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Croce di vetta |
Regione: Veneto (Belluno)
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Vette Feltrine Provincia: Belluno Punto di partenza: Forcella Franche Versante di salita: N Dislivello di salita: 1250 m - Totale: 2500 m Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 5,30 h Periodo consigliato: primavera - autunno |
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Il Piz de Mezzodì, chiamato anche Pizzon, è il punto più alto dei Monti del Sole e inverosimilmente anche il più facile per l´escursionista. Ci si arriva però da una ´scala esterna´ e non attraverso l´intricato e proibitivo anfiteatro meridionale che lo innalza. Rappresenta una regione così straordinariamente selvaggia ed inospitale quale il Gruppo del Ferùch e i Monti del Sole stessi.
Prima di arrivare ad Agordo da sud, si svolta a sinistra passando per il paese di Rivamonte e proseguendo per Gosaldo fino a Forcella Franche dove parcheggiamo (area di sosta sulla sinistra).
Dalla forcella, seguiamo il sentiero 875 Cai (cartello). A tratti ripido ed infossato, ma comunque ottimamente tenuto, obliqua a destra fin sul ciglio di una scarpata dove convogliano le slavine soprastanti. Sul fianco della stessa, impenniamo fino alla base dello zoccolo roccioso che si vede bene dal parcheggio, trovandone a sinistra lo sbocco verso l´alto. Passiamo una caverna ed insistiamo verso l’alto, di nuovo trovandoci sul bordo del canalone. Un breve traverso delicato ed usciamo su un bel terrazzo boscoso chiamato ´Soracroda´ dove troviamo un bivio con due cartelli. Teniamo la sinistra perché a destra si procede per il Col Bel. Attraversiamo quindi velocemente il piano boscoso tenendo d´occhio i segnavia ed attacchiamo in costa la lunga e dritta spalla di mughi. Un tracciato ripido e fastidioso per via delle innumerevoli radici che lo attraversano e per la neve ghiacciata e compatta (ramponi). Arriviamo così sotto un piccolo tetto, ai piedi delle rocce ancora confuse e poco imponenti del Contron. La vegetazione si fa rada e lascia infine intravedere il bellissimo circo finale e le maestose pareti del Piz de Mezzodì. Da qui procediamo un po´ ad intuito seguendo gli ometti e i rari bolli rossi che emergono dalla neve. Nessuno era passato prima di noi e batto la traccia per primo senza grosse difficoltà, data la compattezza della neve, entrando finalmente dentro la ´Busa del Contron´. Ambiente severo e solitario dove è possibile intravedere qualche camoscio che saltella sulle pareti di fronte a noi. La ´Busa´ è cosparsa di massi e larici attraverso i quali camminiamo individuando uno ad uno gli i pochi ometti sporgenti.
Ci spostiamo a sinistra, aggirando i contrafforti della Cima delle Laste e per ghiaie e ghiaccio vivo arriviamo alla forcella dei Camorz che ci porterà poi sul secondo e più piccolo anfiteatro ´Contron de Fora´. Lo attraversiamo rimanendo alti per non perdere quota (qui la neve inizia ad essere abbondante ed esposta al sole e si sfonda), fino alla base delle roccette che portano per rampa alla cresta finale. La rampa è inizialmente innevata e richiede piccoli passi di II grado per superare le prime roccette e condurci poi fino alla forcelletta per traccia e sfasciumi. Qui comincia il tratto più divertente. La fase finale percorre praticamente il filo della spalla (ramponi e bastoncini sono essenziali per non precipitare nel profondo lato est del Pizzon), dapprima larga e poi via via sempre più stretta con qualche tratto aereo ed esposto fino alla visibile croce di vetta che domina sui Monti del Sole.
Come per la salita.
Vista stupenda su Agner, Agordo, Civetta, Schiara, Pizzocco e Lago del Mis.
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