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Pizzo Calino - 3024 m


Relazione della salita - Cima n° 3290


Via Normale Pizzo Calino

Immagine ripresa da E
Regione: Lombardia (SondrioItaliane

Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Bernina

Provincia: Sondrio

Punto di partenza: Strada della Val Fontana (q. 1500 m)

Versante di salita: E

Dislivello di salita: 1530 m - Totale: 3060 m

Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 8,30 h

Periodo consigliato: da inizio luglio a inizio ottobre

Punti di appoggio: Bivacco all’Alpe Montirolo (q. 2137 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia e roccette, passaggi su roccia
Difficoltà:   EE - A - I - F (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Cartografia: CARTA NAZIONALE DELLA SVIZZERA N. 1298 - Lago di Poschiavo 1:25000
Autore: Piero V.  Profilo di Piero V. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 10/07/2019
Data pubblicazione: 12/07/2019
N° di visualizzazioni: 3224
N° voti: 2 - Voto medio: Voto 5 stelle

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Introduzione:

Spettacolare è la visione di questa montagna in particolare dalla Val Fontana. Da questa prospettiva, ma anche da W e da S, presenta una caratteristica piramide tronca che la rende inconfondibile e attraente. È formata da tre creste, la NW, la SE ed infine la E, dove si svolge la via normale più semplice che viene proposta qui di seguito. L’ascesa è facile (I°), in particolare perché la cresta è stata interamente segnalata con segnavia bianchi. Ad ogni modo, anche senza i segnali l’itinerario è abbastanza intuitivo: si sale lungo il filo appoggiando sempre a sinistra, dato che sul versante opposto è precipite e quando la cresta diventa affilata e presenta delle placche, le si aggirano traversando quasi in piano, poi si risale in prossimità della cresta e così di seguito, senza particolare difficoltà od esposizione fino in vetta.
Molto interessante il panorama, in particolare quello ravvicinato sulle catene Vetta di Ron – Pizzo Painale – Pizzo Scalino e Pizzo Saréggio – Pizzo Malgina – Monte Cómbolo.
Dettagli della salita nella fotoscalata


Accesso:

Al termine della tangenziale di Sondrio si prosegue verso Tirano per circa 8 km, fino a un incrocio che, verso sinistra e con una curva a gomito, conduce a Ponte in Valtellina. L’incrocio si trova esattamente una cinquantina di metri prima della stazione ferroviaria di questo paese. Raggiunto l’abitato, si seguono i numerosi cartelli che indicano la strada per la Val Fontana. La carrozzabile, abbastanza stretta, è asfaltata fino alla località Campello, a circa (q. 1400 m). Circa 100 metri dopo il termine dell’asfalto, sulla destra e un poco sopra la strada c’è il Rifugio Erler. Mentre a sinistra, poco più in basso, c’è un ponticello che permette di valicare a piedi il torrente Fontana. Qui sono presenti anche dei cartelli segnaletici che riportano: Alpe Selva 0.10, Alpe Basalone 0.30, Alpe Vicima 2.00 e Alpe Mortirolo (o Montirolo) 2.00. Si tralascino queste indicazioni e si prosegue ancora lungo la strada sterrata con leggera pendenza per circa 400 metri. Esattamente 100 metri prima di un tornante destrorso, a sinistra si stacca il sentiero per l’Alpe Montirolo. Esso è indicato da un cartello in legno un po’ vecchio sul quale è riportata una freccia ma nessuna scritta visibile, impossibile comunque sbagliare dato che è l’unico sentiero presente nei dintorni. Si parcheggia 50 metri prima, in un piccolo slargo della strada.


Descrizione della salita:

Seguendo le indicazioni del cartello si imbocca la traccia che scende per un breve tratto sulla sinistra e poi svolta a destra (cartello) e in breve conduce al torrente. Si percorre la sponda della sinistra orografica per circa 15 metri e quindi si attraversa il torrente sopra un ponticello formato da 3 tronchi affiancati. Giunti sull’altro versante si percorrono in piano circa 30 metri e si arriva di fronte ad un pendio erboso con grossi massi e radi larici. Si tralasciano le labili tracce a destra e sinistra e, se si osserva un po’ in alto sulla destra, ad una distanza di una sessantina di metri, si potrà notare un grosso masso sul quale sono presenti dei segnavia bianco-rossi. Si sale in direzione di questo masso seguendo degli ometti di pietre perché all’inizio i segnavia sono assenti. Poco dopo la traccia incomincia a farsi evidente e sale ripida, si aggirano 3 larici sradicati e si oltrepassa il grosso masso con i primi segnavia.
Si prosegue in salita con alcune strette svolte, poi la traccia traversa a destra e si arriva in un grande prato che sale ripido a forma di triangolo. Qui i segnavia sono sbiaditi e la traccia non è sempre evidente, comunque sale verso destra. Bisogna cercarla un po’ per riuscire ad individuarla, magari risalendo al limite tra il prato e il bosco di larici presente sulla destra, ma poi necessariamente la si ritrova. Quando essa traversa il rado bosco quasi in piano e ancora verso destra, diventa più evidente. Poi, all’aperto, risale un breve pendio di ganda. A destra di questo pendio c’è una rupe, i segnavia l’aggirano sulla destra e di seguito si inizia a salire nel ripido bosco. Anche qui il sentierino è stretto e poco evidente, comunque è sempre individuabile e i segnavia diventano più frequenti, ma spesso sono sbiaditi.
Si sale con numerose svolte, in parte nel bosco e in parte all’aperto e per un lungo tratto, sempre un po’ verso destra, ricercando continuamente la traccia che spesso è invasa dalla vegetazione. Al termine definitivo del bosco si arriva alle baite diroccate dell’Alpe Montirolo Inferiore (q. 2022 m) e, seguendo i segnavia nel pascolo cespuglioso, si sale ai ruderi dell’Alpe Montirolo Superiore. Svoltando ora a destra, per prati si raggiunge l’omonimo bivacco (q. 2137 m), visibile da questa prospettiva per via del tetto in pietre. Da qui (vedi 1a immagine di dettaglio) il percorso di salita al Pizzo Calino è abbastanza evidente. A monte del bivacco appaiono i primi segnavia di colore bianco, ma nel tratto successivo di pascolo è difficile seguirli, ad ogni modo si sale a vista, rimanendo sulla destra del vallone soprastante, con percorso intuitivo. Al termine del pascolo cespuglioso si risale una distesa di ganda, cercando il percorso migliore e poi si volge gradualmente verso sinistra.
I segnavia bianchi ritornano ora visibili, sebbene molto distanziati e bisogna continuamente cercarli. Tuttavia, il percorso da seguire è facilmente individuabile e si sale per un lungo tratto. Si aggira poi a sinistra un avancorpo roccioso della parete E del Calino e si giunge in una conca spesso innevata ad inizio stagione, proprio sotto la parete. Si volge ora decisamente a destra, per detriti, in direzione di un evidente e ripido canalino con terra rossiccia, che bisogna risalire per raggiungere il filo della cresta E. Anche in questo canalino sono presenti i segnavia bianchi e giunti alla sua sommità siamo a circa (q. 2765 m). Bisogna ora affrontare la cresta E, seguendo sempre i segnavia che anche qui sono distanziati. Si sale sempre un poco a sinistra del filo, nel prosieguo si aggirano in piano alcune placche e poi si ritorna in prossimità della cresta. Risalendo canaletti e facili risalti rocciosi, sempre segnalati, con divertente arrampicata si arriva sulla piatta e vasta sommità.


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Nota 1
In presenza di bagnato è utile portare le ghette e impermeabilizzare gli scarponi, in quanto la vegetazione invade spesso il sentiero.
Nota 2
Il Bivacco all’Alpe Montirolo è un ricovero di emergenza, poco arredato. Non ci sono materassi o coperte, solo un paio di letti in legno.


© VieNormali.it

Via Normale Pizzo Calino - Il Bivacco all’Alpe Montirolo e l’itinerario di salita
Via Normale Pizzo Calino - Lungo la cresta E del Pizzo Calino
Via Normale Pizzo Calino - Il vasto pianoro di vetta e il panorama verso NNW
Il Bivacco all’Alpe Montirolo e l’itinerario di salita Lungo la cresta E del Pizzo Calino Il vasto pianoro di vetta e il panorama verso NNW

Zoom immagini: passare col mouse sopra le immagini per vedere un ingrandimento (attendere il completo caricamento della pagina).

Revisione: relazione rivista e corretta il 14/05/2020 dalla redazione di VieNormali.it

  



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