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Il Monte Ida |
Regione: Estero (Estero)
Alpi e Gruppo: Estere - Estere Greche Provincia: Estero Punto di partenza: Nida Plateau (q. 1350 m) Versante di salita: S-E Dislivello di salita: 1350 m - Totale: 2700 m Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 7,00 h Periodo consigliato: estate - autunno |
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Nell´isola di Creta ci si reca non soltanto per godere del bellissimo mare o delle sue affascinanti spiagge. Neppure soltanto per conoscere la storia antica o per visitare siti archeologici.
A Creta ci si può sensatamente recare anche per effettuare trekking, alcuni addirittura di amplissimo respiro, o per scalare le sue numerose montagne.
Il Monte Ida, noto anche come Timios Stavros, è la vetta più alta di Creta, appartenente al massiccio del Psiloritis, situato grosso modo al centro dell´isola.
Il massiccio è decisamente desertico, così come il paesaggio che si dipana attorno; ben diverso quindi dalla salita ad altri monti cretesi (ad esempio il Monte Gingilos).
Pertanto sconsigliamo di cimentarsi nell´impresa nei più caldi mesi estivi, ma neppure a primavera, quando è possibile incontrare ancora molti residui di neve!
La montagna fu un tempo considerata sacra, perché nei pressi del Nida Plateu, si trova una famosa e profonda caverna, luogo di ritrovamento di numerosi reperti archeologici: la mitologia sostiene che qui fosse stato nascosto da Rea il piccolo Zeus, allo scopo di sottrarlo alle intenzioni omicide del padre Kronos, che divorava tutti i propri figli per non essere spodestato. Zeus crebbe dunque su questi monti, allattato dalla capra Amaltea, sino a divenire forte al punto da sconfiggere il padre Kronos (facendogli peraltro rigurgitare anche i fratelli precedentemente divorati).
La salita alla vetta non è tecnicamente difficile, ma a tratti faticosa. E´ necessario provvedere alle provviste d´acqua (non si trovano fonti sul percorso), ricordandosi che pur essendo in mezzo al mediterraneo la cima è spesso spazzata da turbinosi e freddi venti.
Da Iraklion (la capitale dell’isola) in direzione di Anoghia (50 km circa); quindi per il Nida Plateau (21 km).
Attenzione perché la strada, peraltro molto panoramica, è stretta, a volte priva di protezioni e frequentata da molte capre.
Al Nida Plateau è possibile trovare ampie possibilità di parcheggio nei pressi di una taverna senza nome.
Dalla taverna si segue il sentiero per l´Antro Ideo, giungendo nei pressi di una cappella. Si segue la strada sterrata sino ad un tornante con un cartello con le indicazioni per il Timios Stavros.
Inizia così il sentiero, segnalato da due bolli rossi appaiati, o da alcune frecce gialle e nere che per un buon tratto attraversa in costa il versante orientale del massiccio che delimita l´altopiano dal quale si è partiti.
Si piega quindi a destra, entrando in una stretta valletta (verosimilmente un torrente inaridito), sino a metter piede su di un crinale a quota 1900 metri circa.
Evitiamo ora di seguire i doppi bolli rossi, che scendono verso sinistra in direzione del sottostante altipiano (da qui torneremo) per continuare sulla destra, orientandoci con tracce di sentiero, rade frecce giallo-nere, molti ometti.
Il tracciato corre a mezza costa, poco sotto la cima del Monte Kousakas (2212 m), seguendo l´asse principale delle montagne e scendendo quindi per circa 80 metri sino ad un colle, dall´altro lato del quale si risale per 150 metri buoni verso il Monte Vouloumenou.
Raggiunta l´ampia e piatta sommità si transita nei pressi di un "mitato", una costruzione in pietra utilizzata dai pastori, proseguendo quindi in leggera discesa sino ad intercettare il sentiero con i due bolli rossi che giunge da sinistra.
Si risale sino ad un colletto, ove si intercetta un altro sentiero che sale da destra, sino ad attraversare a mezza costa, in un poco di esposizione, il versante settentrionale dell´Agathias. Quindi si prosegue sino alla depressione che precede l´ultimo tratto di salita.
Ancora un ultimo sforzo e si è sulla a dir poco ventosissima vetta, riparati da una antica cappella in sasso dedicata alla Santa Croce, ove è nascosto il libro di vetta.
Si scende lungo il medesimo sentiero sino al punto in cui si è intercettato il sentiero con i due bolli rossi (salendo lo abbiamo intercettato alla nostra sinistra, poco aver attraversato e disceso l´altopiano con il "mitato").
Si segue ora fedelmente il tracciato ben chiaro (è il famoso sentiero E4), passando nel mezzo di un torrente in secca, marcatamente incassato tra fianchi rocciosi e dal fondo irregolare.
Ad un certo punto il sentiero tende a portare verso destra. Con attenzione, guardando in alto alla nostra sinistra, troveremo invece il punto del crinale ove abbiamo abbandonato, all´andata, il sentiero E4: sono qui presenti alcuni grossi ometti, visibili anche a distanza.
Sempre guidati da ometti si risale sino al crinale, dal quale poi si imbocca il sentiero effettuato all´andata, sino al punto di inizio dell´intera escursione.
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