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Immagine ripresa dall’itinerario di salita |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Circa 1 km dopo Bondone (q. 1250 m) Versante di salita: S Dislivello di salita: 1300 m - Totale: 2600 m Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: da metà giugno a metà ottobre |
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Una corona di vette poco frequentate abbraccia la selvaggia, bellissima e incontaminata Val Bondone. Tra queste, sulla sinistra orografica, troviamo la Cima Cadin e Il Baitlin, concatenabili tra loro, eludendo però la difficile cresta di collegamento, ma con itinerari separati che sono abbastanza individuabili dai pressi della Baita Cantarena. Entrambe hanno infatti in comune buona parte dell’itinerario, esattamente fino al Lago Selú (o Lago Cantarena). La Cima Cadin viene poi raggiunta facilmente scavalcando la Quota 2425 m e lungo la cresta SE (vedi relativa relazione). Più impegnativa (II-) è invece l’ascesa a Il Baitlin, per la presenza di un’impennata rocciosa alla base della sua cresta S.
Interessantissimo il panorama da entrambe le vette, su tutte le montagne della valle, sulla bella piramide del Pizzo del Diavolo della Malgina, sulle rocciose Cime del Druet e sull’antistante versante retico.
Provenendo da Sondrio, si oltrepassa Chiuro e più avanti, seguendo le indicazioni per Carona, si abbandona la S.S. 38 e si svolta a destra. Si oltrepassa l’Adda sopra un ponte e poi si sale con numerosi tornanti in direzione ESE. Giunti poco prima dell’abitato di Carona, si prende a destra e sempre su strada asfaltata si arriva a Bondone. Oltrepassata la bella chiesa di questo borgo, la strada presenta il fondo in parte cementato e in parte sterrato, si tralascia quasi subito una deviazione a sinistra e si prosegue in direzione S per circa 1 km, fino al cartello di divieto di transito per gli autoveicoli, posto in prossimità di un tornante. Si parcheggia ai lati della strada.
Dal parcheggio si segue la stradina, ora sterrata, che sale inizialmente sul versante destro orografico della valle, per poi attraversare sul versante opposto per un breve tratto. Si tralasciano le indicazioni dei cartelli per alcune baite e quindi si ritorna sul versante iniziale. Si sale per un buon tratto fino a raggiungere le 3 baite allineate di Monte Basso (q. 1551 m), dove termina la stradina sterrata. Cinquanta metri prima di queste tre baite, si prende una traccia sulla destra, non ben definita ma che poche decine di metri più avanti si trasforma di nuovo in una pista sterrata, ben evidente anche dai pressi delle tre baite, che inizialmente sale in obliquo verso destra.
Si segue sempre questa pista che presenta alcuni tornanti e termina in prossimità di un corso d’acqua, trasformandosi in un sentiero. Si sale ora lungo questo sentiero, i segnavia sono rari e un po’ sbiaditi ma la traccia è sempre ben evidente. Si prosegue a lungo fino ad arrivare nella vasta conca dov’è ubicata la Baita Cantarena (q. 2071 m), che appare all’improvviso, dietro ad alcuni enormi massi. Da qui si può studiare a grandi linee l’itinerario d’ascesa alla vetta, che è comunque segnalato fino alla sella posta alla base della cresta S. Il Baitlin da questa prospettiva è ben identificabile in direzione SW, per via dei due speroni rocciosi che affiancano lateralmente la bella parete N.
Dalla Baita Cantarena si prosegue quindi sulla destra e si va ad attraversare il torrente sopra un ponticello in legno e poi si sale ad un primo dosso, dove sono posti diversi cartelli. Si seguono le indicazioni per Lago Selú, tralasciando altri segnavia sulla destra. Si sale quindi lungo i dossi della valle in direzione dello sperone roccioso NE del Baitlin, per un buon tratto, seguendo sempre i segnavia, poi si volge gradualmente verso destra e si arriva nella conca che ospita il precitato lago (q. 2258 m, sulle carte è identificato come Lago Cantarena). Bisogna ora aggirare a sinistra (est) lo sperone roccioso NE del Baitlin, seguendo sempre i segnali.
Se non sono visibili per la presenza di neve, l’aggiramento lo si effettua a vista, senza problemi, il percorso è facile e sempre ben individuabile. Si risalgono poi i ripidi pendii della valle in direzione S, fino ad un bel pianoro. Da qui si volge a destra e in breve si raggiunge la larga sella posizionata all’inizio della cresta S della nostra montagna. L’impennata iniziale della cresta all’apparenza sembra molto impegnativa. Invero, la si supera con passaggi non superiori al II-, sempre lungo il filo roccioso che è abbastanza esposto sia a destra sia a sinistra. Conviene accertarsi sempre della solidità degli appigli perché la roccia non è sempre solida.
Ad ogni modo, superato questo risalto di 30/40 metri le difficoltà diminuiscono di molto. In breve si raggiunge la Cima Sud, più alta di alcuni metri rispetto alla vetta vera e propria del Baitlin, distante poco più di 200 metri lineari. Seguendo ora la cresta un po’ altalenante e in direzione N, senza particolari difficoltà ma prestando sempre le dovute attenzioni, si arriva in vetta, dove c’è un piccolo omino in pietre.
Come per la salita.
Chi scrive ha affrontata l’ascesa in solitaria, senza corda, da valutare se portarla.
Ad inizio stagione utile almeno una piccozza.
L’impennata all’inizio della cresta S | La vetta, dalla Cima Sud | La Cima Sud, dalla vetta del Baitlin. A destra la cresta di collegamento |
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