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Il percorso di cresta tra la seconda cima (o anticima SE) e la vetta |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Le Teccie (q. 1255 m) Versante di salita: SE Dislivello di salita: 1200 m - Totale: 2400 m Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 7,00 h Periodo consigliato: estate - inizio autunno |
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Bella cavalcata di cresta, abbastanza facile. È sicuramente la via più rimunerativa per raggiungere la vetta della Sponda Camoscera. L’itinerario presenta diverse somiglianze con la traversata delle Cime dello Scoltador: stessi versanti di avvicinamento e di orientamento delle creste, ripida ascesa ad una prima cima che sovrasta il valico, percorso di cresta lungo e altalenante. Ma la cresta SE della Sponda Camoscera è un po’ più facile, sebbene non banale.
A San Pietro Berbenno si abbandona la S.S. 38 e si seguono le indicazioni per Fusine. Raggiunta questa località in prossimità di un’ampia curva verso sinistra, si tralasciano le strade che si staccano sulla destra e si prosegue sulla strada rettilinea, fino ad un incrocio. Qui si svolta a destra e dopo una cinquantina di metri, si prende a sinistra la via Masoni. La strada incomincia a salire stretta e con numerosi tornanti. Si oltrepassano numerosi nuclei abitativi e si arriva alla chiesa di Valmadre (q. 1164 m). Poco prima della chiesa c’è un trivio, si prende a sinistra e si sale fino alla località Le Teccie (o le Tecce). La stradina che ora attraversa, verso destra, il torrente sopra un ponte-briglia, è vietata al transito dei veicoli non autorizzati. Si parcheggia negli spiazzi che precedono il ponte, dove c’è anche una bacheca e una presa dell’acqua.
Fino alla località Dosso di Sopra (q. 1102 m) il fondo stradale è in parte asfaltato e in parte cementato. Oltre questa località diventa sterrato, ma è comunque percorribile anche da un normale veicolo. L’intero percorso su questa stradina richiede comunque massima prudenza.
Dopo aver attraversato il ponte-briglia si prosegue sulla stradina e più avanti si arriva ad un bivio. Tralasciando la pista con il fondo cementato che, verso sinistra, attraversa il torrente sopra un ponte-briglia, si prosegue lungo la sterrata che si mantiene a destra del torrente. Giunti ad un ammasso caotico di detriti di origine alluvionale e sorretti da briglie, la pista termina. Nessun problema, senza percorso obbligato si superano questi sbarramenti e poi si prosegue, su tracce, in prossimità del torrente. La Valmadre diventa ora pianeggiante e in lontananza appare la Baita Forni (q. 1452 m).
In prossimità di questa baita si attraversa il torrente, facilmente se c’è poca acqua e si arriva a questo alpeggio. Bisogna precisare che se c’è molta acqua nel torrente, è meglio prendere la pista che attraversa il torrente sopra il ponte-briglia, tralasciata poco sopra la partenza, dato che giunge anch’essa qui. Si segue poi la stradina con il fondo cementato che s’innalza a destra di questa baita, in direzione S. Inizialmente sale con alcuni tornanti, sempre con il fondo cementato, poi prosegue per un buon tratto sterrata e con lieve pendenza. Quindi compie un primo tornante verso sinistra e 100 metri più avanti un secondo, verso destra. Esattamente su questa seconda curva, si abbandona la stradina che ora traversa sul versante opposto della valle, e si entra nello spiazzo, adibito anche a parcheggio, che c’è sulla sinistra (vedi prima immagine di dettaglio della relazione: Sponda Camoscera).
Se ora si osserva verso la Sponda Camoscera, si potrà notare, al centro un primo elettrodotto e sulla sinistra, un secondo elettrodotto che si staglia contro il cielo. Il nostro itinerario passo 30 metri a monte del primo, dove è situata la Casera di Valbona e poi raggiunge il secondo. Il percorso che ci attende lungo questa specie di largo avvallamento (molto a destra del primo elettrodotto), non è segnalato e non esiste nemmeno una traccia, ma si può tranquillamente salire a vista, 80 metri sopra si riprende il sentiero della GVO che traversa pianeggiante dai pressi del Rifugio Dordona. Questa scorciatoia permette di evitare un lungo e inutile traverso fino in prossimità del Rifugio Dordona, per poi dover ritornare verso la Casera di Valbona.
Quindi, dallo spiazzo presente a sinistra del tornante, si inizia a salire rimanendo un poco sulla destra, in prossimità di una grande colata di ganda. Si sale per lo più in linea retta, cercando il percorso migliore tra magro pascolo, sassi affioranti, radi larici e numerosi rivoli d’acqua. Come già citato, circa 80 metri sopra lo spiazzo, si raggiunge il pianeggiante sentiero della GVO. Ci si incammina ora su questo sentiero segnalato, verso sinistra e dopo una breve salita si arriva nel bel pianoro dove è situata la Casera di Valbona (q. 1903 m).
Il sentiero prosegue a sinistra della casera e va a raggiungere il secondo elettrodotto, passandoci proprio sotto. Dopo venti metri c’è un bivio, si tralascia il marcato sentiero pianeggiante (non segnalato) sulla sinistra e, seguendo i segnavia della GVO, si sale a destra. Quaranta metri sopra, c’è una baita e poco più avanti una fontana (vedi prima immagine di dettaglio). Nel prosieguo il sentiero segnalato volge verso destra, traversando a lungo sotto il versante SW-S della Sponda Camoscera. Poi si entra nell’avvallamento compreso tra la nostra montagna a sinistra e la caratteristica guglia del Pizzo di Valbona a destra. Da ultimo, con un’ascesa un poco ripida, i segnavia conducono al Passo di Valbona (q. 2318 m).
Da questo valico si volge a sinistra. Ci attende ora il tratto più erto della cresta, la salita alla prima cima della Sponda Camoscera che sovrasta il valico. Comunque la cresta erbosa è solamente un po’ ripida ma senza difficoltà. Raggiunta questa prima cima (vedi 2° immagine di dettaglio), quella che si staglia davanti non è la vetta, ma la seconda cima (o anticima SE). Il percorso per raggiungerla è facile, la cresta è sufficientemente larga. Raggiunta quindi anche questa seconda cima, finalmente si vede la vetta. La cresta che le collega a prima vista appare decisamente affilata, ma è la prospettiva che inganna. Pur essendo un po’ stretta, non presenta passaggi impegnativi o particolarmente esposti. Si segue sempre il filo della cresta, appoggiando all’occorrenza ai lati e con qualche saliscendi, fino in vetta.
Si offrono due possibilità:
1a) Come per la salita.
2a) Lungo il ripido costone W, vedi relazione: Sponda Camoscera
Le carte di vecchia edizione non riportano la stradina che dopo la Baita Forni compie alcuni tornanti e poi giunge un centinaio di metri sotto la Casera di Valbona, prima di compiere un lungo traverso in direzione del Rifugio Dordona.
A sinistra la fontana e il percorso di salita | Immagine ripresa dalla prima cima che sovrasta il Passo di Valbona | Panorama dalla vetta, verso SE |
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