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Bufera sulla cresta finale del Pizzo di Gino |
Regione: Lombardia (Como)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Camoghè Provincia: Como Punto di partenza: S. Nazzaro Val Cavargna, località Monti Revolé (q. 1050 m) Versante di salita: SW Dislivello di salita: 1195 m - Totale: 2390 m Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 6,30 h Periodo consigliato: tutto l'anno |
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La via normale estiva maggiormente frequentata per raggiungere il Pizzo di Gino passa dall'Alpe Piazza Vacchera, ma in inverno, in presenza di neve, questo itinerario diventa abbastanza pericoloso, sia perché bisogna attraversare l’intero versante S della montagna, soggetto a valanghe, sia per la presenza di un passaggio, presso la (q. 2019 m), che con la neve diventa particolarmente esposto. Nella stagione invernale conviene quindi affrontare l’ascesa dai Monti Revolé, passando dai Monti Fous e per l’intera cresta SW, che è anche l’itinerario sci alpinistico della montagna.
Da Menaggio sul Lago di Como si segue la strada per Porlezza e Lugano. Poco prima di giungere a Piano Porlezza (frazione di Carlazzo) si prende la deviazione per la Val Cavargna e si sale fino a San Nazzaro Val Cavargna. Al margine NW del paese, in località S. Antonio (questa località non è riportata sulla CNS ma si trova tra le scritte di Bubegno e Posia), si segue la strada asfaltata che conduce ai Monti Revolé, dove si parcheggia.
Dai Monti Revolé si segue la stradina inizialmente asfaltata, poi sterrata, che con alcuni tornanti e in direzione N, conduce al ponte sul torrente che scende dalla Valle Piazza. Attraversato il ponte, si imbocca il sentiero sulla sinistra che in breve conduce alle case dei Monti Fous (q. 1179 m). Queste case le possiamo raggiungere anche con un secondo itinerario e cioè, si attraversa il ponte sopra citato e si prende a destra una stradina che sale di fianco al torrente, per una cinquantina di metri, poi termina. Si segue allora un sentiero che si stacca sulla sinistra e, passando tra le case, ci ricollega con l’itinerario precedente.
Ad ogni modo, la traccia di sentiero che serpeggia tra le case, sale verso sinistra, poi si perde nei prati, ma senza problema si sale a vista fino a raggiungere la larga ed erbosa dorsale SW del Pizzo di Gino e i Monti Gromia (q. 1298 m). Si continua l’ascesa in direzione NE, il percorso è ora ben evidente. Si supera direttamente, oppure si aggira facilmente a destra, un affioramento roccioso, poi si prosegue senza alcuna difficoltà sul largo pendio erboso della dorsale, fino allo spiazzo dove ci si ricongiunge con la traccia proveniente da E, dall’Alpe Piazza Vacchera.
Si sale ora con maggiore pendenza il largo pendio erboso, poco a destra della cresta SW, che sul versante opposto diventa precipite e si arriva ad una spalla alla sommità dei prati e ad una cinquantina di metri dalla vetta (il punto in cui è stata ripresa l’immagine principale). Calzati i ramponi e piccozza alla mano, si percorre ora la cresta in parte rocciosa che, a seconda dell’innevamento, potrebbe essere molto affilata, fino a raggiunge la croce sulla vetta. Il panorama è estesissimo e giustamente celebrato tra i migliori delle Prealpi Lombarde.
Come per la salita.
L'itinerario di salita dai Monti Fous | Panorama di vetta sull'Alto Lario | In discesa sull'affilata cresta sommitale |
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