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Lungo il versante N della Cima Calotta, prima del ghiacciaio |
Regione: Lombardia (Brescia)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Adamello Provincia: Brescia Punto di partenza: Strada per Malga Caldea (q. 1529 m) Versante di salita: N Dislivello di salita: 1700 m - Totale: 3400 m Tempo di salita: 5,00 h - Totale: 8,30 h Periodo consigliato: giugno |
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Percorrendo la SS 42 del Passo del Tonale, dal paese di Temù e dintorni la si può ammirare in direzione SE, quale bella e massiccia piramide con il versante N ricoperto di ghiaccio. Fino ad alcuni decenni fa una vera e propria calotta glaciale ricopriva la vetta e scendeva con discreta potenza lungo il versante N per diverse centinaia di metri. Attualmente la calotta è del tutto scomparsa e il ghiacciaio si è appiattito in modo uniforme lasciando apparire alcune costole rocciose viepiù pronunciate che tendono a separarlo in diversi settori.
Il periodo ideale per affrontare la salita è il mese di giugno quando il pendio glaciale, alto circa 250 metri e con una pendenza di 40°/45° si presenta ancora con una discreta copertura nevosa. In queste condizioni l’ascesa è abbastanza facile e, grazie all’uniformità del pendio, è più diretta e forse anche più semplice affrontarla nel settore di sinistra del ghiacciaio (destra orografica), contrariamente a quanto accadeva in passato. Tuttavia, buone condizioni di innevamento presentano anche dei pericoli, per via della possibile caduta di valanghe, puntualmente verificatesi nei giorni precedenti la nostra ascensione. Ad ogni modo, in mancanza di neve le difficoltà sono ovviamente maggiori, soprattutto perché richiederebbero un’adeguata tecnica di progressione su ghiaccio con il necessario materiale da piolet-traction, ma anche perché il percorso sulla lunga morena antistante risulterebbe più faticoso. Vero è che se continuasse l’attuale trend negativo dei ghiacciai, tra qualche anno la via normale potrebbe di nuovo subire radicali variazioni.
Riguardo il toponimo della cima, c’è discordanza tra le diverse carte che riportano “La Calotta” e la bibliografia ufficiale. A scanso di equivoci si è optato per la denominazione “Cima Calotta” riportata dall’autorevole Guida dei Monti d’Italia del CAI-TCI.
Stupendo il panorama di vetta, principalmente sulla Vedretta di Pisgana e sulle cime che la coronano, sull’Adamello e sul Corno Baitone.
A Temù si abbandona la SS 42 del Passo del Tonale e si imbocca la strada che scende ad attraversare sopra un ponte il fiume Oglio. I cartelli riportano le indicazioni per Val d’Avio, Rifugio Garibaldi e Malga Caldea. Si prosegue poi in salita in direzione S, la strada diventa sterrata e, poco prima di giungere a Malga Caldea, a metà strada tra i 2 torrenti che scendono dalla Valle di Salimmo, c’è un cartello ben evidente che riporta le indicazioni per Bivacco Spera ore 1.30 con il segnavia 43. Il sentiero inizia qui, con la macchina si prosegue ancora lungo la sterrata per circa 30 metri e, poco prima del secondo torrente, si parcheggia in uno spiazzo presente sulla destra.
Dal parcheggio si retrocede 30 metri e si imbocca il sentiero che si addentra in un rado bosco in direzione E. Dopo circa 10 minuti di cammino i segnali presenti su di un albero e sui sassi, indicano di scendere brevemente a sinistra per attraversare un torrente. Sul lato opposto si sale in linea abbastanza retta, sempre a sinistra del torrente e per un buon tratto. Poi il sentiero si sposta verso sinistra e risale una rupe boschiva con strette e ripide svolte. Giunti ad un bivio, prestando attenzione alla segnaletica un po’ sbiadita, si tralascia a destra la traccia che dopo 20 metri pianeggianti conduce ad uno spiazzo con una galleria e si prosegue invece a sinistra. Il sentiero sale ancora con diverse ripide svolte, fino a raggiungere il Bivacco Spera (q. 1940 m), posizionato sotto una parete rocciosa.
Dal bivacco, su labile traccia e quasi senza segnali, si traversa in piano a destra, per una cinquantina di metri, fino a giungere in mezzo ai prati. Poi si risalgono a lungo questi ripidi pendii erbosi, un poco sulla destra, senza traccia e all’inizio senza segnali, Nel prosieguo appaiono le prime bandierine sbiadite sui sassi e si continua a salire su questi prati, sempre a sinistra del torrente. Il percorso diventa poi meno ripido e i segnali portano ad attraversare, verso destra e in rapida successione, due ruscelli ed un torrente. Si prosegue ancora per un buon tratto in salita, poi i segnali portano ad attraversare ancora verso destra un secondo torrente. Si risale ora senza particolare fatica un lungo cordone morenico, seguendo sempre i segnali e al centro della valle.
Volgendo gradualmente verso destra, si raggiungono le prime morene del versante N della nostra montagna. Ad inizio stagione qui inizia la neve, che può già richiedere l’uso dei ramponi. Il percorso diventa ora ben evidente, tralasciando poi i segnali che a sinistra conduco al Bivacco Regosa (q. 2958 m), si aggirano le rocce che spuntano dalla coltre nevosa, senza percorso obbligato e si arriva alla fronte del ghiacciaio. Si risale ora il ripido pendio preferibilmente nel settore di sinistra, in linea retta per circa 250 metri, fino a raggiungere una selletta sulla cresta W a circa 30 metri dalla vetta. Volgendo a sinistra, si percorrono questi ultimi metri quasi in piano, tra la neve del ghiacciaio a sinistra e gli spuntoni rocciosi a destra e si arriva alla madonnina di vetta.
Come per la salita.
Nota 1
La corda noi non l’abbiamo usata ma è ovviamente meglio averla al seguito.
Nota 2
Nell’immagine principale, in alto e a destra della linea rossa, sono visibili le due valanghe che si sono staccate dalla parte mediana del ghiacciaio.
In salita, lungo la Valle di Salimmo | Panorama di vetta, verso S | In discesa, sul Ghiacciaio della Calotta |
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