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Immagine ripresa dai Laghetti del Biorco o degli Uomini |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Agneda (q. 1228 m) Versante di salita: WNW-SW Dislivello di salita: 1667 m - Totale: 3334 m Tempo di salita: 5,30 h - Totale: 10,00 h Periodo consigliato: estate |
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Le vette che coronano la Val Caronno sono tra le più elevate delle Orobie e sono tutte individuabili, sia dalle Baite Caronno, sia dal Rifugio Mambretti. Tutte tranne una, il Pizzo degli Uomini, che rimane nascosto dietro i contrafforti della sua cresta W. Invero c’è un punto in cui si riesce per un breve tratto ad individuarlo, all’uscita del bosco che precede la vasta radura delle Baite Caronno. Una cima nascosta, almeno dal fondovalle, ma che sa poi mostrarsi come bella piramide rocciosa e dispensare un grandioso panorama, principalmente sui colossi delle Orobie, ma non solo.
La via normale proposta, fattibile in giornata, nella parte superiore si svolge lungo i facili valloni detritici del versante WNW e per l’ultimo tratto di cresta W che qui assume orientamento SW. Anche la cresta è facile ma poco prima della vetta c’è un breve ma ostico passaggio di II°
Provenendo da Morbegno, al termine della tangenziale di Sondrio si prende la strada per Piateda e poi si sale a Piateda Alta, Pam, Previsdomini, Vedello ed infine Agneda. Da quest’ultima località si prosegue lungo la stradina, ora sterrata, che s’inoltra nella piana del Torrente Caronno, per circa 600 m, fino al parcheggio di un’area picnic. Da qui in avanti vige il divieto di transito per i veicoli non autorizzati.
Dal parcheggio ci s’incammina lungo la stradina sterrata. Il percorso inizialmente è quasi pianeggiante, poi sotto la diga diventa più ripido e al termine di alcuni tornanti si arriva ad un bivio con un sentiero che si stacca sulla sinistra. Qui si abbandona la stradina e si prende il sentiero segnalato per il Rifugio Mambretti. Si attraversa il torrente sopra un ponte e poi si inizia a salire con numerose svolte nel bosco. Dopo la casa del guardiano della diga si prosegue in piano, a sinistra del Lago di Scais (q. 1500 m). Raggiunte le Case di Scais (q. 1547 m) si seguono le indicazioni di un cartello che indica le Baite Caronno a 0.20 e si prosegue fino all’ampia radura di queste baite (q. 1610 m). Il sentiero, sempre ben marcato e segnalato, traversa la piana pascoliva, supera in rapida successione due torrenti sopra due ponticelli in legno e poi prosegue a lungo e con numerose svolte su di un dosso con radi larici, alcuni spezzati a metà dalle valanghe. Alla sommità di questo dosso e al termine degli alberi si arriva al Rifugio Mambretti (q. 2004 m, h 2,30 dal parcheggio).
Seguendo ora le indicazioni di un cartello della GVO per Lago Reguzzo e Rifugio Donati, si sale il ripido prato dietro il rifugio, in direzione E. All’inizio la traccia è intermittente ma i segnali sui sassi sono ben visibili. Superato il primo pendio la ripidezza diminuisce, si prosegue ora verso destra, su di una costa e ancora lungo i prati. Seguendo sempre i segnali si compie poi un traverso altalenante in direzione N, al disotto di un largo risalto della cresta W del Pizzo degli Uomini, ormai al termine dei pascoli. Si prosegue nel traverso, che diventa poi ascendente, fino ad arrivare ad un masso che riporta la scritta in giallo R. Donati e il segnavia della GVO (vedi 1a immagine di dettaglio), a poche decine di metri dal torrente che poco sopra compie una bella cascata. Questo è il punto in cui per la prima volta si riesce a vedere il Pizzo degli Uomini. Da questo masso, tralasciando le indicazioni dei segnali, si svolta a destra (ESE), in direzione della nostra montagna. Dopo pochi metri si ritrovano altri segnali che aiutano a risalire un dosso viepiù detritico alla cui sommità si trova una doppia conca dove sono adagiati i 2 Laghetti del Biorco o degli Uomini, a circa (q. 2500 m).
I segnali proseguono in un avvallamento sulla sinistra, spesso innevato e poi lungo un ripido pendio di sfasciumi. Al termine di questa ascesa si arriva su di un largo terrazzamento inclinato, sotto il roccioso versante W della nostra montagna. Si traversa ora in direzione S l’intero terrazzamento, puntando ad un’evidente sella sulla cresta W (Passo degli Uomini). Il pendio che precede questo valico è abbastanza ripido e spesso innevato anche a stagione avanzata, al mattino conviene quindi calzare i ramponi. Raggiunto il Passo degli Uomini si abbandonano i segnali che condurrebbero al Bivacco Corti e si segue la cresta di rocce sfasciumate (I°), qui orientata a SW, senza particolari difficoltà, fino al passaggio chiave situato 30 metri sotto la vetta. Questo passaggio, un pò esposto, è rappresentato da una cengia incavata nella roccia che si supera a carponi, dato che è stretta e bassa (attenzione allo zaino e alla piccozza che sfregando contro le rocce potrebbero sbilanciare). Ma è comunque un breve passaggio di 5/6 metri, poi si superano le facili rocce sommitali e si raggiunge la vetta (h 5,30 dal parcheggio, anche meno).
Da verificare in loco la possibilità di aggirare la cengia incavata, magari lungo lo stretto canale sottostante (dove c’è un masso incastrato), oppure lungo il canale che si trova più a destra.
Come per la salita.
Nota 1
Il Rifugio Mambretti è generalmente chiuso, le chiavi vanno richieste al CAI di Sondrio.
Nota 2
Su alcune carte il Pizzo degli Uomini è erroneamente quotato 2788
Nota 3
La corda potrebbe non essere necessaria ma è meglio averla al seguito.
Dove si lascia il sentiero per il R. Donati e si svolta a destra | A centro immagine il passaggio chiave, già superato da Pietro e Antonio | In discesa, sulla cresta SW |
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