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![]() Immagine ripresa dalla cresta W del Monte Gavet |
Regione: Lombardia (Sondrio) ![]() Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Barbera (q. 1282 m) Versante di salita: W-NW Dislivello di salita: 1000 m - Totale: 2000 m Tempo di salita: 2,30 h - Totale: 5,00 h Periodo consigliato: da maggio a ottobre |
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Modesta elevazione sulla cresta che collega il Monte Gavet al Pizzo Scala. L’itinerario proposto dei versanti W, WNW e NW, non presenta alcuna difficoltà ma è riservato ad escursionisti esperti, dato che è completamente sprovvisto di tracce o segnaletica.
Consigliabile il concatenamento con il vicino Monte Gavet, vedi immagini e relazione di questa cima.
Provenendo da Morbegno, si lascia sulla destra la località di Talamona e prima di attraversare il ponte sull’Adda, seguendo le indicazioni per la Val Tartano, si abbandona la statale 38 e si svolta a destra. La strada, abbastanza stretta, risale la valle con numerosi tornanti, raggiunge Campo e poi il paese di Tartano. Cento metri dopo la chiesa del paese, al termine delle ultime case, c’è un bivio non segnalato. Si prende la strada sulla destra che scende con alcuni tornanti in Val Corta. Essa si addentra poi sterrata lungo la valle per circa 1.5 km. Giunti in località Barbera, sulla sinistra si potrà notare un ponticello in cemento sul torrente, si prosegue sulla strada per una trentina di metri, fino ad uno spiazzo dove si può parcheggiare.
Dal parcheggio si retrocede sulla sterrata e si attraversa il ponticello, il cartello indica: Val di Lemma e Passo di Lemma h 3,00, Giardino Botanico Orobie h 0,30. Si risale quindi la Valle di Lemma a sinistra del torrente, su di una bella mulattiera (segnavia 116). Il percorso si mantiene inizialmente in prossimità della riva, poi sale sulla sinistra ed infine si avvicina di nuovo al torrente. Quest’ultimo tratto è particolarmente suggestivo e si svolge sul margine, protetto da parapetti in legno, di una forra scavata dal torrente impetuoso che forma diverse cascatelle. Poco dopo la mulattiera si immette in una stradina sterrata e si prosegue su di essa, lungo la valle.
Successivamente si tralascia a destra il cartello che indica il giardino botanico (meritevole di essere visitato al ritorno) e si segue la sterrata. Si raggiungono poi le due baite della Casera Sona Bassa (q. 1532 m), dove termina la stradina. Percorrendo ora il sentiero con segnavia GVO lungo il pascolo, si arriva alla Casera Lemma Bassa (q. 1694 m). Più avanti, a 15 minuti di cammino da quest’ultima casera, c’è una piccola baita sulla cui facciata è appesa una piccola bacheca commemorativa delle vittime dell’alluvione del 1987. Qui si abbandona il sentiero segnalato e, senza traccia, si sale il pendio erboso soprastante, in direzione NE (vedi 1a immagine di dettaglio).
Il sentiero che collegava questa baita con la Baita Monte Moro (q. 2029 m), riportato anche dalla carta della Kompass, ora non è più rintracciabile, dato che è scomparso nella vegetazione. Comunque si sale senza alcuna difficoltà. Circa 80 metri sopra la baita con la bacheca c’è una seconda baita, si risale poi il pendio erboso soprastante, neppure troppo ripido, in linea retta, puntando un po’ sulla sinistra. Raggiunto un terrazzamento inclinato, sotto i risalti rocciosi della cresta, riappare una traccia del vecchio sentiero. Essa traversa pianeggiante verso sinistra e conduce alla diroccata Baita Monte Moro. Da qui abbiamo diverse possibilità per salire al Monte Moro (vedi immagine principale della relazione: Monte Gavet):
1°) PER IL VERSANTE W
All’inizio si sale un poco sulla sinistra della baita, poi si prende una labile traccia che traversa sulla destra. Dopo aver superato una costa si risale, sempre verso destra, un pendio erboso nemmeno tanto ripido. Esso conduce sull’ampia cresta S, a pochi metri dalla cima.
2°) PER IL VERSANTE WNW
Dalla Baita Monte Moro si prosegue traversando a sinistra per un centinaio di metri, in direzione N e su labili tracce. Si risale poi il pascolo su cui affiorano grossi massi, senza percorso obbligato e senza difficoltà, volgendo gradualmente verso destra, fino in cima.
3°) PER IL VERSANTE NW
Dalla Baita Monte Moro si prosegue traversando a sinistra, in direzione N e su labili tracce. Si risale poi il pascolo su cui affiorano grossi massi, senza percorso obbligato e senza difficoltà, puntando alla cupola del Monte Gavet. Raggiunti i campi superiori, tralasciando l’ascesa al Gavet, si volge a destra e si risale l’elementare pendio NW che porta in cima. Oppure, dalla massima depressione tra il Monte Gavet e il Monte Moro, si può facilmente salire anche lungo la cresta N, appoggiando a destra del filo che è precipite sul versante opposto (c’è un sentierino).
È l’itinerario più semplice per concatenare l’ascesa del Monte Moro a quella del Monte Gavet.
Come per la salita.
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Il punto in cui si abbandona il sentiero segnalato, in Val di Lemma | A pochi metri dalla vetta | Panorama di vetta, verso N |
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