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Cima Spe |
Regione: Veneto (Belluno)
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Carniche - Gruppo Monfalconi-Spalti di Toro Provincia: Belluno Punto di partenza: Domegge- località Antarigole ( 1102 m) Versante di salita: E-NE Dislivello di salita: 1200 m - Totale: 2400 m Tempo di salita: 3,15 h - Totale: 6,00 h Periodo consigliato: estate-autunno |
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Isolata piramide, dall´aspetto scabroso per l´evidente franosità dei suoi pendii, s´innalza tra le forcelle di Val Misera, dei Lares e Spe. Proprio da quest´ultimo valico, offre un´ accettabile approccio alla cima. La salita si svolge peraltro quasi sempre su ghiaie dure e friabili, ancorchè su franose cengette. E´ quindi riservata all´ escursionista capace.
Da Domegge di Cadore si scende verso il lago, lo si oltrepassa su lungo ponte e ci si innesta sulla stretta stradina che risale lungamente la Val Talagona in direzione del rifugio Padova. A quota 1102 m in località Antarigole si lascia l´ automezzo in un piccolo spiazzo.
Dal parcheggio ci si incammina per segnavia 352 (tabelle con indicazione per forcella Spe) e si risale lungamente in sinistra orografica il torrente Talagona. Dopo circa 45´ si interseca il sentiero 350 che collega il rifugio Padova con il rifugio Tita Barba. Lo si segue brevemente verso destra fino alla radura erbosa di casera Valle (1360 m ) ove lo si abbandona per assecondare sulla sinistra (tabella per forcella Spe-Bivacco Gervasutti), la buona traccia che risale il Fossò degli Elmi. Si sale lungamente per bosco e quindi per fiumana detritica fino a pervenire alla sabbiosa forcella Spe (2049 m - ore 2,30). Dalla forcella si sale a destra (W) lungo la larga dorsale orientale del monte, ricoperta di fine ghiaia, fino ad un primo risalto di cresta che si aggira sulla sinistra. Ritornati in cresta si sale sempre per friabile terreno in un tratto aiutandosi anche a dei provvidenziali mughi. Giunti sotto un risalto roccioso più marcato, lo si supera sulla sinistra, lato Val di S. Maria. Il tratto è breve ma su cengettta assai stretta e franosa che richiede particolare attenzione. Più sopra il terreno diventa leggermente più stabile.Traversato un ghiaioso pendio con macchie erbose e baranciosa, si raggiunge lo sbocco di un canalino detritico. Lo si risale faticosamente per la franosità del terreno, e dopo alcune ulteriori roccette, si perviene finalmente sulla comoda vetta (2314 m - ore 3,15). Lungo tutto il percorso vari ometti indicano il passaggio migliore.
Come per la salita.
Le difficoltà della salita, dopo forcella Spe, si concentrano esclusivamente sulla qualità del terreno, assai franoso e friabile. Le vetta sufficentemente spaziosa, offre un insolito panorama su questo estremo e solitario angolo degli Spalti di Toro.
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