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Gruppo del Cimonega con il tracciato dell´itinerario |
Regione: Trentino Alto Adige (Trento)
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Vette Feltrine Provincia: Trento Punto di partenza: Baita Sagron Mis Versante di salita: E-NE Dislivello di salita: 1364 m - Totale: 3100 m Tempo di salita: 6,00 h - Totale: 9,00 h Periodo consigliato: estate - autunno |
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L’itinerario proposto è denominato "Anello alpinistico del Gabiàn" e si snoda nel gruppo montuoso del Cimónega, a cavallo tra le province di Belluno e Trento e culmina in vetta al Piz di Sagrón (q. 2486 m). Questo anello permette di concatenare due storiche vie alpinistiche. La prima, quella di Detassis–Corti del 1934 che, Ettore Castiglioni nella Guida dei Monti d´Italia, descrisse come "la via più breve e più consigliabile dal versante settentrionale di Sagron" per raggiungere la cima del Piz di Sagrón solca profondamente il versante settentrionale del massiccio e supera tratti alpinistici intervallati da viàz dei camosci che ne esaltano la bellezza.. Con una variante d’uscita si raggiunge il tracciato della seconda via alpinistica, quella dei primi salitori nel 1877 (Cesare Tomè, Tommaso Da Col e la guida Mariano Bernardin "Gabiàn"), poi divenuta la via normale alla cima. Dalla vetta il ritorno a valle si svolge lungo la via normale al Piz di Sagrón e sul sentiero dell´Alta Via n.2.
Il paese di Sagrón Mis è raggiungibile da Agordo o dal Primiero percorrendo la SP347. Giunti alla frazione Mis si prosegue per la SP115 in direzione Sagrón, dalla località si segue la strada per Matiuz fino al parcheggio in località Giasenei, a monte dell’albergo Baita Sagron Mis..
Dal parcheggio in località Giasenei si segue il sentiero SAT 801/B che percorre dapprima una comoda strada forestale e successivamente, lungo il sentiero Italo Zecchini, si inoltra nel bosco di abeti e faggi incrociando in località Colàz (q. 1357 m) il sentiero dell´Alta Via n°2 (SAT 801). Si prosegue per il sentiero 801 in direzione passo del Comedón, usciti dal bosco il sentiero sale con pendenza più accentuata un ghiaione erboso fino a giungere sotto le rocce del Piz di Sagrón in località Pala Verda (q. 1522 m), fondamentale crocevia per questa ascensione (ore 1.20 dal parcheggio). Si abbandona il sentiero dell´Alta Via n°2, si sale direttamente lungo il ghiaione puntando allo sbocco di un grande canalone, ben identificabile per un caratteristico macigno incastrato, sulla destra di un grande avancorpo di mughi, che porta all´attacco della via Detassis-Corti.
Via Detassis-Corti al Piz de Sagrón, parete nord-est con variante di uscita
Dislivello: 900 m circa
Tempo di salita: 4-6 ore
Difficoltà: dal I al II, qualche tratto di III e due passi di IV
Le prime rocce del canale vengono evitate sulla destra salendo un ripido pendio franoso (inizio segnavia) che porta su una larga terrazza (sosta su mugo), ci si riporta quindi verso sinistra in prossimità dello sbocco del canalone. Si traversa a destra sotto rocce verticali raggiungendo un profondo camino con massi incastrati formato da un avancorpo, non visibile dal basso, dove iniziano le difficoltà. Si sale il camino superando un primo salto sulla sinistra (III, 2 chiodi) e un secondo sulla destra (IV-, 1 chiodo) fino ad una terrazza (sulla destra 2 chiodi di sosta). Si può ora continuare direttamente passando in un cunicolo formato da macigni incastrati, oppure (se il cunicolo risulta ostruito) superare un ripido salto sulla sinistra (IV, 1 chiodo) raggiungendo un intaglio erboso.
Seguendo evidenti tracce di camosci si sale ora su facile terreno erboso, traversando in alto su una grande cengia fino ad incrociare un piccolo canalino roccioso (caratteristica piccola marmitta) che viene superato sulla sinistra (I e un passo di III, 2 chiodi, 2 chiodi di sosta) aiutandosi con i mughi. La grande cengia erbosa sovrastante va ora seguita verso sinistra (circa 60 m) fino al bordo di un canalone, si sale obliquamente verso destra puntando ad un caratteristico "corridoio" di roccia fra le macchie dei mughi (II, 1 chiodo, 2 cordini su clessidre, 2 chiodi di sosta), poi su terreno più facile ci si porta a sinistra in prossimità di una grande rampa inclinata (1 chiodo). Con un passaggio singolare a sinistra si traversa su una stretta cornice (III, cordino su clessidra, 1 chiodo) portandosi nella grande rampa inclinata che si supera direttamente (II-III, 3 chiodi, 2 chiodi di sosta).
Si prosegue sulla sinistra di una fessura (I, 2 chiodi, sosta su clessidra), continuare per la stessa linea sulla sinistra della fenditura (I-II, 1 chiodo), si perviene così ad una cengia erbosa che porta ad un canale sulla sinistra (passo di I). Si sale l´ampio canale (I) sino ad una biforcazione, percorrere il canale di destra zigzagando tra i massi incastrati (I-II). Ancora lungo il canale per circa 25 metri (II, 2 chiodi, 1 cordino su clessidra) e in prossimità di una parete giallastra si raggiunge un liscio salto di roccia bianca e levigata, che costringe ad abbandonare ora il canale sfruttando un caminetto poco profondo sulla sinistra (II).
Successivamente verso destra attraverso una comoda cengia erbosa (20 m) si raggiunge un canalino sulla sinistra, che si sale portandosi sul suo limite sinistro (I, 2 chiodi di sosta). Da questo punto il tracciato abbandona il percorso originale della via Detassis-Corti che invece prosegue nel grande canalone sovrastante (sulla destra è visibile il profilo di una roccia che ricorda la figura di un barboncino).
Si supera verso destra una caratteristica fenditura diagonale (II, 3 chiodi, 2 chiodi di sosta) poi, girato lo spigolo, si prosegue per la cengia (II, 3 chiodi, 2 chiodi di sosta). Percorrere il canale soprastante per circa 20 metri e poi con traversata verso sinistra ,per roccia frastagliata, si raggiunge un canale detritico (II, 2 chiodi, 1 cordino su clessidra). Si sale verso destra il canale detritico, posto sotto a gialle pareti verticali (passaggi II) raggiungendo un intaglio al margine di una vertiginosa parete inclinata che sprofonda in un marcato canalone (1 chiodo).
L´ascensione ora cambia scenario: si abbandonano gli spazi aperti e ci si addentra in un profondo canalone, con peculiarità alpinistiche un po´ più severe. Si traversa lungamente verso destra attraverso una cengia a tratti poco marcata, ma sostanzialmente priva di difficoltà (I, 9 chiodi) raggiungendo il fondo detritico di un grande canalone. Si affrontano direttamente i salti che la gola presenta (due passaggi III, 5 chiodi) finché quest´ultima non diventa stretta e muschiosa, la si abbandona sfruttando un caminetto sulla sinistra (III-, 2 chiodi) guadagnando un anfiteatro ghiaioso (2 chiodi di sosta).
Si insiste verso sinistra (passaggio III, 3 chiodi) fino a raggiungere un marcato intaglio sulla cresta posto all´estremità superiore di un profondo camino. Si traversa verso sinistra in esposizione su una stretta cornice sopra la forra (II, 4 chiodi) e si raggiunge finalmente la sommità della parete sbucando sul pendio erboso del versante meridionale del Piz de Sagrón, a qualche decina di metri ad est dalla base della via normale percorsa dai primi salitori nel 1877. Ci si porta sotto le rocce del Piz di Sagrón, si scorge l´attacco della via allo sbocco di un canale (stillicidio d´acqua) evidenziato con vernice su una paretina.
Via Tomè, Dal Col e Bernardin al Piz de Sagrón, parete sud
Dislivello: 150 m circa
Tempo di salita: 30 minuti
Difficoltà: dal I al II
Superata la breve paretina (II, cordini su clessidre) si seguono gli ometti e i segni, tra tracce di sentiero e sfasciumi che conducono verso sinistra ad una larga cengia che traversa tutto il versante meridionale (I). Lungo la cengia (I-I+) verso destra (est) si supera una sporgenza e dopo 5 metri si punta in verticale verso la paretina che perviene ad una cengia. Si prosegue verso destra fino a giungere sul filo dello spigolo in versante est e da qui per sfasciumi sino in vetta (I-I+, cordini su clessidre). Il panorama dalla vetta è grandioso e spazia dalla conca del Pian della Regina, al vicino Sass de Mura, alle Vette Feltrine, alle Pale di San Martino e alle Dolomiti Agordine.
Si percorre a ritroso l´itinerario di salita al castello sommitale del Piz de Sagrón e, raggiunta la base, si segue il sentiero della via normale in direzione sud-est. Si attraversa il pianoro e, rimontato un gradone roccioso, in discesa si devia dolcemente in direzione sud superando sulla sinistra il Vomere, una caratteristica formazione rocciosa a scudo. Superate alcune roccette, si piega decisamente a sinistra pervenendo ad un vasto pianoro, che si attraversa tra pietraie e splendide vasche carsiche. Incrociato il sentiero che conduce alla forcella del Leone, si prosegue in direzione sud sino al bivacco Feltre-Walter Bodo (q. 1930 m) al Pian della Regina. Dal bivacco si continua sul sentiero dell’Alta Via n.2 (CAI 801) in direzione del Passo del Comedón (q. 2122 m). Dal valico si scende lungo l´Intaiada incrociando il sentiero dell’andata in località Pala Verda e da qui si rientra a Sagrón al punto di partenza.
Salita di grande soddisfazione di carattere alpinistico che richiede nozioni di arrampicata e di manovre di corda oltre a un certo senso di orientamento indispensabile soprattutto in caso di scarsa visibilità. Attualmente la via è attrezzata con sufficienti chiodi di passaggio e di sosta ed è indicata con segnavia di color rosso-bianco. È consigliabile effettuare l´ascensione solo nei mesi estivi ed autunnali, evitando i mesi primaverili per la sicura presenza di neve e ghiaccio soprattutto nell´ultimo tratto. Bivacco Feltre-Walter Bodo (q. 1930 m) è di proprietà della Sezione Cai Feltre e consiste in una piccola struttura a 4 posti, costruita nel 1959, e una più recente capanna, inaugurata nel 1972, con 15 letti a castello e soggiorno per una ventina di persone; sempre aperto e incustodito; acqua di tubazione nei pressi o in vasche naturali a 10 minuti a nord ovest.
Il canalone di accesso alla Detassis-Corti | Dal Biv. Feltre il versante di discesa del Piz di Sagron | Pian della Regina e cime del Piz de Mez e Piz di Sagron |
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