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La via Claudia |
Regione: Trentino Alto Adige (Trento)
Alpi e Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Prealpi Lombarde - Gruppo Bondone Provincia: Trento Punto di partenza: Bar Parete Zebrata Versante di salita: E Dislivello di salita: 500 m - Totale: 1000 m Tempo di salita: 5,00 h - Totale: 6,00 h Periodo consigliato: autunno - primavera, no estate |
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La Parete Zebrata, famosa in tutto il mondo per le sue grandi e compatte placconate presenta nel settore sinistro alcune vie classiche, tutte richiodate a resinati che sono diventate celebri e contano migliaia di ripetizioni. Una di queste è la via Claudia, aperta nel 1978 da R. ed A. Bertoldi, R. Zeni, C. Colpo. Nel 1979 A. Andreotti e M. Rossi tracciano poi una variante nella parte alta che esplora placche compatte; questa variante ha soppiantato poi il corrispondente tratto originale della via che non risulta più ripetuto. La via è interamente attrezzata con fittoni resinati e presenta talvolta alcune fessure che si prestano all´integrazione con protezioni veloci, comunque non indispensabili. Le soste sono tutte su terrazzi ed attrezzate con almeno 2 resinati.
Per chi proviene dalla Pianura Padana: seguire l´autostrada del Brennero fino a Rovereto sud, poi seguire le indicazioni per Arco di Trento ma prima di questo svoltare in direzione di Dro e proseguire lungo la valle fino ad incontrare a destra il Bar Parete Zebrata. Parcheggiare qui o nel parcheggio 50 m più avanti a sinistra. Per chi viene dall´Alto Adige: uscire dall´autostrada del Brennero a Trento sud e seguire le indicazioni per Riva del Grada, entrare in Valle del Sarca, superare Toblino ed entrare nel paese di Sarche di Calavino, svoltare in direzione di Arco e Riva e percorrere la valle fino a dopo Pietramurata ove il bar appare sulla sinistra.
Dal parecheggio appena oltre il bar seguire il sentiero che porta verso la parete fino ad un incrocio, proseguire dritti per il sentiero fino ad un altro incrocio e sempre dritti per le tracce che portano alla parete e rimontano una collinetta di detriti. Essa delimita un canalone franoso di scarico, andare verso destra lungo il crinale e scendere fino al fondo del canale. Vicino al un alberello, alla base di una corta ma levigatissima placca c´è la scitta in rosso "Claudia" che segna la partenza.
Per tiri di corda:
L1: salire la placca partendo dalla nicchietta un po´ a destra e poi superare direttamente il muro liscio stando appena a destra dei fittoni fino a raggiungere delle lame che facilmente portano alla sosta (25 m, le innumerevoli ripetizioni hanno levigato i pochi appigli in maniera incredibile, il tiro richiede fiducia nei pedi, VI-, sosta comoda).
L2: si sale lungo le rocce erbose sopra la sosta cercando i punti migliori fino ad una sosta in vista di un tetto (50 m, III, sosta comoda).
L3: salire verticalmente verso il tetto che si supera facilmente a destra per rocce erbose eppoi si punta alla sosta un po´ a sinistra (35 m, IV, sosta comoda).
L4: salire verticalmente sopra la sosta per uno spigolo di roccia solida e compatta e poi entrare nel canaletto a sinistra che va seguito fino alla placca che lo chiude. Salire la bellissima placca a buchi che conduce alla sosta (40 m, IV e 1pp IV+, sosta comoda).
L5: verticalmente sopra la sosta piegando leggermente a destra per rocce facili fino a raggiungere la sosta (30 m, III, sosta stretta).
L6: si sale per roccia solida ma erbosa verticalmente sopra la sosta superando una placca con clessidra (cordino) eppoi piegare a destra per raggiungere la sosta (35 m, III e IV, sosta scomoda).
L7: breve tiro di trasferimento: salire il canalino erboso fino alla sosta sotto un diedro (20 m, II, sosta molto socomoda).
L8: salire il diedro a sinistra che adduce ad una placca fessurata. Superare direttamente la placca lungo la fessura (molto levigato) e raggiungere il terrazzo di sosta (35 m, V, sosta comoda).
L9: salire il canale erboso sopra la sosta ed uscire a sinistra superando una placca bucherellata e poi traversando un´altra placca compattissima verso sinistra fino alla sosta (35 m, IV e V, il traverso è levigato ma la chiodatura è nei punti giusti, sosta stretta).
L10: un altro breve tiro di trasferimento: si sale la rampa erbosa per alcuni metri fino alla sosta all´inizio di un´altra placca (20 m, III, sosta scomoda).
L11: si effettua un traverso verso sinistra lungo una placca levigata poi su sale un diedro erboso e si scala la levigatissima breve plavva d´uscita (V+), poi per roccia facile si raggiunge la sosta (35 m, V e passi più facili, sosta comoda).
L12: salire verticalmente sopra la sosta, ingnorando i resinati che a sinistra affrontano la placca, per roccia verticale ma ben appigliata fino a raggiungere la sosta successiva (30 m, IV, sosta stretta)
L13: superare la placca a sinistra della sosta e per roccia sempre verticalmente raggiungere una bel terrazzo ingombro di sassi (25 m, IV, sosta comoda).
L14: salire il muro sovrastante a zig zag per logiche fessure fino in cima (35 m, IV, sosta molto larga e comoda).
A sinistra dell´ultima sosta seguire il sentiero all´inizio un po´ esposto ma poi più largo e battuto che scende nei ghiaioni alla base del Brento fino ad una strada forestale. Seguirla (diverse scorciatoie) fino a quando si incrocia nuovamente il sentiero che sale alla parete dal parcheggio e di qui di nuovo giù (1,00 dalla cima).
La chiodatura della via è sicura ma a volte parecchio distanziata. La roccia in via è levigatissima e richiede attenzione. Alcuni tiri si discostano un po´ dalle altre relazioni e corrispondono alle soste da noi effettuate. La via è molto frequentata, a volte superaffollata con vari rallentamenti tra cordate. Dal tiro 9 in poi parte la variante chiamata Superclaudia oggi normalmente seguita. La vecchia via segue smembramenti e rampe erbose sempre sulla destra e non è attrezzata.
Primo tiro | Traverso |
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Elenco delle scalate... |
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Montura Pantalone Vertigo |
Karpos Storm Sz Pnt |