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La Cima Undici Sud e le torri satelliti |
Regione: Trentino Alto Adige (Bolzano)
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Sesto Provincia: Bolzano Punto di partenza: Val Fiscalina Versante di salita: S-W Dislivello di salita: 160 m - Totale: 1500 m Tempo di salita: 1,30 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: metà luglio - fine settembre |
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È la più alta cima del gruppo e la più nota per le vicende di guerra: sublime scenario all’impresa dei Mascabroni (gli Alpini del Capitano G. Sala) che portò alla conquista del Passo della Sentinella il 16 aprile 1916. 1a ascensione g. M. Innerkofler, 1878 da O; 2a ascensione Rolanda von Eòtvòs con detta guida e E. Happacher, 25 VII 1879; 3a ascensione W Fikeis e g. J. Innerkofler. (Ma la via di questi primi salitori venne poi abbandonata, e divenne ordinaria la via Zsigmondy-Purtscheller, senza guide, 1882).
da Bressanone (o da Cortina) a Dobbiaco, quindi a Sesto, raggiungibile anche dal Comelico per il Passo Monte Croce Comelico.
Avvicinamento:
Risalita la Val Fiscalina, superato il Rif. Zsigmondy-Comici e diretti verso Forcella Giralba, giunti al pianoro del laghetto poco sotto la forcella, si prende la deviazione a sinistra per il Monte Popèra e la Strada degli Alpini. Scesi dalla Lista, ed entrati nell’anfiteatro della Busa di Dentro, si incontra una nuova deviazione per la Strada degli Alpini: abbandonarla e proseguire verso est entrando nella Busa di Dentro, ampio vallone detritico coperto nella parte finale da neve perenne. Seguendo le tracce di sentiero sul lato sinistro orografico della Busa si prosegue in direzione di Forcella Alta di Popèra fino a incontrare, circa a metà del ripido pendio che si risale alla fine del nevaio, un grosso masso posato sulle ghiaie (a sinistra salendo). Dal masso con le spalle rivolte a Forcella Alta di Popèra si nota sulla destra un canale di neve (che a stagione inoltrata presenta solamente una lingua di neve sottile e a volte pericolosa per i buchi), che porta sotto la “parete De Zolt”, sulla quale alcuni segnavia di colore rosso indicano la via per Cresta Zsigmondy. Risalito il canale si affronta la parete: tratti di I e II grado agevolati da alcuni spit e catene; al termine due grossi fittoni con anello di ferro fissati dagli Alpini nel 1916. Si prosegue per tracce e facili gradoni risalendo la Cresta Zsigmondy fino alla sua sommità, ove si trova un muretto di pietre con una delle scale usate in tempo di guerra: grandiosa la vista che spazia su tutte le Dolomiti orientali e sulla cresta di confine.
Si scende ora lungo il profilo verso nord (breve tratto di corda fissa) fino al salto che si affaccia su Forcella Zsigmondy; da qui si cala decisamente a sinistra, aggirando la costola rocciosa che delimita il canale originato da Forcella Zsigmondy, fino a entrare nel canale stesso accostandosi ad un piccolo terrazzino (chiodo rosso cementato): difficoltà variabili in base alle stagioni, possibile ghiaccio oppure roccia molto friabile. Da Forcella Zsigmondy per sentiero fino al Bivacco “Ai Mascabroni” sulla terrazza sud detta “la Mensola” (ore 5-6 dal parcheggio di Val Fiscalina, 3-4 dal Rifugio Zsigmondy-Comici).
Salita:
Pochi metri prima del bivacco si sale per sfasciumi il canale che lo sovrasta, interrotto da un grande masso incastrato, deviando per una diramazione a destra salendo, per aggirare il masso e raggiungere quindi la Forcella della Caverna. Da qui si passa sul versante opposto (N) e, tagliando il precipizio per una lunghezza e mezza di corda, si arriva alla piccola forcella tra Anticima SE e Punta Principale (esposto, spesso difficile per vetrato e per l’estrema friabilità della roccia, alcuni vecchio chiodi da verificare). Da quest´ultima forcella, per facile e breve cresta, si raggiunge la cima (ore 1,30 dal bivacco).
Come per la salita.
Tutta la traversata dalla Forcella della Caverna alla forcella fra la Punta Sud e l’Anticima Sud Est è molto delicata, sia per il terreno friabilissimo che per l’assoluta mancanza di punti di assicurazione, tranne qualche raro vecchio chiodo di cui verificare l’affidabilità. Nonostante la traversata avvenga su una bancata piuttosto ampia, il senso di vuoto dato dai precipizi sottostanti accentua notevolmente l’esposizione, soprattutto in presenza di neve ghiacciata o ghiaie “cementate” dal gelo (essendo sul versante nord), che rendono il traverso molto pericoloso. Per cui conviene affrontarlo in tarda estate e solo in assenza di neve e ghiaccio, con temperature tali da sgelare il terreno detritico, e solo in condizioni di ottimo tempo e assenza di nuvole. Utile una corda da 60 metri per assicurare il primo di cordata rimanendo sulla Forcella della Caverna.
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