguono le indicazioni per Lago Selú, tralasciando altri segnavia sulla destra.
Si sale quindi lungo i dossi della valle in direzione dello sperone roccioso NE del Baitlin, per un buon tratto, seguendo sempre i segnavia, poi si volge gradualmente verso destra e si arriva nella conca che ospita il precitato lago (q. 2258 m, sulle carte è identificato come Lago Cantarena). Bisogna ora aggirare a sinistra (est) lo sperone roccioso NE del Baitlin, seguendo sempre i segnali. Se non sono visibili per la presenza di neve, l’aggiramento lo si effettua a vista, senza problemi, il percorso è facile e sempre ben individuabile. Si risalgono poi i ripidi pendii della valle in direzione S, fino ad un vasto pianoro, dove i segnali aggirano, con un lungo traverso a sinistra, i risalti rocciosi soprastanti.
Verso il termine di questo vasto pianoro, si abbandonano i segnali che poi svoltano a destra e, con percorso ben evidente (vedi 1a immagine di dettaglio), si prosegue nella traversata pianeggiante a sinistra, fino ad entrare nel vallone che scende dal Passo del Bondone (q. 2720 m). Si attraversa il solco del vallone e si va a risalire un evidente pendio morenico, in direzione E. Si prosegue poi in questa direzione, aggirando facilmente dei risalti rocciosi e per pendii innevati si sale verso la parete W della Cima Tresciana Sud.
Giunti a poco più di una cinquantina di metri da questa parete, si volge decisamente a destra (S) e si traversa in falsopiano una specie di conca allungata, anch’essa innevata ad inizio stagione. Si risale poi, sempre in questa direzione, un evidente e ripido pendio/canaletto detritico che permette di accedere sulla dorsale di una costola che si stacca verso W dalla cresta che collega la Cima del Bondone alla precitata Cima Tresciana S. Dalla dorsale di questa costola (vedi 2a immagine di dettaglio) si traversa a destra e si sale il più possibile verso l’edificio sommitale della nostra montagna.
Giunti sotto l’impennata rocciosa finale alta una ventina di metri, si aggira a sinistra lo spigolo della cresta N e per facili roccette si arriva sul filo di cresta. Si supera un brevissimo risalto di II- e poco più avanti, dopo un altrettanto breve aggiramento a destra, si arriva sulla vetta dove c’è un piccolo omino di pietre.
Come per la salita.
Eventualmente portare uno spezzone di corda per i meno esperti, utile per la cresta finale.
Il punto dove si abbandonano i segnavia | La parte sommitale dell’itinerario | Panorama di vetta, verso N |
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