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Immagine ripresa dall’itinerario di salita, da NW |
Regione: Lombardia (Sondrio) ![]() Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Agneda (q. 1228 m) Versante di salita: Diversi Dislivello di salita: 1482 m - Totale: 2964 m Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: da luglio a settembre |
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Dalla piana di Agneda la cupola della Cima Soliva è ben individuabile in direzione SE, esattamente sopra la verticale del Lago di Scais. È posizionata sulla catena principale delle Orobie, tra la provincia di Bergamo e Sondrio ed è la cima più elevata di un lungo tratto di cresta, il panorama è quindi molto esteso. La via normale dalla Val Vedello non comporta particolari difficoltà, poco prima della vetta bisogna solamente superare un facile canaletto (I°) di una decina di metri, situato poco a sinistra del filo della cresta SE. Tale cresta viene raggiunta dalla Bocchetta della Foppa, inizialmente risalendo la cresta SW, poi aggirando l’edificio sommitale, da SW a SE, mediante una larga cengia detritica del versante meridionale.
Provenendo da Morbegno, al termine della tangenziale di Sondrio si prende la strada per Piateda e poi si sale a Piateda Alta, Pam, Previsdomini, Vedello ed infine Agneda. Da quest’ultima località si prosegue lungo la stradina, ora sterrata, che s’inoltra nella piana del Torrente Caronno, per circa 600 m, fino al parcheggio di un’area picnic. Da qui in avanti vige il divieto di transito per i veicoli non autorizzati.
Dal parcheggio ci s’incammina lungo la stradina sterrata. Il percorso inizialmente è quasi pianeggiante, poi sotto la diga diventa più ripido, si superano alcuni tornanti e si traversa alti sopra la sponda occidentale del Lago di Scais. La sterrata prosegue lungo la Val Vedello con i segnavia della GVO, si oltrepassa una tettoia metallica e più avanti si arriva in prossimità della Baita Cornascio (q. 1599 m), che viene lasciata sulla sinistra. Si prende quota con alcuni tornanti mentre sul versante opposto della valle si potranno notare dei muri a secco con le pietre raccolte in gabbie metalliche che rappresentano la parte inferiore delle ex miniere di uranio.
Poco più avanti, con percorso evidente, si tralasciano i segnali della GVO e si prosegue lungo la pista che si sposta sul versante opposto della valle e sale con larghi tornanti nella zona delle ex miniere. Si arriva in questo modo al gradone superiore, verso sinistra, dove appaiono i primi segnali rettangolari di colore bianco che ci accompagneranno fino in cima. Si inizia poi a risalire il largo vallone che divide il Piz Cavrin dalla Cima Soliva, i segnali si mantengono sulla sinistra, tra canaletti erbosi e facili balze rocciose. Nella seconda parte il vallone diventa detritico fino all’ampio valico della Bocchetta della Foppa (q. 2560 m), non nominata sulle carte.
Da questo valico si volge a sinistra (est) e si rimonta l’ampia dorsale SW della Cima Soliva. Giunti ad una ventina di metri dalla vetta bisogna aggirare l´edificio sommitale come indicato nell’introduzione. Ossia, si prosegue verso destra, sfruttando un´ampia cengia a cui fa seguito un breve pendio detritico. Si risale poi un canaletto (segnali bianchi) posizionato poco a sinistra del filo della cresta SE. Al termine del canaletto si volge a sinistra e per gli ultimi metri della facile cresta sommitale si arriva in cima, dove si trovano diversi ometti di pietre.
Come per la salita.
Dalla Bocchetta della Foppa, in giallo la cengia detritica | La larga cengia detritica | Il facile (I°) canaletto della cresta SE che conduce in vetta |
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