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Lungo la cresta W del Monte Re di Castello, all’alba |
Regione: Lombardia (Brescia)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Adamello Provincia: Brescia Punto di partenza: Case di Val Paghera (q. 1216 m) Versante di salita: W Dislivello di salita: 1675 m - Totale: 3350 m Tempo di salita: 6,15 h - Totale: 11,00 h Periodo consigliato: estate |
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Breve piramide rocciosa al vertice di lunghe creste, posizionata sullo spartiacque tra la Val di Fumo ad E e il bacino d’Arno ad W. È una delle cime più note e frequentate del settore meridionale dell’Adamello, sia per la facilità d’accesso, dal versante settentrionale o dalla cresta W, sia per il notevole panorama offerto. In vetta sono presenti alcune postazioni militari risalenti alla grande Guerra. Su alcune carte compare ancora la Vedretta di Saviore che ammantava il versante N-NW, rendendo il monte più elegante e attraente, ma è ormai completamente estinta da diversi decenni.
Piccozza e ramponi indispensabili solo ad inizio stagione, quando bisogna aggirare sul versante settentrionale le maggiori asperità della cresta W.
Dal paese di Ceto in Val Camonica, in corrispondenza di un bivio con una fontana e una cappelletta, si seguono le indicazioni di un cartello per Valpaghera. Si sale lungo questa stradina asfaltata, ma stretta e con il fondo sconnesso, per circa 9 km, fino a raggiungere le Case di Val Paghera. Si prosegue poi tra le case fino ad arrivare ad un bivio pianeggiante, dov’è posto un cartello di divieto di transito per entrambe le strade che proseguono. Si parcheggia qui, in uno spiazzo a destra che precede il bivio.
Al bivio con divieto di transito si imbocca a piedi la stradina lastricata sulla sinistra e in breve si arriva al Rifugio Alpino Val Paghera. Venti metri prima del rifugio si svolta a sinistra e poco più avanti a destra e si prosegue lungo la lastricata per altri 200 metri circa, fino a raggiungere un ulteriore bivio in prossimità di un torrente. Qui si prende ancora a sinistra, attraversando sopra un ponte il torrente. Il vecchio sentiero che risaliva la Valle di Dois è stato cancellato da questa stradina che inizialmente presenta il fondo lastricato, poi in parte sterrato e in parte di nuovo lastricato. Dal ponte sopra citato non vi è più possibilità di sbagliare itinerario, si segue fedelmente la stradina che dopo circa ore 1,20 di cammino conduce a Malga Dois (q. 1720 m) nella valle omonima.
A questa malga la stradina termina, si attraversa allora il torrente sopra un ponticello in legno e da qui fino al rifugio Maria e Franco l’itinerario si mantiene sempre a sinistra del torrente ed è sempre ben segnalato con bandierine di colore bianco e rosso (segnavia 37). Dalla malga si prosegue quindi lungo il pascolo sassoso per un buon tratto. Poi si attraversa una colata di ganda presente in mezzo al solco della valle che qui diventa stretta. Nel prosieguo la valle si allarga e si vanno a risalire i vari gradoni presenti nella parte superiore. Dietro il primo è situato il Lago delle Pile (q. 2187 m vedi 1a immagine di dettaglio della relazione Cima Dernal). Da qui il rifugio è già ben visibile, in alto e in mezzo alla sella, ma è ancora ben lontano da raggiungere.
Si aggira il lago sulla sinistra e si prosegue a lungo su terreno viepiù sassoso, seguendo sempre i segnali, fino a giungere nella conca sottostante il rifugio, che si presenta nevosa fino a stagione inoltrata. Ci attende un ultimo e non breve strappo che è abbastanza ripido e un po’ faticoso, ma al suo termine si arriva finalmente al Rifugio Maria e Franco (q. 2574 m) al Passo Dernal (circa ore 4,30 dalla partenza). Per raggiungere la vetta, distante ancora 317 metri di dislivello e ore 1,30/1,40 di cammino, si offrono due possibilità.
La via più semplice (EE) è di seguire i segnali che dal rifugio portano ad aggirare a N la Cima Dernal e a proseguire lungo il detritico versante NW del Monte Re di Castello, fino in vetta, itinerario ben individuabile anche in presenza di neve. La seconda via, quella più interessante, sebbene facile (F), è di seguire i segnali per 10/15 minuti, poi abbandonarli e, senza via obbligata (vedi immagine principale della relazione Cima Dernal), salire per detriti e blocchi accatastati, senza alcuna difficoltà, per il versante NW fino alla Cima Dernal. Da qui, si segue la cresta verso E, scavalcando i blocchi e aggirando spesso a sinistra (nord) le maggiori asperità, fino a raggiungere un’anticima e poi la vetta sormontata da un’alta croce.
Per una delle due varianti di salita.
L´itinerario è abbastanza lungo e con un dislivello di tutto rispetto, da prendere quindi in considerazione il pernottamento al Rifugio Maria e Franco.
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