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In basso a sinistra, la fontana e il percorso del costone W |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Le Teccie (q. 1255 m) Versante di salita: W Dislivello di salita: 1200 m - Totale: 2400 m Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 6,30 h Periodo consigliato: estate - inizio autunno |
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Si trova sulla catena montuosa che divide la Valmadre ad W dalla Val Cervia ad E. La montagna è formata principalmente da una lunga cresta disposta sull’asse NE-SE e da un costone erboso che scende in direzione W, dove si svolge la via normale proposta. Pur essendo l’itinerario più diretto e meno impegnativo per raggiungere la vetta, si svolge su ripidi e monotoni pendii erbosi. Avendo esperienza di creste un pò ariose, è consigliabile salire dalla cresta SE ed utilizzare questo itinerario per la discesa.
A San Pietro Berbenno si abbandona la S.S. 38 e si seguono le indicazioni per Fusine. Raggiunta questa località in prossimità di un’ampia curva verso sinistra, si tralasciano le strade che si staccano sulla destra e si prosegue sulla strada rettilinea, fino ad un incrocio. Qui si svolta a destra e dopo una cinquantina di metri, si prende a sinistra la via Masoni. La strada incomincia a salire stretta e con numerosi tornanti. Si oltrepassano numerosi nuclei abitativi e si arriva alla chiesa di Valmadre (q. 1164 m). Poco prima della chiesa c’è un trivio, si prende a sinistra e si sale fino alla località Le Teccie (o le Tecce). La stradina che ora attraversa, verso destra, il torrente sopra un ponte-briglia, è vietata al transito dei veicoli non autorizzati. Si parcheggia negli spiazzi che precedono il ponte, dove c’è anche una bacheca e una presa dell’acqua.
Fino alla località Dosso di Sopra (q. 1102 m) il fondo stradale è in parte asfaltato e in parte cementato. Oltre questa località diventa sterrato, ma è comunque percorribile anche da un normale veicolo. L’intero percorso su questa stradina richiede comunque massima prudenza.
Dopo aver attraversato il ponte-briglia si prosegue sulla stradina e più avanti si arriva ad un bivio. Tralasciando la pista con il fondo cementato che, verso sinistra, attraversa il torrente sopra un ponte-briglia, si prosegue lungo la sterrata che si mantiene a destra del torrente. Giunti ad un ammasso caotico di detriti di origine alluvionale e sorretti da briglie, la pista termina. Nessun problema, senza percorso obbligato si superano questi sbarramenti e poi si prosegue, su tracce, in prossimità del torrente. La Valmadre diventa ora pianeggiante e in lontananza appare la Baita Forni (q. 1452 m).
In prossimità di questa baita si attraversa il torrente, facilmente se c’è poca acqua e si arriva a questo alpeggio. Bisogna precisare che se c’è molta acqua nel torrente, è meglio prendere la pista che attraversa il torrente sopra il ponte-briglia, tralasciata poco sopra la partenza, dato che giunge anch’essa qui. Si segue poi la stradina con il fondo cementato che s’innalza a destra di questa baita, in direzione S. Inizialmente sale con alcuni tornanti, sempre con il fondo cementato, poi prosegue per un buon tratto sterrata e con lieve pendenza. Quindi compie un primo tornante verso sinistra e 100 metri più avanti un secondo, verso destra. Esattamente su questa seconda curva, si abbandona la stradina che ora traversa sul versante opposto della valle, e si entra nello spiazzo, adibito anche a parcheggio, che c’è sulla sinistra (vedi prima immagine di dettaglio).
Se ora si osserva verso la Sponda Camoscera, si potrà notare, al centro un primo elettrodotto e sulla sinistra, un secondo elettrodotto che si staglia contro il cielo. Il nostro itinerario passo 30 metri a monte del primo, dove è situata la Casera di Valbona e poi raggiunge il secondo. Il percorso che ci attende lungo questa specie di largo avvallamento (molto a destra del primo elettrodotto), non è segnalato e non esiste nemmeno una traccia, ma si può tranquillamente salire a vista, 80 metri sopra si riprende il sentiero della GVO che traversa pianeggiante dai pressi del Rifugio Dordona. Questa scorciatoia permette di evitare un lungo e inutile traverso fino in prossimità del Rifugio Dordona, per poi dover ritornare verso la Casera di Valbona.
Quindi, dallo spiazzo presente a sinistra del tornante, si inizia a salire rimanendo un poco sulla destra, in prossimità di una grande colata di ganda. Si sale per lo più in linea retta, cercando il percorso migliore tra magro pascolo, sassi affioranti, radi larici e numerosi rivoli d’acqua. Come già citato, circa 80 metri sopra lo spiazzo, si raggiunge il pianeggiante sentiero della GVO. Ci si incammina ora su questo sentiero segnalato, verso sinistra e dopo una breve salita si arriva nel bel pianoro dove è situata la Casera di Valbona (q. 1903 m).
Il sentiero prosegue a sinistra della casera e va a raggiungere il secondo elettrodotto, passandoci proprio sotto. Dopo venti metri c’è un bivio, si tralascia il marcato sentiero pianeggiante (non segnalato) sulla sinistra e, seguendo i segnavia della GVO, si sale a destra. Quaranta metri sopra, c’è una baita e poco più avanti una fontana (vedi immagine principale). Da qui, o poco più sopra, si abbandonano i segnavia e si volge verso sinistra, andando a raggiungere il costone W.
Si sale sempre lungo la groppa erbosa, viepiù ripida ma facile. Nella parte superiore il costone viene diviso in due da un avvallamento erboso (vedi seconda immagine di dettaglio). Si traversa ora verso sinistra e si riprende la costa, ma si potrebbe salire anche sulla costa di destra. Comunque questo è il tratto più ripido dell’intera ascesa. Nella parte sommitale il costone si addolcisce un poco, poi si percorrono gli ultimi metri di cresta, abbastanza larga, fino in vetta.
Come per la salita.
Le carte di vecchia edizione non riportano la stradina che dopo la Baita Forni compie alcuni tornanti e poi giunge un centinaio di metri sotto la Casera di Valbona, prima di compiere un lungo traverso in direzione del Rifugio Dordona.
Immagine ripresa dallo spiazzo, dove si abbandona la stradina che traversa al Rifugio Dordona | Sul ripido costone W | In discesa, l’asterisco è il punto in cui è stata ripresa l’immagine principale |
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