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Il Monte Foppabona, dalla sua anticima SE |
Regione: Lombardia (Lecco)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Lecco Punto di partenza: Intróbio, strada per la Val Biandino, incrocio a (q. 800 m) Versante di salita: S-SE Dislivello di salita: 1341 m - Totale: 2682 m Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: maggio – ottobre |
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Larga sommità in prevalenza erbosa, facilmente accessibile da più parti del versante orientale, mentre da occidente è più scoscesa. Offre un bel panorama sulle Orobie occidentali e sulle Grigne.
Percorrendo la superstrada Lecco-Colico, o viceversa, si esce allo svincolo di Bellàno e si prende la strada per la Valsassina. Si oltrepassano gli abitati di Taceno, Cortenova e Primaluna. Si giunge così al cartello di inizio paese di Intróbio, esattamente cinquanta metri dopo il cartello, sulla sinistra della strada c’è lo stabilimento di formaggi Ciresa. Di fianco allo stabilimento si imbocca la via alla Cascata che riporta anche un cartello per Valbiandino. Dopo cento metri da questo primo incrocio, si svolta a destra, entrando nella via ai Forni. Anche qui si percorrono un centinaio di metri e poi si svolta a sinistra, per la via alle Ville e Valbiandino (tutti i cartelli sono in loco). Si prosegue per alcune centinaia di metri, fino ad un cartello che indica il divieto di transito, ma di norma è concesso salire con l’auto fino al Ponte dei Ladri (q. 1080 m), ma noi ci fermiamo molto prima. Proseguiamo quindi lungo questa stradina che alterna tratti con il fondo cementato con altri strerrati. Ad ogni modo bisogna prestare attenzione, in quanto il fondo è abbastanza sconnesso. Dopo circa 8/9 minuti dal cartello di divieto di transito, si giunge ad un bivio. Qui si tralascia la stradina principale che prosegue diritta e si parcheggia negli spiazzi ai lati della strada. Poi si imbocca a piedi la pista inizialmente con il fondo cementato che al bivio precitato compie uno stretto tornante destrorso. I cartelli indicano: La Piazza h 0.10, Alpe Daggio h 1.10, Alpe Foppabona h 2.50 e Rifugio G. Buzzoni, segnavia 19 – 25. Va precisato che si potrebbe anche partire a piedi direttamente dall’abitato di Intróbio, ma sfruttando la stradina si risparmiano circa 200 metri di dislivello.
Si prosegue quindi lungo questa stradina che dopo una cinquantina di metri raggiunge le case di La Piazza e diventa sterrata. La si segue fedelmente lungo il suo percorso che aggira a S, a mezzacosta, il Zucco dell’Orso (q. 1141 m). Quando la strada compie il suo primo tornante sinistrorso (dopo circa 25 minuti di cammino), la si abbandona e si prende il sentiero che si stacca sulla destra del tornante, seguendo le indicazioni di un cartello del CAI che indica Rifugio G. Buzzoni (segnavia 25). Vi è inoltre una freccia sopra un sasso e una bandierina di colore rosso-bianco-rosso con il segnavia 25. Imboccato questo sentiero, si sale subito e per un buon tratto nel bosco, su terreno un po’ roccioso. Si passa poi sotto una conduttura dell’acqua e poco più avanti ci si immette di nuovo sulla sterrata abbandonata in precedenza. Si passa in prossimità di una lapide che riporta testualmente “Cost de San Martin e Pozz d’ol Diaol. In questo luogo la tradizione popolare ricorda la mitica sfida di salto svoltasi tra il santo e il diavolo”.
Poco più avanti, ad un bivio, si tralascia la stradina sulla sinistra che sale ripida e, seguendo i segnali, si prosegue diritti. La pista si approssima così ad un guado, giungendo in prossimità delle Baite Serra (q. 1024 m). Il torrente viene attraversato su di una passerella, alcuni metri a sinistra della carrareccia. Poco più avanti si riattraversa di nuovo lo stesso torrente, ora da destra verso sinistra, sfruttando sempre una passerella e poi la pista termina, lasciando il posto ad un sentiero. Si prosegue ora lungo lo stesso, sempre ben visibile e segnalato e più avanti si supera un ruscello sopra un ponticello in legno. Ci si addentra quindi in un bosco di faggi e si compie un percorso a semicerchio fino a raggiungere un largo dosso alla cui sommità si trova la radura con i ruderi dell’Alpe Te (o Tee, q. 1386 m). Il sentiero, che ora riporta i segnavia 19–25, s’inoltra nel bosco, a sinistra di questo dosso che si è risalito e compie anche qualche breve discesa. Si attraversa poi un ruscello da destra a sinistra e si sale nel bosco con numerose svolte, fino a raggiungere la spianata su cui sorge il Rifugio G. Buzzoni (q. 1582 m, h 2.15 dal parcheggio).
A monte del rifugio si seguono le indicazioni di un cartello del CAI, per Rif. A. Grassi, con i segnavia 25 e 101. Il sentiero in 20 minuti conduce al soprastante Passo del Gandazzo (q. 1660 m), sul crinale di confine tra le province di Lecco e Bergamo. Da questo valico si volge verso NNE, seguendo sempre le indicazioni dei cartelli e le bandierine sui sassi. Il sentiero sale abbastanza ripido lungo il fianco meridionale della montagna. Si supera anche un facile tratto roccioso, poi la traccia aggira ad E il cocuzzolo sommitale dello Zucco del Corvo a 20 metri dalla cima, che si raggiunge in breve lungo i prati. Per la discesa abbiamo due possibilità, si percorrono ritroso gli ultimi 20 metri del versante E, poi si imbocca il sentiero della cengia che conduce al Passo del Toro. In alternativa, dalla vetta dello Zucco del Corvo si scende direttamente al Passo del Toro utilizzando il sentiero invernale attrezzato con catene. Si sale poi all’anticima SE del Monte Foppabona (q. 2062 m), rimanendo sempre un poco a destra della cresta, quindi ci si abbassa alla sottostante sella (q. 2038 m) e si risale infine al Monte Foppabona (q. 2087 m), anche qui sempre lungo i prati, un poco a destra della cresta che qui assume orientamento SE.
Abbiamo due possibilità.
1°) Come per la salita.
2°) Effettuando la traversata di cresta Zucco del Corvo - Monte Foppabona – Zuc di Cam – Zuc di Valbona e ritornando al parcheggio passando dal Rifugio Bocca di Biandino, in questo caso vedi anche le immagini e le relative relazioni di salita a queste montagne.
In breve:
Difficoltà della traversata: EE
Dislivello totale in salita: 1640 m (altrettanti in discesa)
Ore per l’intera traversata (partenza e arrivo al parcheggio): 8,00
Attrezzatura: scarponi
Itinerario:
Dal Monte Foppabona (q. 2087 m) si scende verso N alla Bocchetta di Foppabona (q. 1986 m) e si sale poi la facile cresta E dello Zuc di Cam (q. 2195 m). La sua cresta N da percorrere in discesa è un po’ ripida e attrezzata in un punto con catene. Si giunge così alla Bocchetta di Valbona (q. 2041 m). Ci attende ora l’ultima salita, la ripida ma facile cresta S dello Zuc di Valbona (q. 2131 m). Da qui si scende lungo la larghissima dorsale NNE e si arriva al Passo di Camisolo (q. 2019 m). Si divalla ora su sentiero segnalato al Rifugio Pio X° e al sottostante Rifugio Bocca di Biandino (q. 1496 m). Si percorre poi a piedi la stradina, in parte con il fondo cementato, in parte sterrato, che ci riporta al parcheggio dove si è lasciata l’auto.
Va segnalato che 100 metri ad E del Passo di Camisolo c’è il pianoro sul quale sorge il Rifugio Grassi (q. 2000 m), ben visibile da tutta la traversata.
Il versante N del Zucco del Corvo, in giallo il sentiero attrezzato | Lungo l’elementare cresta SE del M. Foppabona | Panorama di vetta, verso NW |
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