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Il Monte Cerbiolo e l´omonimo passo |
Regione: Trentino Alto Adige (Trento)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Baldo Provincia: Trento Punto di partenza: Rifugio Novezzina (q. 1232 m) Versante di salita: E, W, NW Dislivello di salita: 420 m - Totale: 840 m Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 5,00 h Periodo consigliato: tutto l'anno |
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Bella e isolata cima che si erge in territorio trentino nei pressi del confine tra le provincie di Verona e Trento. In passato sul vicino passo Cerbiolo passava, infatti il confine tra Impero austro-ungarico e il Veneto. Il Monte Cerbiolo, pur appartenendo al gruppo del Monte Baldo, è distaccato dalla catena principale e va a costituire una delle numerose cime che si affacciano sulla Val d’Adige, come il Monte Cordespino e Cimo più a sud e come il Corno della Paura a nord. Dalla cima si può godere di un vasto panorama che si estende dalla dirimpettaia catena del Baldo, fino ai più lontani gruppi del Pasubio e Carega. Si ha anche un’ottima visione della sottostante Val d’Adige. Nonostante la buona panoramicità e la bellezza del luogo si tratta di una cima poco frequentata e sconosciuta ai più. Sulla sommità è presente un grosso ripetitore non più in uso e si possono anche osservare delle costruzioni militari risalenti al periodo della Grande Guerra.
Dal Casello autostradale di Affi si seguono le indicazioni per Caprino Veronese da dove si prende la strada che conduce a Spiazzi. Da Spiazzi si prosegue per la strada che conduce a Ferrara di Monte Baldo, dalla quale si seguono le indicazioni per Novezzina, nota località turistica invernale e non. Giunti a Novezzina si parcheggia nei pressi del Rifugio Novezzina dove è anche presente l’Orto Botanico.
Dal Rifugio Novezzina si prosegue in discesa la strada asfaltata fino al secondo tornante dove si imbocca una mulattiera segnata con il n°660. Si continua sulla mulattiera, incontrando anche sulla destra l’osservatorio astronomico, fino a giungere nei pressi di Casara Gambone, la quale viene però lasciata sulla destra. Si prosegue invece in leggera discesa sempre seguendo la mulattiera. Più avanti vi è un bivio dove si tralascia la deviazione sulla destra, costituita dal sentiero 660 che prosegue in un pascolo, e ci si addentra, sempre seguendo la strada, all´ interno di una faggeta. Terminata la discesa la strada prosegue in discreta ma costante salita giungendo così a Malga Prazagano. Anche in questo caso non la si raggiunge, ma si prosegue fino ad un piccolo valico da dove è possibile vedere il Monte Cerbiolo. Ora sono presenti due carrarecce, una che prosegue in falsopiano a sinistra e una che prosegue in discesa sulla destra. Presa la deviazione che prosegue in discesa si passa oltre una sbarra e si incontra un piccolo sperone roccioso dove è posta una croce. Proseguendo, quando si giunge in vista di Malga Cerbiolo inizia una ripida salita, che dapprima conduce alla malga e giunge quindi al Passo Cerbiolo, dove si ha una splendida visione del versante trentino del Baldo. Dal passo si prosegue a zig-zag sul pendio erboso di destra puntando in direzione del grosso ripetitore e quindi della cima. Si passa a fianco di una malga senza nome e si continua la salita seguendo incerte tracce di sentiero, mantenendo però sempre la direzione della cima. Attraversato un piccolo bosco il terreno si fa più sassoso ma meno ripido raggiungendo così la cima.
Come per la salita. Altrimenti è possibile una seconda alternativa. Ritornati al Passo Cerbiolo per il medesimo percorso si prosegue sul sentiero n°661 in direzione di Malga Fassole. Il sentiero taglia il fianco settentrionale della Punta della Redutte e giunge quindi al Passo Campione dove si imbocca una mulattiera e la si segue in direzione sud. In poco tempo si raggiunge la strada asfaltata a Cavallo di Novezza. Proseguendo lungo la strada asfaltata in discesa si ritorna dopo qualche chilometro al Rifugio Novezzina. Questa opzione richiede circa un’ora in più rispetto al percorso dell’andata.
Escursione che con discreto impegno fisico consente di scoprire uno dei luoghi meno visitati del Baldo e non per questo meno importante dal punto di vista naturalistico e storico. Il percorso è effettuabile anche durante l’inverno purchè si ritorni per il medesimo percorso d’andata, dal momento che il ripido fianco della Punta delle Redutte risulta pericoloso in caso di neve mal assestata.
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