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L’itinerario, da SE |
Regione: Lombardia (Como)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Catena Mesolcina Provincia: Como Punto di partenza: Novina, o Pian Castagno (q. 868 m) Versante di salita: ESE-E Dislivello di salita: 1465 m - Totale: 2930 m Tempo di salita: 4,15 h - Totale: 8,00 h Periodo consigliato: da maggio a ottobre |
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Il Monte Ganda Rossa, nominato Cima di Gana Rossa sulla CNS, è una montagna massiccia formata da rocce ultrabasiche multicolori, in prevalenza rossastre, da cui deriva il nome. Si trova sulla catena di confine con la Svizzera, a metà strada tra il Monte Marmontana e il Monte Cardinello. La vetta non corrisponde al vertice tra le creste E e SSW, ma è situata oltre una selletta, sulla cresta NNW. Il versante ESE, dove si svolge buona parte della salita, è elementare, erboso e con rocce affioranti. La parte sommitale della cresta E e la cresta finale, sono rocciose, ma non presentano difficoltà. Bellissimi gli scenari che si possono ammirare dalla vetta, in particolare sui vicini Monte Torresella, Cima di Paina e Monte Cardinello.
Da Gravedona si sale a Dosso del Liro. Si passa davanti alla chiesa di questo paese e dopo alcuni stretti tornanti ci si porta al limite superiore delle case. La strada prosegue poi in direzione NW, sempre asfaltata, fino a raggiungere la località Novina, o Pian Castagno (q. 868 m). Una cinquantina di metri dopo che il manto stradale diventa cementato, si parcheggia in un ampio spiazzo sulla sinistra.
Dal parcheggio di Pian Castagno si segue, a sinistra della strada principale, una stradina sterrata con i cartelli che indicano: Via dei Monti Lariani e Rifugio Vincino. Dopo circa venti minuti di cammino, quasi pianeggiante, si incontrano le case di Bolgiana. Cinquanta metri prima di raggiungerle, si abbandona la stradina e si prende, a sinistra, un sentiero all’inizio poco evidente che si mantiene quasi parallelo alla sterrata. Dove inizia il sentiero, su di un albero, c’è una targhetta che indica la via dei Monti Lariani. Poco più avanti la traccia diventa più marcata e traversa a lungo verso NW, in leggera discesa, fino al Ponte di Vincino (q. 828 m). Attraversato il ponte si risale la ripida mulattiera che conduce ai tre gruppi di case della località Piazza (q. 998 m). La mulattiera raggiunge poi la località Vincino (q. 1071 m) e poi si sale al sovrastante e ben visibile Rifugio Vincino (q. 1168 m), senza nome sulla CNS (h 1.30 dalla partenza). A destra del rifugio si stacca il sentiero, segnalato da bandierine e bolli gialli, che si addentra nel fitto bosco. Bisogna aggirare alcuni pini sradicati e in alcuni punti la traccia si confonde, ma poco sopra si incontrano di nuovo i segnali. Raggiunto un pianoro con un piccolo rudere, si potrà notare, sulla destra, un masso con una freccia sbiadita che indica di salire dritti. Si prosegue ora in una bella faggeta, faticando talvolta a trovare i segnali. Si sale per un buon tratto, con numerose svolte, fino al termine del bosco. Da qui appare ben visibile la baita dell’Alpe Bragheggio che viene raggiunta in dieci minuti. A sinistra dell’alpe si rimonta una larga dorsale e dopo un centinaio di metri, in prossimità di un pianoro, si tralascia la traccia che traversa a sinistra verso la Bocchetta di Bragheggio e si risale un ripido pendio erboso, in direzione NW. Al disopra la dorsale diventa più dolce e conduce all’inizio della vera e propria cresta E. Senza problemi si prosegue fino alla rocciosa anticima. La cresta finale comporta il superamento di alcuni facili saliscendi e si arriva in vetta.
Come per la salita.
Il Rifugio Vincino è incustodito e chiuso ed è gestito dalla Pro Loco di Consiglio di Rumo.
L’Alpe Bragheggio | Dall’anticima, la facile cresta di collegamento con la vetta | Panorama di vetta |
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