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![]() In rosso la cresta SE, in giallo la via normale |
Regione: Lombardia (Sondrio) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Bernina Provincia: Sondrio Punto di partenza: Diga di Gera (q. 2070 m) Versante di salita: SE Dislivello di salita: 1066 m - Totale: 2132 m Tempo di salita: 3,45 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: estate |
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Due importanti valichi alpini delimitano a N e a S la Cima di Caspoggio, rispettivamente la Bocchetta di Caspoggio (q. 2983 m) e la Forcella di Fellarìa (q. 2819 m). Il primo valico collega il Rifugio Bignami con il Rifugio Marinelli-Bombardieri ed è molto frequentato. Mentre il secondo, che mette in comunicazione il Rifugio Bignami con il Rifugio Carate, lo è molto di meno, sebbene l’itinerario sia abbondantemente segnalato, facile e per niente faticoso. L’itinerario della cresta SE si svolge quindi in un bel ambiente selvaggio dove regna la completa solitudine.
Rispetto alla via normale descritta nell’altra relazione, la cresta SE è più impegnativa. Le difficoltà maggiori, seppure relative, si riscontrano nel superamento di un risalto verticale (III), prima di raggiungere i tre denti rocciosi. Questi ultimi, al contrario di quanto possano sembrare, si lasciano scalare abbastanza agevolmente con passaggi di II. Nel complesso è una bellissima arrampicata, mai monotona e con qualche saliscendi, allietata dalla presenza di numerosi stambecchi e dallo stupendo panorama sul Gruppo del Bernina.
Da Sondrio (parte occidentale della città) si prende la strada per la Valmalenco. Giunti a Chiesa in Valmalenco si svolta a destra, verso Lanzada e la Val Lanterna. La strada passa dal villaggio di Campo Franscia e poi con numerosi tornanti e sempre asfaltata conduce alla località di Campo Moro. Da qui la carrozzabile prosegue sterrata a destra del primo invaso e raggiunge l’ampio piazzale sotto il muraglione della diga di Gera, dove si parcheggia.
Dal parcheggio si segue la stradina in direzione della diga e la si abbandona dopo circa 100 m per svoltare a destra, lungo un sentiero segnalato che in breve conduce alla casa dei guardiani. A destra di questa casa una rampa trasversale, appesa al muraglione della diga, permette di raggiungere la sommità dello sbarramento. Da qui il Rifugio Bignami è già ben visibile a sinistra della seraccata del Ghiacciaio di Fellaria Est. Seguendo sempre i cartelli indicatori, si attraversa tutta la corona della diga e poi si segue il sentiero che taglia con una lunga diagonale il ripido fianco della montagna, a sinistra dell’invaso. All’inizio con un breve saliscendi, poi con ascesa regolare si raggiunge in circa h 1,00 il rifugio citato (q. 2401 m).
Dal rifugio si raggiunge in pochi minuti il vicino Alpe Fellarìa e poco sopra, senza attraversare il torrente della valle, si seguono le indicazioni per Forcella di Fellarìa - Rifugio Carate e si prosegue a sinistra (salendo) del torrente. I segnali continuano lungo il pascolo, verso WSW e a S della (q. 2615 m). Appena superata questa quota la traccia, sempre ben segnalata, risale un pendio erboso, ora in direzione W e conduce nel largo avvallamento situato a NE della Forcella di Fellaria (q. 2819 m). Si sale al centro di questo avvallamento su resti di neve e detriti, senza difficoltà, e si arriva al valico.
Dalla Forcella di Fellaria si sale lungo il filo della cresta, su blocchi e sfasciumi, fino ad un risalto verticale (vedi prima immagine di dettaglio), le guide indicano di superarlo sulla destra, per mezzo di un camino, noi l’abbiamo superato sulle rocce di sinistra (III). Si prosegue poi ancora lungo la cresta, fino a raggiungere i 3 denti rocciosi del tratto medio-superiore. Il primo viene superato un poco sulla sinistra del filo di cresta, con bella arrampicata. Il secondo viene attraversato in piano, su di una stretta cengia rocciosa (facile) del versante W. Il terzo dente viene aggirato a destra, senza difficoltà e quindi ci si ricollega con l’itinerario della via normale. Si traversa un pianoro in prossimità di un piccolo nevaio e poi, appoggiando a destra del filo, si risalgono le facili rocce accatastate dell’ultimo tratto di cresta SE, fino a raggiungere l’ometto in sassi della vetta (h 3,45 dal parcheggio).
Abbiamo due possibilità:
1°) come per la salita;
2°) per la via normale (difficoltà F) descritta nella relazione: Cima di Caspoggio.
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Il nostro itinerario per superare il risalto verticale | Pietro e Antonio in arrampicata sul primo dente, a sinistra il 3° dente | Sulla cengia stretta del secondo dente, a sinistra il 3° dente |
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