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Il Pizzo di Cigola, dalla cresta SW |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Ambria (q. 1325 m) Versante di salita: SW Dislivello di salita: 1307 m - Totale: 2614 m Tempo di salita: 5,30 h - Totale: 10,00 h Periodo consigliato: da luglio a fine settembre |
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Interessante sommità rocciosa sulla catena spartiacque delle Orobie. È un importate punto orografico formato da tre creste, quelle di confine tra le province di Bergamo e Sondrio sono la SE e la SW, che si abbassano rispettivamente al Passo di Cigola e al Passo di Venina. Mentre la cresta N, che divide la Valle d’Ambria ad E dalla Valle di Venina ad W, scende al Passo Brandà, poi va a formare le elevazioni della Cima Brandà e della Corna Rossa e quindi degrada definitivamente fino al bellissimo borgo di Ambria. Diversi sono i percorsi ad anello che si possono effettuare percorrendo queste creste, tutti però richiedono una buona esperienza. Quello proposto qui di seguito prevede la salita dalla Cresta SW, che presenta un tratto un po’ impegnativo all’inizio della cresta, quando bisogna aggirare per un canaletto detritico, presente sul versante bergamasco, un salto marcato di rocce che scende direttamente al Passo di Venina. Tale canaletto è ripido e con rocce friabili (difficoltà F+). Mentre la discesa avviene dalla Cresta SE, che presenta alcuni punti esposti e roccia poco solida, ma è segnalata con bolli rossi (difficoltà F).
Provenendo da Morbegno, al termine della tangenziale di Sondrio si prende la strada per Piateda e poi si sale a Piateda Alta, Pam, Previsdomini, Vedello. Poco più avanti di quest’ultima località c’è un bivio. Si prende a destra per Ambria. Dal bivio la strada è in buona parte sterrata ma percorribile anche da un normale veicolo. Per potervi accedere con l’auto è necessario acquistare l’autorizzazione presso il municipio di Piateda, difficile comunque trovarlo aperto il mattino presto. Si parcheggia in un ampio spiazzo che precede di pochi metri il borgo di Ambria.
Nella piazzetta della chiesa di Ambria c’è un cartello che indica, verso W, la direzione per Lago di Venina, G.V.O, e Passo di Venina, ci si incammina in questa direzione, prima di fianco alla chiesa, poi tra le case, seguendo i segnali sui muri. Dietro queste poche case terminano i segnali, ma il sentiero che risale con diverse svolte il ripido prato retrostante è ben marcato. Superato questo ripido dosso prativo il sentiero si trasforma in una bella mulattiera che ci accompagnerà fino alla casa dei guardiani della diga del Lago di Venina. Il percorso si svolge sempre a sinistra del torrente, in parte nel bosco e in parte all’aperto. Si oltrepassano le poche case della località Precaré (q. 1464 m) e si prosegue in salita. La valle diventa ora una stretta gola e si affrontano le cosidette Scale di Venina, il tracciato sale inizialmente con diverse svolte, poi si affronta un tratto quasi pianeggiante in un rado bosco, quindi si ritorna a salire.
La mulattiera è sempre larga ma poi, in un lungo traverso, diventa esposta. Nessuna difficoltà, se non fosse per le pietre sempre umide e scivolose che richiedono attenzione. Infine, dopo una serie di svolte, si arriva alla casa dei guardiani. Da qui si può studiare l’intero percorso fino al Passo di Venina (vedi 1a immagine di dettaglio). Si contorna il lago sulla sinistra, poi si attraversa sopra un ponte il torrente immissario del lago, verso destra e si arriva alla Casera Vecchia (q. 1839 m). Una larga pista risale ora la valle e conduce prima ad una larga stalla e poi al soprastante Alpe Venina (q. 2017 m), in parte crollato. La pista lascia ora il posta ad una traccia poco segnalata, ma il percorso è evidente, bisogna aggirare a destra il gradone retrostante l’Alpe. Poi si prosegue al centro della valle, cercando i segnali sui sassi del pascolo, quindi si piega a sinistra e si arriva a dei cartelli segnalatori.
Poco sopra, sempre verso sinistra, i segnali conducono ad un luogo di interesse notevole, un antico Forno del Ferro in località La Vena (q. 2165 m) e alle soprastanti miniere, chiuse nella seconda metà dell’800. La traccia, ora ben segnalata, compie un lungo traverso ascendente da sinistra verso destra, a mezzacosta, sotto la cresta SW del Pizzo di Cigola. Con alcune svolte su facile terreno detritico si sale poi al Passo di Venina (q. 2442 m, cartello in loco). Da questo valico ci si abbassa una trentina di metri verso sinistra, aggirando in questo modo un impegnativo risalto della cresta SW della nostra montagna e si risale il primo canale detritico che si incontra. Questo canale non presenta grandi difficoltà, ma è ripido! e bisogna prestare molta attenzione alle rocce friabili, è il tratto più impegnativo dell’intera ascesa (da verificare in loco se è possibile aggirarlo a destra, su ripidi prati).
Dapprima si risale il canale al centro o un poco sulla sinistra, quindi, una facile placchetta permette di risalirlo un poco sulla destra, si supera poi un muretto di un paio di metri e si prosegue fin sotto le rocce della cresta. Da qui si esce verso destra, su terreno detritico e, senza raggiungere la marcata (q. 2521 m), la si aggira sul lato meridionale, traversando qualche breve e facile passaggio roccioso. Si prosegue a lungo nella traversata, a volte si ritorna lungo il filo, ma più spesso si segue una traccia che traversa, con qualche breve saliscendi, sui prati talvolta un po’ ripidi del versante bergamasco, il percorso è comunque evidente. Nella parte finale la cresta si impenna, ma non presenta grandi difficoltà, la si percorre sempre a destra del filo, che sul versante settentrionale è precipite. Negli ultimi metri la cresta assume orientamento S e anche qui la si risale facilmente un po’ a destra, fino a raggiungere la croce di vetta.
Si offrono 2 possibilità:
1a) Come per la salita.
2a) Dalla Cresta SE (per maggiori dettagli vedi relazione e immagini di: Pizzo di Cigola).
Difficoltà: F
Ore per l’intera traversata: circa 10,00
Attrezzatura: casco ed eventualmente corda ed imbrago per i meno esperti.
Dalla cima si scende, verso SE, la stretta ma facile cresta sommitale, per una trentina di metri. Poi, seguendo i bolli rossi, si aggira a destra un ripido tratto roccioso. Nel prosieguo si scende prevalentemente a destra del filo e talvolta lungo lo stesso, prestando attenzione alle rocce friabili. Si supera un muretto di un paio di metri, ben appigliato, seguendo sempre i segnali, e più in basso si affrontano un paio di traversi su cengette un po’ esposte. Si ritorna poi in cresta e si scende al Passo di Cigola (q. 2486 m). Da qui si divalla verso la Valle d’Ambria, i segnali scendono un ripido ma facile canale detritico con qualche roccia, per un centinaio di metri, poi traversano a sinistra su elementari pacchette rocciose e conducono ad una larga cengia che permette di scendere una fascia rocciosa.
Si arriva in questo modo su di un largo e ripido cono detritico, senza segnali, a causa delle rocce mobili. Lo si scende sulla sinistra, puntando ad un pianoro sottostante, dove bisogna rintracciare di nuovo i segnali. Seguendoli poi lungo il pascolo in direzione NNE, si scende un dosso, quindi si traversano i pianori del pascolo e si attraversa un piccolo torrente (vedi 2a immagine di dettaglio della relazione: Monte Aga – da Ambria). Piegando ora a destra, si prosegue in lieve discesa nel pascolo, fino ad individuare il sottostante Bivacco di Cigola, utilizzato in estate dai pastori, che si raggiunge per un largo pendio prativo, sempre seguendo i segnali. Dal bivacco bisogna prestare attenzione per poter imboccare il sentiero, inizialmente non visibile e non segnalato, che scende direttamente in Valle d’Ambria. Si scendono i prati sottostanti in linea retta, leggermente verso sinistra (NE) e dopo una cinquantina di metri dal bivacco si arriva sopra un poggio con rocce affioranti (vedi 1a immagine di dettaglio della relazione: Pizzo di Cigola).
Da questo poggio, se si osserva a sinistra (scendendo), si potrà notare un evidente sentiero che traversa in falsopiano, sempre in direzione NE. Si segue questa traccia, non segnalata, che diventa subito ben evidente e al termine del traverso con strette svolte si scende nel fondovalle. Qui ci si immette sul sentiero principale, segnalato, che dopo circa 300 metri porta alle Baite Dossello (q. 1593 m). Da questo alpe si segue una pista sterrata e più avanti si arriva al centro della valle, in una vasta distesa di prati completamente pianeggiante e attraversata per il lungo da un’evidente traccia. Al suo termine si arriva alla pozza dell’ex Lago di Zappello. Qui si imbocca il sentiero, poco segnalato ma sempre ben evidente che scende all’ex centrale Zappello e poi ad Ambria, dove si chiude questo spettacolare percorso ad anello.
Immagine ripresa dalla casa dei guardiani della diga del Lago di Venina | Lungo il ripido canale che è il tratto più impegnativo dell’ascesa | Il percorso della cresta SW, visto dalla vetta |
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