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Sulla cresta E |
Regione: Lombardia (Como)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Catena Mesolcina Provincia: Como Punto di partenza: Ponte di Mangiavacca (q. 659 m) Versante di salita: E Dislivello di salita: 1600 m - Totale: 3200 m Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: da giugno a ottobre |
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Le creste di confine del Torresella, la SW e la N, non sono mai troppo semplici. L’itinerario della cresta E, proposto qui di seguito, è invece un poco più facile, di difficoltà EE/F. Comunque da non sottovalutare, in particolare se in alcuni tratti sommitali c’è ancora neve, in questo caso sono utili piccozza e ramponi.
Dalla località Ceresa (q. 916 m), poco sopra la partenza, si offrono due possibili itinerari, entrambi sprovvisti di segnaletica. Il primo, il più interessante, prende avvio nei pressi della località Cresta (q. 1024 m), situata a N di Ceresa e prevede il percorso integrale della cresta E, che è boschiva nella parte iniziale. Con il secondo itinerario si raggiunge la località Belmonte, poi i ruderi dell’Alpe Paradino (1396 m) e a circa (q. 1750 m) ci si ricollega con l’itinerario precedente.
Sulla CNS la montagna è nominata: Toresella 2244.9 m
A Consiglio di Rumo (comune di Gravedona ed Uniti) si prende la strada con cartello che indica: ai monti. Si passa davanti alla chiesa e poi si sale alle frazioni Ganda e Taiana. Poco oltre si tralascia a sinistra la deviazione per Brenzio e si prosegue sulla stradina asfaltata, ma stretta, che sale in direzione NW. L’ultimo tratto è in discesa e conduce al Ponte di Mangiavacca. Parcheggi limitati nelle piazzole che precedono il ponte.
Attraversato il ponte di Mangiavacca si prosegue sulla stradina sterrata, vietata al transito degli autoveicoli non autorizzati, che in venti minuti conduce a Ceresa (q. 916 m). Raggiunte le case superiori di questo nucleo, si arriva ad un bivio (vedi prima immagine di dettaglio). Come citato nell’introduzione, si offrono ora due itinerari per raggiungere la cresta E.
1°) Si prosegue a destra, verso N, in direzione della località Cresta. La sterrata poco più avanti attraversa un torrente e dopo un centinaio di metri o poco più, quando la strada aggira un dosso, si potranno notare: a destra, con la visuale completamente libera dagli alberi, il versante opposto della valle, con la strada che da Dosso del Liro sale a Caiasco; a sinistra, una sessantina di metri sopra la strada, alcune baite raggruppate. Qui si abbandona la sterrata e si va a raggiungere queste case. Dietro di esse una traccia si addentra nel bosco verso sinistra. Poco dopo, ad un bivio, si sale a destra e una cinquantina di metri sopra si arriva ad una casa isolata, con un orticello sul davanti. La traccia, ora poco evidente, continua al disopra, un poco sulla destra. Si prosegue per un buon tratto, con alcune ascese oblique verso destra, fino ad incontrare un sentiero ben marcato che traversa quasi in piano. Lo si tralascia e si continua verso monte. Poco più avanti, nel bel mezzo di un bosco di pini, ci sono due ometti di pietre, poco distanti tra loro, alti più di un metro. Nel prosieguo la dorsale si restringe, ma c’è un sentierino, talvolta lungo il filo roccioso, talvolta poco sotto, sulla ripida faggeta di destra, mentre sulla sinistra c’è un profondo avvallamento. Al termine del bosco si arriva ad un largo pianoro erboso (q. 1605 m sulla CNS). Da questo punto è ben visibile la vetta e il sinuoso percorso della cresta E che ci attende. Nessun problema, uno straordinario sentierino delle pecore ci aiuterà fino in cima. Si segue la cresta, dapprima molto larga, fino ad un risalto di rocce che ci obbliga a superarlo sulla destra, su terreno un po’ ripido e scivoloso. Al disopra la cresta diventa in parte rocciosa, ma sempre facile e si oltrepassa il punto di congiunzione con il 2° itinerario. Si arriva poi ad una lapide commemorativa e poco più avanti la cresta si impenna un poco. Si appoggia allora a sinistra del filo roccioso, seguendo il sentierino delle pecore e si prosegue fino in vetta, senza particolari difficoltà.
2°) Dal bivio di Ceresa si sale a sinistra, tra le case. Tralasciando le vie che si staccano verso destra, si prosegue sempre a sinistra, anche quando un cartello indica, sia a destra sia a sinistra: via dei monti lariani. In pochi minuti si arriva alle baite di Boiena. La stradina prosegue verso W e conduce cinquanta metri sotto le case di Belmonte. Su sentiero, dapprima si sale a queste case e poi, senza traccia, nel bosco sovrastante, in direzione NW. Poco sopra il bosco di betulle diventa sempre più rado e si va a raggiungere i ruderi dell’Alpe Paradino, in aperto pascolo. Sempre in direzione NW si rimonta ora un costone erboso molto ripido che si congiunge con la cresta E, a circa (q. 1750 m). Da qui si prosegue come per l’itinerario precedente.
Come per la salita.
Sia il primo itinerario della cresta E integrale, sia il secondo dai ruderi dell’Alpe Paradino, li ho percorsi. Il primo in salita, il secondo in discesa, ma il mio consiglio è di scegliere il primo. È veramente un bell’itinerario, anche se, nella parte boschiva, bisogna sapersi districare tra le tracce, non segnalate, che traversano in ogni direzione. L’importante è salire sempre a destra di un avvallamento che in pratica divide in due rami la cresta E.
Il secondo itinerario a mio avviso è meno interessante. Presenta inoltre, come già citato, dei tratti su costoni erbosi molto ripidi e con erba secca scivolosa. Anche il percorso tra Belmonte e i ruderi dell’Alpe Paradino non è piacevole, il pendio, in parte boschivo, è ricoperto da sterpaglie e senza traccia.
In località Ceresa, i due itinerari per raggiungere la cresta E | La parte finale della cresta E | In discesa, sulla cresta E |
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