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Il Monte Colombana, dalla cresta NE |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Laveggiolo (q. 1485 m) Versante di salita: E-NE Dislivello di salita: 902 m - Totale: 1804 m Tempo di salita: 2,15 h - Totale: 4,30 h Periodo consigliato: da giugno a ottobre |
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Si trova sulla catena che separa la Val Gerola ad E dalla Valle di Fraina, laterale della Valle Varrone ad W. Esattamente a metà strada tra i più elevati Monte Rotondo e Pizzo Mellasc. La montagna è formata da tre creste. La NW e la S sono brevi ed impervie e si abbassano rispettivamente alla Bocchetta di Stavello e alla Bocchetta Colombana. Mentre la lunga e larga dorsale E, dove si svolge la via normale proposta, scende boschiva sulla Val Gerola. Dallo snodo di cresta, a circa (q. 2250 m), essa assume orientamento NE e diventa un poco più stretta con rocce affioranti lungo il filo, ma sempre elementare. L’itinerario però è riservato ad escursionisti esperti, dato che è sprovvisto di segnali o cartelli e nel bosco, la traccia in alcuni punti si perde nella vegetazione.
A Morbegno si prende la strada della Val Gerola e si sale fino a Gerola Alta. Quasi al termine di questo paese c’è la chiesa e poi il cimitero. Poco più avanti si svolta a destra, per Laveggiolo. La strada sale con numerosi tornanti e al suo termine conduce a questa località. Ampio parcheggio al termine della strada.
Dal parcheggio ci si incammina lungo la stradina asfaltata, vietata al transito dei mezzi non autorizzati, in direzione SW. Si percorre questa strada per circa cinquanta metri o poco più, quindi la si abbandona e si prende, a destra, un sentiero acciottolato che sale tra le case di Laveggiolo. Sopra le case una traccia traversa in obliquo i prati, da sinistra a destra. Al termine di questa ascesa si imbocca un sentiero che, quasi pianeggiante, traversa a sinistra, alto sopra le case, al limite tra i prati e il bosco.
Quando si è giunti sopra la verticale delle case, si abbandona il sentiero pianeggiante e si prende, a destra, una traccia che sale nel bosco. È importante individuare la traccia esatta, essa si stacca dal sentiero con un breve traverso ascendente da destra a sinistra. Si prosegue poi nel bosco con diverse svolte, cercando di non perdere il sentierino. Al termine del bosco si arriva al limite inferiori dei prati di una vasta radura. Qui è importante memorizzare il percorso. Il sentiero prosegue sulla destra, al limite di un costone e in breve si raggiungono i ruderi delle Baite Bugione (q. 1828 m).
Risaliamo il prato soprastante e poi, a sinistra di una fontana, riprendiamo il sentiero che si addentra nel bosco. In breve si arriva ad un altro rudere. La traccia aggira a sinistra alcuni grossi massi soprastanti e poi volge gradualmente verso destra, fino a raggiungere una spianata di prati con un rudere sulla sinistra e una grossa pozza al centro. Anche qui è importante memorizzare la posizione del sentiero, per non avere problemi al ritorno.
Dalla pozza si traversa in obliquo sulla destra e si arriva sul crinale, dove terminano gli alberi. Il percorso ora diventa ben evidente. Si sale lungo il crinale erboso e si arriva allo snodo di cresta. Poi si prosegue senza difficoltà, sempre un poco a sinistra del filo di cresta, fino in cima.
Come per la salita.
Panorama di vetta, verso S | In discesa, sulla cresta NE | In discesa, l’itinerario dallo snodo di cresta |
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