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L’itinerario di salita alla Cima della Sciura |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Tartano, località Piana (q. 1282 m) Versante di salita: W Dislivello di salita: 1226 m - Totale: 2452 m Tempo di salita: 3,15 h - Totale: 6,15 h Periodo consigliato: da maggio a ottobre |
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Le cime più elevate della Val Tartano, contrariamente alla norma, non si trovano sulla catena principale delle Orobie, ma su quella laterale che dal Monte Cadelle si stacca verso NNW e che divide per l’appunto la Val Tartano ad occidente, dalla Val Madre ad oriente. La Cima della Sciura è la terza più elevata di tutta la valle, inferiore solo di pochi metri al vicino Monte Seleron e alla Cima Vallocci, eppure su molte carte, inspiegabilmente, non è né quotata né nominata. È quindi una cima poco conosciuta e anche poco frequentata, rivalutata in parte dall´uscita delle ultime guide escursionistiche e alpinistiche. Data la considerevole altezza offre un bellissimo panorama di vetta, sulle cime della valle, su gran parte delle Orobie e sul versante retico, dal Gruppo del Masino a quello del Bernina. L’itinerario proposto qui di seguito non è riportato da nessuna guida, ma è facile da individuare ed è alla portata di ogni buon escursionista. La cresta W della montagna, dove si svolge l’ascesa, è larga ed erbosa, gli ultimi 50 metri sono solamente un po’ ripidi ma si superano anch’essi senza particolari difficoltà.
Provenendo da Morbegno, si lascia sulla destra la località di Talamona e, prima di attraversare il ponte sull’Adda, seguendo le indicazioni per la Val Tartano, si abbandona la statale 38 e si svolta a destra. La strada, abbastanza stretta, risale la valle con numerosi tornanti, raggiunge Campo e poi il paese di Tartano. Da qui si prosegue sulla carrozzabile della Val Lunga e circa 200 m dopo l’abitato di Piana, in un tratto rettilineo, si arriva ad una galleria paravalanghe. Si parcheggia a destra, nel largo spiazzo che precede la galleria.
Venti metri prima della galleria il muro a monte della strada e interrotto da una rampa cementata da sinistra a destra, il sentiero segnalato da alcune bandierine di colore rosso e bianco inizia qui. Dapprima si sale nel rado bosco con alcune svolte, seguendo dei bolli rossi, poi si traversa a destra uscendo sopra una cengia rocciosa, in vista della cascata formata dal torrente di questa ripida valle. La traccia, sempre ben evidente, prosegue ora in un canale secondario incassato tra pareti rocciose, a sinistra della cascata, serpeggiando nella boscaglia. Da questo ripido canale si esce verso destra, si sale per un buon tratto, poi si va ad attraversare il torrente principale. Si prosegue ora lungo il sentiero, sempre ben marcato, che sale con numerose svolte nel bosco (rari bolli rossi).
Al termine della zona boschiva, dove iniziano i prati, si trova la grande baita di (q. 1735 m). Venti metri prima di raggiungerla si arriva ad un bivio, qui si tralascia il sentiero principale con i segnali che sale sulla sinistra, al limite tra il bosco e i prati e si raggiunge, verso destra, questa grande baita, al limite inferiore dei prati. Si prosegue ora senza sentiero sul ripido prato alle spalle della baita. Poco sopra, verso sinistra, si potrà notare un primo rudere al limite fra il prato e il bosco, Da qui si prosegue ancora lungo il prato e 50 m sopra si arriva ad un secondo rudere, una grande baita completamente diroccata (vedi 1a immagine di dettaglio). L’ampio prato soprastante è attraversato in orizzontale da due file di muretti in pietre.
Sempre lungo il prato bisogna superare il primo muretto e poi, leggermente verso destra, ad una cinquantina di metri, bisogna raggiungere il secondo muretto. Dietro quest’ultimo c’è una stalla e a sinistra una larga fontana per l’abbeveraggio degli animali. Da questa fontana si risalgono ancora i prati, verso destra. A sinistra essi sono delimitati da una lunga fascia rocciosa trasversale alta 7 o 8 metri. Circa 80 metri sopra la baita con la fontana, si raggiunge quindi un muretto in pietre che delimita il ciglio della valle che si trova a destra. In un punto tale muretto è mancante ed il punto è indicato da un alto ometto di pietre. Qui inizia il sentiero, non segnalato, che attraversa il solco di questa ripida valletta, dentro una fascia boschiva.
Giunti sul lato opposto della valle, la traccia si perde un po’ nella vegetazione del prato ormai libero da alberi, ma con un poco di intuizione la si segue fino a raggiungere, al termine di un traverso pianeggiante nei prati, l’evidente Casera di Canale (q. 1994 m), alla base della cresta W della Cima della Sciura (vedi 2a immagine di dettaglio). Si risale ora questa larga dorsale erbosa, senza percorso obbligato per circa 500 metri di dislivello, appoggiando sempre un poco a destra del filo di cresta e talvolta lungo lo stesso. Gli ultimi 50 metri sono solamente un po’ più ripidi, ma si arriva in vetta senza particolari difficoltà.
Come per la salita.
La carta della Kompass non è di nessun aiuto, meglio quella Comunità Montana Valtellina di Morbegno, sebbene sia difficilmente reperibile.
Immagine ripresa dal secondo rudere | Lungo la traversata che conduce alla Casera di Canale | Panorama di vetta, verso NNW |
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